"Che stadio vogliamo? Che tifo vogliamo?". Carlo Balestri da anni è impegnato con Progetto Ultrà dell'Uisp. E' un esperto di questo mondo, uno studioso. Perplesso anche lui su certe misure adottate ultimamente: striscioni proibiti o quasi, bandiere senza aste, niente megafoni, tamburi, niente trasferte organizzate. Stadi vuoti, sempre più vuoti anche per i club, ostinati, nulla fanno per venire incontro ai tifosi e non abbasano il prezzo (alto) dei biglietti. "Il tifo è anche calore, colore", spiega Balestri. "E' giusto interrogarci su cosa vogliamo fare, e dove vogliamo andare: senza dimenticarci, è chiaro, di quello che è successo a Catania". Bisogna ricostruire un modello di calcio. Nessuno pensa che la linea della repressione sia l'unica da seguire. Non lo pensano certo al Viminale, che pure hanno dovuto affrontare l'emergenza. Non lo pensa di sicuro il ministro Giovanna Melandri. Che va avanti per la sua strada. E per questo lunedì ha convocato al Ministero dello sport, in Largo Chigi a Roma, un incontro con un gruppo di tifosi provenienti da tutti Italia. "La finalità - spiega il ministro- è quella d'intraprendere una discussione sulle modalità per contribuire, mediante la realizzazione di specifici progetti, alla costruzione di una diversa cultura dello sport fondata sul rispetto dei valori di lealtà e correttezza". E aggiunge:" In tal senso la scelta di realizzare l'incontro con le tifoserie non violente va proprio nella direzione delineata nel decreto legge da poco approvato in Senato, e passato all'esame della Camera. La norma prevede, infatti, la possibilità che le società sportive possano stipulare accordi ed intese solo con le associazioni legalmente riconosciute, la cui finalità sia quella di promuovere e divulgare i valori ed i principi della cultura sportiva, della correttezza e della non violenza". All'incontro parteciperanno anche il commissario Figc, Luca Pancalli, e il sottosegretario Giovanni Lolli.
Tavecchio all'attacco: "Il 5% dei diritti tv ai vivai"
Su una cosa Giovanna Melandri e Antonio Matarrese sono d'accordo: con la nuova legge, il 5% dei diritti tv dovrebbe essere destinato, almeno nella fase transitoria, a rimodernare gli stadi. Soprattutto in prospettiva Euro 2012. Si tratta, all'incirca, di 40 milioni di euro all'anno. Non è poco. A questi ne vanno aggiunti venti, previsti dalla Finanziaria per ottenere mutui agevolati. In un primo tempo, era previsto che il 5% fosse designato ai settori giovanili, ai vivai. E così adesso Carlo Tavecchio, presidente della Lega Dilettanti, è infuriato: "Non capisco proprio perché hanno cambiato idea. Un mistero. Quei soldi servono per i giovani. Non per rifare 8-10 stadi, magari cattedrali nel deserto. Noi abbiamo 8000 stadi, molti non sono nemmeno a norma e mancano di riscaldamento. Non va così, non sono per niente d'accordo, e lo dirò chiaro a chi di dovere". Già, l'ha detto. La Lega Dilettanti conta, eccome: nelle votazioni ha il 34%...
Tv: La 7 fra flop e scioperi. Ecco i retroscena
La notizia: la Fnsi (federazione nazionale stampa italiana) nei giorni scorsi ha espresso "solidarietà nei confronti delle colleghe e dei colleghi di La 7 e La7 sport, che si astengono dalle prestazioni in audio e in video per chiedere che sia salvaguardata una informazione autonoma e di qualità rispetto all'utilizzo sempre più frequente, di fornitori, produttori esterni e consulenti. In questo senso, sarebbe incomprensibile un ridimensionamento dell'informazione sia sulle reti analogiche sia sul digitale". Ecco come stanno le cose: la redazione sportiva è ai ferri corti con i vertici (Darwin Pastorin direttore ed Emilio Piervincenzi vicedirettore) anche per l'utilizzo di esterni, ma non solo per questo. Il digitale terrestre non decolla e la trasmissione calcistica, l'unica, è un flop."Le partite non finiscono mai" va in onda il lunedì sera, ma sempre più a tarda ora: parte circa alle 23,30. Forse la direzione non ci crede molto? Gli ascolti sono più che deludenti: si sperava in un 4%, è ferma sul 2,5%. Meno della media della rete. Per carità, con questo nessuno rimpiange Biscardi e il suo teatrino stucchevole. Ma gli ascolti sono assai modesti. La7, d'accordo, è una tv di nicchia: ha sport che segue bene (il rugby con il Sei Nazioni, la Superbike, la vela con l'America's Cup) ma sul calcio la sua presenza è deboluccia. E la concorrenza la schiaccia.
Origine: Repubblica
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