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mercoledì 13 febbraio 2008

Android: parla uno dei "padri" dei cellulari da 100 dollari


Parla uno dei "padri" di Android:

 "Cellulari anche da 100 dollari"

Intervista a Rich Miner, della divisione mobile di Google. "Ormai manca poco, il sistema per cellulari è quasi pronto"Come è nata e come si sta sviluppando la piattaforma che vuole inserirsi in un settore dove ci sono già Microsoft, Symbian, Apple
di JAIME D'ALESSANDRO


 Parla uno dei Repubblica BARCELLONA - E' una sorta di fantasma che aleggia sul ricco mercato della telefonia mobile. Promessa di una rivoluzione che in teoria potrebbe cambiare di molto gli equilibri attuali. Eppure Android, il sistema operativo per cellulari di casa Google del quale tanto si è parlato ultimamente, resta ancora nascosto. Minaccia invisibile e inconsistente, per ora, che però spaventa. Una volta sul mercato sarà infatti un concorrente duro da battere per Microsoft, Symbian, Apple. A Barcellona, durante il Mobile World Congress, Android ha fatto una fugace apparizione sotto forma di prototipo mostrato da qualche costruttore di microchip per cellulari. Una assenza più che una presenza vera e propria, ma che si è fatta sentire parecchio. Abbiamo intervistao in esclusiva Rich Miner, uno dei massimi dirigenti della divisione Mobile di Google, per capire come stanno realmente le cose.

Del vostro sistema operativo si sente molto parlare, eppure per ora si è visto davvero poco. Ma esiste davvero?
"Certo che esiste. Ed è sostenuto da una alleanza fra Google e tanti protagonisti del mercato della telefonia mobile fra costruttori di cellulari, operatori, software house, aziende che fabbricano microchip. Un ecosistema composto da 34 compagnie che ha consentito ad Android di crescere".

Cos'è esattamente?
"E' un ambiente aperto e completo per far funzionale un telefonino di ultima generazione. La dotazione base comprende il browser per navigare in Rete, la mail, il lettore multimediale compatibile con tutti i file video e audio più comuni in circolazione, l'agenda e Google Maps".

Come e quando è nato?
"Android in origine era una compagnia, fondata da me e da altre persone più di tre anni fa. Gente con una lunga esperienza nel settore stanca della mentalità chiusa delle maggiori aziende telefoniche. Noi volevamo invece costruire una piattaforma aperta, dato che le esistenti sono controllate da qualcuno e quindi limitate, così ne parlammo con i ragazzi di Google. Speravamo di trovare una qualche forma di collaborazione, non pensavamo fossero interessati ad acquistare tutta la socità. Ma a quei tempi sia loro sia la Apple stavano cominciando a capire che sono prioprio i cellulari gli apparecchi tecenologici più comuni al mondo. Ogni anno ne vengono lanciati sul mercato oltre un miliardo contro 200 milioni di Pc. Sono la piattaforma ideale per Google, che ha come missione l'organizzare dell'universo delle informazioni digitali per renderle accessibili a tutti".

Non bastavano i cellulari di terza generazione per rendere il verbo di Google tascabile?
"No, sono troppo limitati e spesso funzionano male".

Così avete iniziato a costruire Android. Ora a che punto è?
"Quasi finito. Arriverà nella seconda parte dell'anno".

Su quale tipo di cellulare e costruito da chi?
"Abbiamo degli accordi con quattro aziende: Lg, Samsung, Motorola e Htc. Ma è ovvio che chiunque voglia utilizzare Android potrà farlo gratuitamente in seguito".

Manterrete una qualche forma di controllo sui telefonini che lo useranno?
"E' un sistema open source. Una volta che il primo cellulare sarà sul mercato tutti potranno adoperarlo e modificarlo gratuitamente senza dover rendere conto a noi o ad altri. Attualmente stiamo lavorando a stretto contatto con i produttori che ho citato prima, ma solo per esser certi che i modelli iniziali funzionino perfettamente".

In genere un sistema operativo per cellulare ha un costo variabile, a seconda delle applicazioni che contiene, che va dai 10 ai 30 euro. Voi invece non prenderete un soldo dalla distribuzione di Android. Chi ve lo fa fare?
"Google non guadagna vendendo software, le sue entrate derivano dalla pubblicità inserita nei servizi che milioni e milioni di utenti consultano ogni giorno. Quel che conta per noi è che Android sia un sistema facile da usare, molto potente, e con un fantastico web browser capace di diventare un veicolo straordinario per la pubblicità. Una pubblicità discreta, come è nel nostro stile, e molto attinente al tipo di utilizzo che gli utenti faranno del cellulare. E anche se non sempre saremo in grado di monitorare le loro attività, è possibile infatti che qualcuno sviluppi una versione di Android che ce lo impedisca, la possibilità di navigare su Internet così facilemnte comunque li porterà sul nostro motore di ricerca".

Molte aziende di questo settore stanno producendo apparecchi estremamente sofisticati dal punto di vista tecnologico ma non sempre facili da usare. Android sarà davvero così diverso?
"La semplicità d'uso è una delle nostre priorità. Bisogna però tener presente che molti dei problemi dei cellulari di oggi nascono dalla mancata integrazione fra le applicazioni native, l'agenda ad esempio, e altre più complesse inserite in un secondo tempo. Le prime sono spesso parte di sistemi operativi proprietari, sviluppati dagli stessi costruttori, le seconde invece sono di società esterne e scritte per lo più in Java. Android è invece è un ambiente omogeneo. Tutte le funzioni sono nate al suo interno, così come quelle che verranno create da altri. E ce ne saranno migliaia. Basti pensare che il nostro kit di sviluppo è stato scaricato più di 7000 volte".

Che tipo di cellulari saranno quindi i primi "GPhone"?
"Sicuramente di terza generazione e alcuni avranno il wi-fi integrato. Ma su questo punto non posso dire di più per ora".

Mettiamola così allora: quale sarà il telefonino tipo con Android?
"Ce ne saranno di tanti tipi. Ma credo che i modelli più diffusi saranno quelli con le caratteristiche base".

Quindi apparecchi che consentano di navigare su Internet, telefonare, mandare sms, consultare le mail, l'agenda o le mappe di Google?
"Esatto. Non credo ci sia molto bisogno di altro. Anzi, è più che abbastanza. Quante persone hanno un cellulare con la macchina fotografica ma non sanno nemmeno come portare sul Pc o in Rete le proprie foto? Questo significa che c'è un problema, o meglio che molte delle caratteristiche dei telefonini avanzati non vengono sfruttate. E allora perché inserirle?".

Sarà possibile costruire un cellulare con Android con lo schermo multitouch stile iPhone?
"Certo".

A proposito: Steve Jobs, quando presentò l'Apple iPhone, disse che il suo obbiettivo era conquistare l'1% del mercato. Voi di Google invece a cosa puntate?
"Non abbiamo una meta precisa. Credo però che l'anno di Android sarà il 2009, quando sul mercato ci saranno molti apparecchi che lo utilizzeranno. Solo allora si potranno fare considerazioni sulle sue potenzialità".

Che tipo di accordo avete con gli operatori?
"In generale stiamo parlando con tutti per cercare di avere cellulari di terza generazione poco costosi, dove l'accesso a Internet non sia caro e che permetta di scaricare qualsiasi applicazione senza spendere un capitale".

Cellulari di terza generazione economici? Suona un po' utopico.
"Ora forse, ma sono certo che a metà del 2009 ne vedremo uno lanciato a meno di 100 dollari".

Quale?
"E' troppo presto per scendere nei dettagli".



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