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venerdì 26 ottobre 2007

Lulu: come pubblicare libri sul web. Italiani primi nel mondo

Il sito di self-publishing: in Italia con noi 7200 volumi in poco più di 12 mesi.

Parla il fondatore dell'azienda Usa, Bob Young



 Lulu, il libro si pubblica sul web e gli italiani sono primi nel mondo MILANO - Cresce il self-publishing, la possibilità cioè di pubblicare veri e propri libri, mentenendo il diritto d'autore, e venderli online. E cresce soprattutto in Italia, dove Lulu.com, il sito di self publishing sbarcato a ottobre 2006 nel mercato italiano e presente all'ultima edizione di Smau, dichiara di aver prodotto 7200 libri in poco più di 12 mesi.

Per la nuova creatura di Bob Young, co-fondatore della più conosciuta società di sistemi operativi Gnu/Linux, la Red Hat, l'Italia non è solo il paese dove passare preferibilmente le vacanze, ma una gallina dalle uova d'oro. Il mercato italiano ha scalato infatti le vette delle classifiche e si è posizionato al numero uno per produzione e vendita di libri pro capite secondo l'azienda.

"Per un motivo prettamente culturale", ci dice Young incontrato alla 44esima Esposizione Internazionale di Information e Communication Technology che si è chiusa sabato a Milano. "Gli italiani", continua, "rispetto al nord Europa o anche agli Stati Uniti non si vergognano di esprimere le proprie vocazioni artistiche o più semplicemente i propri pensieri".

Ma se questo è più comprensibile per gli esordienti, per coloro cioè che hanno ricevuto più di un rifiuto dalle case editrici, ecco la sorpresa: tutto ciò vale anche per autori già affermati. Per non parlare di coloro che non si sono mai rivolti a un editore e che, dopo aver pubblicato su Lulu, hanno ricevuto una telefonata da parte di note società editoriali.

Qualche esempio? Giuseppe Genna, nome conosciuto alla Mondadori, e romanziere a dir poco prolifico, che si è affidato a Lulu per produrre e vendere online il suo ultimo "Medium". Roberto Vacca, professore e conduttore Rai, che dopo aver pubblicato con Mondadori, Bompiani, Fabbri e Rizzoli, ha deciso di ripubblicare e vendere "Crude and Evil" in inglese su Lulu. E ancora: Maurizio di Bona, classe 1971, disegnatore per Beppe Grillo e Smemoranda e che su Lulu pubblica e vende "Scarabocchio Ergo Sum".

Che dire di Emilio Cambiaghi o di Antonello Oggiano? Chi sono? Due emeriti sconosciuti che hanno trovato però un editore senza cercarlo. Il primo è stato contattato dall'editore Mursia che su Lulu aveva notato il suo "Manuale di autodifesa del tifoso juventino". E il secondo è stato richiesto da Macro Edizioni per il suo "Mandiamo la Juve in B".

Insomma, un popolo di eroi, navigatori (web), ma soprattutto di scrittori. Questa è l'Italia secondo Lulu. E se negli Stati Uniti il best seller è "Finding the CAN in cancer" ("Trovare la speranza contro il tumore") che ha venduto oltre 40mila copie online, in Italia "I racconti di CasaLuet" di Susanna Trippa sta riscuotendo l'attenzione di critica e di migliaia di utenti-lettori. Così come finiscono nel carrello acquisti di molti utenti inchieste autoprodotte come "Le vie infinite dei rifiuti" di Alessandro Iacuelli, o vere e propri "how-to" come "Guida per Investire in Brasile" di Giovanni Caporaso o "Come pagare Zero tasse. I paradisi fiscali" di Giovanni Caporaso.

Autori noti o meno noti che le case editrici guardano con attenzione alla ricerca di una novità, di un best-seller, come la stessa Mondadori con cui Lulu mantiene contatti segnalando quanto succede nella sempre più grande comunity che si è formata intorno al sito. Ne è ovviamente contento il suo fondatore, Bob Young, che allo Smau ha annunciato in anteprima l'accordo con la Marvel Comics, tanto che gli utenti presto potranno pubblicare e stampare calendari o libri o cd scegliendo fra gli eroi preferiti, dall'Uomo Ragno all'incredibile Hulk, da Capitan America ai Fantastici 4. E che non nasconde qualche imbarazzo quando gli si domanda se e come Lulu rappresenta un buon esempio di progetto Web 2.0. "Qualche mese fa abbiamo vinto il Web 2.0 Award, ma di fatto questa è una definizione che lascia il tempo che trova", ci dice e conclude: "Se è vero come dicono che si tratta di progetti in cui l'utente partecipa attivamente fornendo contenuti e generando businness, allora siti Web 2.0, ovvero buoni siti, ne sono sempre esistiti, pensate allo stesso eBay".

Fatto sta che in un anno la società ha cambiato sede già due volte, e se è vero che un qualsiasi Umberto Eco non pubblicherà su Lulu.com nei prossimi mesi, dicono, forse un un nuovo Umberto Eco potrebbe essere scoperto proprio lì, sugli scaffali di una pagina web.


Origine: Repubblica

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