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venerdì 13 luglio 2007

Apple: iPhone, o si apre o si muore


iPhone, o si apre o si muore



iPhone, o si apre o si muore

Roma - Non si può dire che il lancio statunitense di iPhone, l'ambizioso gingillo tecnologico con cui Apple vuole conquistare la telefonia e l'elettronica di consumo, sia stato meno di un successo. Così come sarebbe sbagliato negare che i dubbi sulle sue magagne, già evidenziati prima della commercializzazione, siano stati fugati del tutto. Una cosa su tutte non piace ad utenti e associazioni, l'impossibilità cioè di adoperare il melafonino senza sottostare a restrizioni di contratto che, per quanto siano la norma per molti cellulari, fanno storcere il naso se applicati a quello che vorrebbe essere a tutti gli effetti un piccolo comunicatore dal cuore di computer.

Si scaglia contro il "lock-in anticompetitivo" Open Internet Coalition che, prima di comparire per un'audizione davanti alla House Subcommittee on Telecommunications del parlamento di Washington, ha imbastito una conferenza stampa sugli argomenti che la coalizione avrebbe dibattuto davanti al comitato. Su tutti spiccava appunto la necessità, per la diffusione e la crescita tecnologica della comunicazione wireless, di riconsiderare l'obbligo di utilizzare i dispositivi mobili con un solo operatore per un lungo arco di tempo.

La conferenza, così come la successiva udienza di fronte al comitato, ha avuto come soggetto principale proprio iPhone, le cui indubbie qualità tecniche e tecnologiche contrastano con l'impossibilità di una autentica portabilità, dettata dall'obbligo di sottoscrivere un contratto biennale con il carrier AT&T anche solo per usare la sveglia: senza considerare le salate penali di scissione del contratto e i danni in termini di innovazione che esse portano - in generale come nel caso specifico - al settore della comunicazione on the road.

Chris Murray, consulente legislativo che ha preso parte alla conferenza, ha sostenuto che nonostante il mega-prezzo di 600 dollari (costi di gestione esclusi) "i consumatori non ottengono un singolo penny in finanziamenti, ma a discapito di ciò vengono lo stesso ingessati in un contratto di due anni o angustiati da una penale per abbandonare il carrier". Occorre spingere in funzione di una vera portabilità e intercomunicabilità delle diverse reti dei gestori, sostengono gli esperti, perché la comunicazione divenga un bene di tutti e non semplicemente il più grosso affare che AT&T Inc. e le altre ex-baby bell abbiano mai avuto modo di capitalizzare in dollari sonanti.

Mentre si pronunciano le associazioni per la salvaguardia della neutralità della rete, c'è chi pensa a mettere una pezza, un nuovo hacking per trasformare l'iPhone in una sorta di iPod 6G: PQ Computing ha rilasciato il software gratuito iPhone Unlock Toolkit, grazie al quale è possibile rendere operativo il melafonino senza sottoscrivere alcun abbonamento con AT&T, al semplice costo di un click. Attualmente disponibile solo per Windows - ma con un versione Mac in dirittura d'arrivo - il toolkit non obbliga l'utente ad avventurarsi in modifiche esadecimali al codice di iTunes e smanettamenti simili, permettendo altresì l'impiego di iPhone come un PDA evoluto ma senza la connettività alla rete cellulare.

Gli utenti vogliono poter utilizzare iPhone in maniera assolutamente libera, e le aziende prendono spunto da questa necessità stiracchiando i limiti imposti da Cupertino: Ecamm Network, minuscola società di software del Massachusetts specializzata nella distribuzione di plug-in per il software di videoconferenza iChat di Apple, ha appena lanciato iPhoneDrive, che permette agli utenti Mac di trasformare il melafonino in un dispositivo di storage portatile.

Il software, che secondo gli autori "riempie il vuoto di una caratteristica mancante", è la risposta alla tirata di Jobs per le telecamere alla Developers Conference dello scorso mese, in cui il patron di Apple aveva lodato la possibilità per gli sviluppatori di "scrivere incredibili applicazioni Web 2.0 e Ajax che sembrano e si comportano esattamente come le applicazioni intergate nell'iPhone". Gli autori di software, sostiene il programmatore di iPhoneDrive, non se la sono bevuta: "Sono sicuro che hanno avuto la loro bella parte di sviluppatori che hanno chiesto a gran voce di aprire al pubblico l'iPhone" ha dichiarato il coder.

Alfonso Maruccia

fonte: http://punto-informatico.it/p.aspx?id=2038511

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