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sabato 12 gennaio 2008

La sanita' carceraria passa al servizio sanitario nazionale



LA SANITA' CARCERARIA
PASSA AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE


Firenze 12 gennaio 2008. Organizzata dal Forum Nazionale  per il diritto alla salute dei detenuti e delle detenute, si è tenuta oggi a Firenze una giornata di studio sulla salute della popolazione detenuta.
L'occasione è stata data  da un provvedimento presente nella finanziaria, articolo 2, commi 283 e 284, che decreta "Il trasferimento al servizio sanitario nazionale di tutte le funzioni sanitarie svolte dal dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e del dipartimento della Giustizia minorile del ministero della Giustizia".
Per l'operazione sono stati stanziati  157,8 milioni di euro per il 2008, 162,8 per il 2009 e 167, 8 a decorrere dal 2010.
I lavori, coordinati da Roberto Bocchieri, sono iniziati con un  intervento di Bruno Benigni che ha fatto una sintesi delle riforme realizzate nel nostro paese e ha valutato postivamente questo cambio di indirizzo, che, anche se presenterà dei problemi, rappresenta sicuramento un passo avanti nel superamento della separazione delle prestazioni e dei diritti fra cittadini.
Molto dipenderà dalla capacità del territorio di farsi carico di questi  nuovi assetti sanitari per cui ha posto in primo piano le capacità di accoglienza della comunità.
In questo senso la Toscana può  vantare esperienze pilota di primo piano e quindi essere particolarmente avvantaggiata da questi cambiamenti.
Enrico Rossi, assessore alla salute della Regione Toscana, ha dato indicazioni per mettere immediatamente in moto la riforma, coinvolgendo innazitutto l'assemblea degli assessori regionali.
Ha quindi chiesto al Forum di mettersi intorno a un tavolo, da  subito, in modo da potergli portare proposte concrete nel giro di  un paio di settimane. Ha quindi sottolineato l'importanza della  integrazione che si contrappone alla separatezza attuale. Il problema è però anche un cambio di cultura che trasformando la  visione che i cittadini hanno del carcere, renda più agevoli i rapporti.
Franco Scarpa, direttore dell'OPG di Montelupo  ha insistito sulla necessità di lavorare per costruire modelli utili al trasferimento  delle funzioni.
Patrizia Giuliani, della Funzione pubblica CGIL  nazionale, ha sottolineato la complessità che sempre accompagna i problemi dela salute e ha sostenuto la necessità di spostare il potere dei modelli verticistici a quello di progetti sperimentali verificabili sul campo.
Giacomo Tizzanini, vicesindaco di Montelupo Fiorentino, riprendendo il discorso di Benigni sulla comunità accogliente,  ha ricordato l'importanza del Comune nell'opera di trasformazione dell'OPG. "I Comuni, ha detto, sono sulle barricate tutti i giorni, anche se non sempre ne hanno le competenze". Al più presto bisogna stabilire modi e tempi del passaggio.
Alessandro Margara, Presidente della fondazione  Michelucci, ha rilevato come le indicazioni della finanziaria siano  di segno contrario a quelle che provengono dal codice penale, comunque questa territorializzazione è senz'altro positiva anche per le implicazioni dei rapporti che stabilisce tra interventi sulla salute e interventi sulla sicurezza.
La seconda, infatti,non deve andare contro la prima.
D'altra parte, il sistema sanitario ha i suoi sistemi di sicurezza per cui non c'è bisogno di ricorrere a personale specifico.
Franco Corleone, garante dei diritti alla salute dei carcerati, ha sostenuto che è necessaria una riforma per la salute ma anche per un carcere diverso, perchè le condizioni di vita del carcere fanno ammalare. 
Ha quindi ricordato l'importanza del fattore economico, ci sono infatti, in Toscana, detenuti tossicodipendenti che non possono  andare in comunità perchè non viene pagata la retta.
"La riforma  viaggia, ha detto, se si immette da subito un meccanismo innovatore".
"Già il mandare subito in carcere, gli stessi  materassi ignifughi dell'ospedale farebbe capire subito ai detenuti che si è passati da un campo all'altro.
Gemma Brandi, medico del carcere di Sollicciano, ha detto che maggiore salute significa maggiore sicurezza anche fuori dal carcere in termini di benessere della cittadinanza.
Se i detenuti sono più seguiti, se si ascoltano, si curano, stanno meglio e anche i rapporti con gli operatori cambiano: è proprio questo che chiede il personale.
Il problema è che si va a passare la salute del carcere a un sistema di salute esterno pubblico che attualmente è in crisi.
Non ci si è scollati dall'idea che salute sia sanità, ossia c'è una idea interamente sanitaria della salute.
Cosa significa oggi maggior salute?
La povertà del paese è la povertà della sanità.
Ascoltando gli interventi pensavo a tutte le lotte fatte per superare i manicomi, modificare gli OPG, per dare ai ricoverati i diritti di tutti.
Ma pensavo anche a quelle fatte per liberarsi dalla necessità del carcere.
Oggi la sanità esce di galera perchè lo ha già fatto tanti anni fa in città come Parma, dove l'assessore Mario Tommasini, d'accordo con il vescovo Cocchi, non ha permesso che cinque giovanissimi, che avevano ucciso un  coetaneo al campo Federale, fossero stritolati dai meccanismi istituzionali.
Tutta una comunità accogliente si coalizzò intorno a loro e riuscì a tirarli fuori ad affidarli alle famiglie, a dar  loro un'altra possibilità.
Anni dopo Tommasini, dopo un'assemblea, fu avvicinato da un giovane con un bambino, assieme a una ragazza. "Lei è Tommasini?, sì,e lei?
Sono un dei cinque del Federale. Ho un lavoro, una moglie, dei figli. Lei mi ha ridato la vita".

Saluti Paolo Tranchina



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From: Paolo Tranchina <tranteo@cosmos.it>

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