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lunedì 15 ottobre 2007

Blog Action Day 2007: UE al lavoro per 'alleggerire' l'impronta ecologica delle Pmi

 
Ue al lavoro per ´alleggerire´ l´impronta ecologica delle Pmi
di Eleonora Santucci

LIVORNO. L'Unione Europea sta studiando un programma di ecoassistenza su misura per le piccole medie imprese (Pmi): riduzione oneri amministrativi, sistemi di gestione ambientale, sostegni più flessibili.

L'8 ottobre 2007 la Commissione europea ha ufficializzato il documento di lavoro per il programma Ue finalizzato al sostegno delle Pmi nell'adempimento della normativa ambientale. Il programma propone misure concrete come la riduzione al minimo degli oneri amministrativi per l'adesione delle Pmi alle norme ambientali; l'introduzione di sistemi di gestione ambientale e più accessibili; i sostegni finanziari mirati; lo sviluppo delle competenze locali in materia di ambiente; il miglioramento di comunicazione e informazione.

Analogamente alle grandi imprese anche le Pmi (che occupano meno di 250 dipendenti ma che in Europa rappresentano una parte rilevante dell'economia) hanno il loro impatto ambientale anche se è generalmente riconosciuto dagli esperti che sarebbe troppo complesso e oneroso per le imprese e le autorità pubbliche stabilire il ruolo preciso delle Pmi nell'inquinamento in particolare rispetto al carico atmosferico dei vari tipi di sostanze inquinanti derivanti dalle loro produzioni in ciascun Stato membro. Ed è per questo che molto spesso questi dati non esistono anche se sembra affidabile la percentuale approssimata del 70% non di rado avanzata per qualificare il contributo all'inquinamento atmosferico delle Pmi.

Ad esempio secondo uno studio britannico le Pmi sarebbero responsabili del 60% di tutte le emissioni di diossido di carbonio di provenienza industriale nel Regno Unito, mentre secondo stime provenienti dai Paesi Bassi e dal Regno Unito, i rifiuti commerciali e industriali delle Pmi rappresenterebbero il 50% del totale. Il che dimostra che le Pmi devono ancora realizzare progressi considerevoli in materia di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni.

Molti studi regionali e nazionali evidenziano che la maggior parte delle Pmi ha una scarsa consapevolezza degli effetti che produce sull'ambiente e poche conoscenze dei modi per controllarli. Secondo uno studio britannico recente e ben documentato realizzato da NetRegs, solo il 7% dei responsabili di Pmi è consapevole delle ripercussioni ambientali delle loro attività, cifra che passa al 41% quando si chiede loro il parere su un elenco di attività.

Un'indagine svolta dall'Institute of directors (Iod, Uk) ha mostrato che i responsabili di Pmi operanti in settori quali l'edilizia, le miniere, i trasporti o l'industria manifatturiera avevano un livello di conoscenza relativamente modesto dei loro impatti ambientali: nei primi tre settori il 52% e nell'ultimo il 59% ha dichiarato di saperne "non molto" o "poco". E solo il 26% dei dirigenti aziendali dell'industria manifatturiera ha affermato di conoscere "molto" o "abbastanza" l'iniziativa Reach.

Un ulteriore ostacolo – sicuramente da non sottovalutare - per il rispetto della normativa deriva inoltre dalla percezione che la sostenibilità ambientale sia costosa e porti pochi benefici all'impresa.
Prendendo atto di tale situazione l'Ue ha ritenuto necessario elaborare un programma per agevolare l'applicazione della normativa comunitaria per le Pmi.
Il documento di lavoro - preparato dalla Direzione generale dell'ambiente della Commissione della Comunità europea – dovrebbe dunque servire come punto di partenza per l'elaborazione del programma di assistenza per le Pmi. Un programma facoltativo a cui le Pmi volontariamente possono aderire.

Gli studi e lo stesso documento hanno dimostrato quindi come una gestione ambientalmente più sostenibile possa comportare in realtà - così come afferma la stessa Commissione – numerosi vantaggi economici e finanziari.
I vantaggi più ovvi sono costituiti dalla riduzione dei costi resa possibile da sistemi di gestione ambientale che consentono risparmio di energia e di materia con la conseguente individuazione dei processi suscettibili di miglioramento e la creazione di nuovi sbocchi commerciali grazie agli appalti pubblici ecologici e allo stimolo dell'innovazione. Ma anche miglioramento dell'immagine dell'impresa agli occhi dei consumatori e delle istituzioni.

Origine: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=9944

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