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mercoledì 11 luglio 2007

"Harry Potter deve vivere", intimano fan di tutto il mondo e la Rowling corre al riparo

I fan in tumulto: "Harry deve vivere"

e J. K. Rowling torna sui suoi passi

Notizia selezionata da: Repubblica

L'ultimo volume, "The deathly hallows", esce il 21. In Internet le firme per non far morire il mago
"Mai dire mai": così la scrittrice lascia aperta la porta all'eventualità di continuare a raccontare la storia
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

Londra - "Mai dire mai". Con queste tre paroline, J. K. Rowling ci ripensa, o perlomeno lascia aperta la porta all'eventualità di continuare a raccontare le avventure di Harry Potter e dei suoi amici. Davanti alle crescenti pressioni dei lettori, dei librai e - c'è da immaginare - dei suoi editori, l'autrice più ricca del mondo sembra essersi rimangiata la decisione di terminare la fortunata serie sul maghetto con il settimo libro, "Harry Potter and the deathly hallows", quello che arriverà in libreria tra pochi giorni, il 21 luglio. Confermando quanto affermato dalla scrittrice in un'intervista alla Bbc, ora infatti un suo portavoce informa: "Mai dire mai. La signora Rowling non sta dicendo che sicuramente scriverà un altro libro della serie e non sta dicendo che sicuramente non lo scriverà. Non posso aggiungere altro".

È comunque abbastanza per mettere a subbuglio milioni di fan. Finora la Rowling aveva sempre sostenuto che la storia di Harry sarebbe terminata col settimo volume, nel quale due personaggi chiave avrebbero perso la vita, dichiarazione che ha scatenato una ridda di supposizioni sulla possibile morte di Harry: ucciderlo sarebbe il sistema migliore, in teoria, per chiudere irrimediabilmente la saga. La scrittrice aveva reso noto che in futuro pubblicherà una "Enciclopedia di Harry Potter", per riassumere tutti i personaggi e i colpi di scena, ma che le avventure vere e proprie non avrebbero avuto un seguito. Adesso, invece, non esclude di riprendere il racconto. Può darsi che sia l'effetto delle proteste di lettori e mondo editoriale: Waterstone's, la maggiore catena di librerie del Regno Unito, ha aperto una sottoscrizione di firme su Internet per chiederle di continuare "a scrivere di Harry e dei suoi compari, qualsiasi cosa loro accada nel settimo volume", e conta di raccogliere milioni di firme.

Un sondaggio rivela che l'85 per cento dei lettori fra gli otto e gli undici anni e il 66 per cento dei lettori di tutte le età vogliono altri "libri di Harry". Il New York Times ha chiesto a tre scrittori di sceneggiati televisivi di immaginare un finale diverso. E Polly Horvath, sceneggiatrice hollywoodiana, ha immaginato che Hermione sopravviva, diventi madre, e inizi a fare la scrittrice sulle orme di J. K. Del resto una tivù britannica lancia in questi giorni la prima telenovela interattiva, in cui il pubblico può influenzare la trama: perché non potrebbe accadere anche con i libri?

Ma può darsi che lei stessa abbia cambiato idea: "Ho sempre saputo in cuor mio che la storia di Harry sarebbe finita col settimo libro, ma dirgli addio è stato più duro di quanto prevedessi", ha dichiarato alla Bbc, "non mi sono mai sentita al tempo stesso tanto euforica e tanto triste". C'è un illustre precedente di un eroe messo da parte dal suo autore e poi riportato in vita: è quel che fece Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, fatto morire in un romanzo e poi resuscitato a furor di popolo (i londinesi giravano col lutto al braccio) in "Il mastino dei Baskerville". Qualcosa di simile potrebbe accadere prima o poi ad Harry. E colei che ha già venduto 350 milioni di copie e guadagnato un patrimonio più grande di quello della regina Elisabetta, in tal caso, diventerebbe ancora più ricca.

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