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domenica 7 ottobre 2007

De Niro e Pacino di nuovo insieme in "Righteous Kill"

De Niro e Pacino di nuovo insieme "Siamo amici da tanto, e questo aiuta"

I due attori simbolo del grande cinema americano sul set dopo "Heat"
Girando in Connecticut "Righteous Kill": detective alle prese con un serial killer

dal nostro inviato GINO CASTALDO


 De Niro e Pacino di nuovo insieme BRIDGEPORT (Connecticut) - Diciamolo pure, sono irresistibili. Vederli insieme è come se Coppola e Scorsese girassero un film a quattro mani, come se Paul McCartney e Mick Jagger incidessero un disco a due voci. Scendono dall'auto che li ha prelevati dal set circondati da un'aura fiabesca, sornioni e scapigliati, un sorrisino stampato sul volto come se a furia di interpretare esistenze altrui, il mondo per loro non avesse più segreti.

Siamo in un ameno parco nei dintorni di Bridgeport, pieno di scoiattoli e cigni. Robert De Niro e Al Pacino hanno appena girato la loro scena in un campo di baseball, una partita amichevole tra squadre di stagionati poliziotti. I due più grandi attori del new cinema americano sono tornati sullo stesso set per girare il thriller Righteous kill (in uscita nell'autunno del 2008) diretto da Jon Avnet, ambientato a New York e nel Connecticut, storia di due detective che si trovano alle prese con un vigilante diventato un serial killer.

Con loro arrivano anche il regista e l'altro interprete, il rapper Curtis Jackson, alias 50 Cent, che scodinzola come un agnellino, gentile, educato. Lascia fuori dal set la sua "arroganza rap". Dice che è qui per imparare e anche quando non deve girare va ugualmente sul set per vedere i due al lavoro. Come dargli torto?

"Per noi è divertente" racconta De Niro e Pacino annuisce sorridendo, "Jon c'incoraggia a sviluppare tutte le sfumature possibili della nostra interazione. Altri registi cercherebbero altro, lui no, e questo per noi è importante. Facciamo pochi take, tre o quattro al massimo". E Pacino conferma: "Siamo amici da tanto e questo aiuta. A volte ci si mette del tempo a trovarsi a proprio agio con un altro attore. Tra noi è facile. Ci conosciamo da più tempo di quello che normalmente è l'età delle persone con cui lavoriamo".

Non è la prima volta, a dire il vero. Il film Il Padrino li ha già immortalati nella stessa storia, anche se non comparivano mai insieme, e poi dodici anni fa ci fu Heat, in cui interpretarono ruoli contrapposti: De Niro era il ladro e Al Pacino l'investigatore. Ora sono tutti e due dalla parte della legge. Ma non è più stimolante interpretare la parte del cattivo? O almeno è in quei ruoli che hanno dato il meglio di sé.

"La natura del film è quella di un thriller" spiega De Niro, "con forti connotazioni psicologiche, e questo rende le cose più complicate, non è solo una questione di buoni e cattivi, non lo è mai del tutto". È d'accordo anche Pacino: "Ma sì, avvengono cose inaspettate, ci sono molte sorprese e in fondo poi non siamo così buoni". Il suo sorriso lascia intendere un grande gioco di recitazione.

In tutto questo, 50 Cent li ascolta adorante, infila solo qualche battuta di tanto in tanto, tipo: "Indovinate chi è il vero cattivo?", oppure "io però vengo dal ghetto" quando il regista ricorda che tutti i protagonisti sono tipicamente newyorchesi. Non è l'unico fan in circolazione. Anche il regista, impeccabile, super professionale, confessa la sua debolezza: "Sono talmente bravi che sul set danno l'impressione realistica di una forte relazione" racconta "proprio quella raccontata dal film, come se non si fossero mai visti prima. La sorpresa è vedere come riescano a essere poliziotti newyorchesi. Anche mentre sto dietro la macchina penso: sì, voglio vedere questi due, voglio vedere il film, è unico quello che fanno, sembra che non abbiano limiti quando si concentrano e si trovano davanti alla cinepresa, i limiti casomai sono quelli dell'immaginazione del regista, non certo i loro".

De Niro e Pacino vantano una lunghissima amicizia, si sono conosciuti negli anni Sessanta alle lezioni dell'Actors Studio ("ma lì non abbiamo mai recitato insieme") e parlano l'uno dell'altro con rispetto e calore, come due compagni di strada che hanno fatto percorsi diversi ma paralleli. Dice De Niro: "Nel corso del tempo abbiamo discusso spesso, volevamo fare qualcosa insieme, spesso siamo stati vicini a farlo poi le cose si fermavano per diverse ragioni. Ma è sicuramente un vantaggio conoscersi così bene e vedere come tutte le esperienze che abbiamo attraversato contribuiscano a rafforzare il nostro lavoro".

L'idea è venuta casualmente quando Bob e Avnet hanno discusso il progetto: hanno pensato che fosse l'occasione buona per chiamare Pacino. "Mi piaceva Jon come regista" conferma Pacino, "mi piaceva Bob, ma ero piuttosto interdetto a proposito della sceneggiatura, poi l'ho letta e mi ha sorpreso: chiaramente mi hanno spedito una sceneggiatura falsa per farmi accettare... (ride)".

Due grandissimi attori che sono loro stessi registi: "Sì, io ho diretto Riccardo III" ricorda Pacino, "Penso che Bob per qualche ragione sia un gran regista. Jon lo è perché guarda il mondo come un regista, non credo che necessariamente un attore possa dirigere, è per questo che quando mi definiscono un regista dico no, ho diretto, ma non sono un regista, mi piace avere il controllo di tutto, ma per un regista è naturale, questa è la differenza, posso dire che da quando ho diretto un film ho completamente cambiato il mio rapporto coi registi, questo è vero".

Alla fine viene spontaneo chiedere a 50 Cent quanto abbia imparato lavorando con due mostri sacri: "La prima cosa, e la più importante è: rilassati" dice. Ma anche lui, come tutti, deve resistere alla tentazione di chiedere a De Niro e Pacino di recitare sul posto qualche battuta celebre. Se succedesse, siamo sicuri, applaudirebbero anche cigni e scoiattoli.


Origine: Repubblica

2 commenti:

  1. Sì, sono d'accordo.
    Sono un vero spettacolo e vedremo l'esito della migliore coppia cinematografica contemporanea.
    Speriamo la sceneggiatura e la regia siano all'altezza.

    RispondiElimina
  2. concordo pienamente nella speranza di un buon film con trama, sceneggiatura e regia all'altezza di questi due grandi attori...anche se qui in Italia soprattutto per De Niro il doppiaggio di Ferruccio Amendola era insuperabile.

    In Heat in due grandi a mala pena si incontrano sul set e comunque il film resta un thriller-movie di seconda scelta.

    RispondiElimina

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