Cerca nel blog

lunedì 2 luglio 2007

Macchina acchiappa-colori per risolvere il mistero di Leonardo

Una macchina acchiappa-colori per risolvere il mistero di Leonardo

Beni culturali, Comune e Fondazione Giunti a capo di un comitato che cerca di svelare, 500 anni dopo,
il giallo della battaglia di Anghiari, l'affresco di Leonardo da Vinci che nessuno ha mai visto



 Una macchina acchiappa-colori per risolvere il mistero di Leonardo ROMA - Altro che Ris o Csi, i campioni delle indagini impossibili risolte con microscopi, polveri magiche e laser tra Miami, New York e la provincia italiana. Questa volta la "scena del crimine" è a Firenze, nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, quello tutto affrescato dal Vasari e visitato ogni giorno da migliaia di turisti a bocca aperta. Il "cadavere" eccellente è - attenzione - un affresco di Leonardo da Vinci, la mitica battaglia di Anghiari che nessuno ha mai visto ma di cui esistono tracce e indizi e che dovrebbe essere nascosto dietro una parete del salone.

Dovrebbe. Il condizionale è d'obbligo perché non si sa. Non c'è certezza. Un giallo. Un cold case direbbero gli investigatori esperti, un caso congelato, uno di quelli che aspettano di essere risolti da più di cinquecento anni.

L'idea di affrontare il caso è del ministro dei beni culturali Francesco Rutelli e del sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Ma il cuore della squadra investigativa è un comitato scientifico dove sono coinvolti l'editore Sergio Giunti, Antonio Paolucci, ex ministro dei Beni Culturali e sovrintendete del Polo museale fiorentino, Paolo Galluzzi, presidente del Museo della Scienza e della Fondazione Vinciana, Sole 24-Ore e banca Intesa-San Paolo.

La vera protagonista di questa indagine molto speciale sarà una macchina che proprio in questi giorni sta prendendo forma nell'Università di San Diego, in California, dove è volato il suo ideatore, il professor Maurizio Seracini. La macchina avrà uno di questi nomi impossibili. Semplificando potrà essere chiamata acchiappa-colori. Perché esattamente questo dovrà fare: lanciare fasci di neutroni che, periscopio virtuale con tanto di bisturi incorporato, dovranno superare una parete già affrescata senza neppure scalfirla, andare al di là e prelevare tracce di stucco da una successiva parete. Se le informazioni che ritornano - frequenze e poi numeri - corrispondono a determinati minerali e quindi colori, uno dei più avvincenti gialli della storia dell'arte sarà risolto: la battaglia di Anghiari è stata realizzata; ed è proprio lì, nella parte destra della parete est del Salone dei Cinquecento, dietro gli affreschi del Vasari.

Occorre andare con ordine. Perché la scena del crimine - il luogo dove sarebbe scomparso l'affresco di Leonardo - dopo tanti secoli, è ancora più confusa e contaminata.

1503: via i Medici, Firenze da nove anni è tornata a essere repubblica, Gonfaloniere è Pier Soderini e segretario Niccolò Machiavelli. L'agenda della Repubblica è quanto mai fitta: guerre, conquiste, espansioni (per sottomettere Pisa Leonardo da Vinci pensa di deviare il corso dell'Arno e vincerla per sete), pensare in grande, evocare, celebrare. C'è da decorare la Sala del Gran Consiglio - l'attuale Salone dei Cinquecento - , Leonardo è incaricato di dipingere la battaglia di Anghiari, punto d'onore della prima repubblica fiorentina quando nel 1440 le truppe misero in fuga l'esercito milanese; a Michelangelo è affidata la realizzazione di quella di Cascina (1364) e la vittoria schiacciante dei fiorentini sui pisani.

Leonardo realizza una serie di schizzi preparatori e termina il grande cartone di prova (vedi foto) di cui non è rimasto nulla. Due anni dopo, nel 1505, attacca la parte destra della parete est della Sala e inizia l'affresco: "Addì 6 giugno 1505, in venerdì, in tocco delle ore tredici..." scrive lo stesso Leonardo. Pioveva a dirotto. In effetti non un grandissimo auspicio. I lavori però durano solo un anno. La corte del re di Francia vuole Leonardo a Milano e il Papa pretende Michelangelo a Roma. La pur natia repubblica fiorentina non poteva certo trattenerli. I due grandiosi progetti restano così incompiuti. Ma dovevano essere bellissimi se Benvenuto Cellini li definisce "una vera scuola del mondo" destinata ad influenzare un'intera generazione di artisti tra cui Raffaello, Andrea Del Sarto, addirittura Rubens.

Con Cellini terminano le testimonianze dirette della battaglia di Anghiari. Sono arrivati fino a noi, cinquecento anni dopo, una lunga serie di indizi adesso tutti utili per tentare di risolvere una volte per tutte il cold case. Vasari ha scritto che in realtà Leonardo sbagliò qualcosa nell'impasto dei colori e la pittura cominciò molto presto a scolorire e a sparire. Tanto valeva a quel punto coprire tutto con una nuova parete e i suoi affreschi. Di Leonardo ci restano alcuni schizzi preparatori, facce, volti. Di un anonimo, che però si riferisce alla battaglia di Anghiari, ci resta quella che viene indicata come la parte centrale (la Tavola Doria) dell'affresco: è una scena di grande tensione, concitata, come ogni guerra "pazzia bestialissima", in cui due guerrieri milanesi difendono il proprio vessillo e stendardo prima di soccombere. Tra gli indizi, racconta Paolo Galluzzi, anche "alcuni ordinativi di colori". Sergio Giunti porta un elemento forse poco scientifico, di certo molto suggestivo: "C'è un punto nell'affresco del Vasari dove è raffigurato un vessillo e il suo motto: "Cerca e trova", cominceremo la nostra ricerca proprio da lì...". Chissà, forse una traccia che ha voluto lasciare il Vasari.

Fin qui il dossier con il caso, il suo mistero e gli indizi relativi. Serviva, per la soluzione, scienza e genio. Come Leonardo. Ris e Csi appunto. L'ingegnere Maurizio Seracini è in questi giorni all'università di San Diego, in California, per mettere a punto la nuova macchina acchiappa-colori. Spiega Paolo Galluzzi: "Semplificando si tratta di assemblare pezzi già noti, per lo più utilizzati in medicina, di miniaturalizzarli e di tarare il tutto per il salone dei Cinquecento". A settembre a San Diego ci sarà una prima simulazione, un test in un finto salone dei Cinquecento, una prova per neutralizzare l'affresco del Vasari, lo spessore del muro e dell'intercapedine tra le due pareti, per non confondere i tanti segnali che possono essere intercettati in questo viaggio di neutroni.

"Grazie agli ordinativi dei colori - spiega Galluzzi - sappiamo che Leonardo ha utilizzato per quella pittura sicuramente, ad esempio, il rosso e la biacca alessandrina (impasto bianco che può avere sfumature azzurrine ndr). Quindi minerali di mercurio, piombo e stagno". A questo punto entra in gioco la macchina. "Se le informazioni riportate dai fasci di neutroni - che "supereranno" la parete del Vasari per arrivare a toccare quella dove ci dovrebbe essere il dipinto di Leonardo - ci diranno che hanno trovato tracce di questi minerali, avremo la prova regina che la battaglia di Anghiari è veramente lì". E potrebbe essere virtualmente recuperata e trasferita. Cinquecento anni dopo.

Il cantiere nel Salone dei Cinquecento dovrebbe aprire nel settembre 2008. Per quella data la macchina acchiappa-colori sarà pronta per la sua mission quasi impossibile. Costo dell'operazione: un milione e mezzo di dollari. Durata della missione: tre quattro mesi per avere le prime risposte. Chiudere il caso e restituire, forse, un altro capolavoro di Leonardo. Il primo lancio di neutroni passerà proprio dal punto dell'affresco dove Vasari ha dipinto un vessillo e il suo motto: "Cerca e trova".

Il mistero della Gioconda. L'Ultima cena e il codice da Vinci. La battaglia di Anghiari. Di mezzo c'è sempre lui, Leonardo da Vinci. C'è materia per un altro best seller.


Origine: Repubblica

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *