La batteria del cellulare si ricarica camminando | |
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Funzionamento dell'apparecchio |
Corriere.it Oramai nelle tasche, negli zaini o nelle borsette di chiunque è presente almeno un gadget tecnologico portatile. E che sia un cellulare, un palmare o un lettore Mp3, il problema di tutti è sempre lo stesso: la durata delle batterie. Se non si ha quella di scorta, se ci si è dimenticati di portare con sé il caricabatteria – o non si ha a disposizione una presa cui attaccarlo – è assai probabile che prima o poi, nell'arco della giornata, il prezioso dispositivo si spenga, lasciando il proprietario senza intrattenimento mobile o possibilità di comunicare. A meno che non si disponga di una "dinamo bionica", come quella messa a punto da un team di scienziati americani e canadesi.
Lo strumento tecnologico sviluppato dai ricercatori – battezzato Biomechanical Energy Harvester e descritto sulla rivista Science (http://sciencenow.sciencemag.org/cgi/content/full/2008/207/1) – è infatti una sorta di ginocchiera hi-tech che permette di trasformare in energia elettrica il lavoro meccanico del corpo che la indossa.
Il principio che permette a tale dispositivo di raccogliere energia dal lavoro dei muscoli, è analogo a quello che sta alla base dei motori delle auto ibride e conosciuto come "freno rigenerativo", che in pratica sfrutta l'energia (calore) dispersa durante il rallentamento di un mezzo, recuperandola e accumulandola in una batteria che poi servirà a sua volta da alimentatore.
Il dispositivo (che pesa circa un chilo e mezzo) ha permesso di produrre circa 13 watt da una semplice camminata, ovvero la quantità di energia necessaria a effettuare una telefonata media da un cellulare. In pratica, quindi, per ricaricare la batteria del telefonino e disporre, per esempio, di 30 minuti di conversazione sarebbe sufficiente indossare la dinamo e camminare per un minuto. In passato sono stati sviluppati altri dispositivi simili, in grado di recuperare energia per la produzione di energia, ma con scarso successo.
Nel 2005 è stato realizzato per esempio uno zainetto biomeccanico in grado di convertire il movimento del corpo in elettricità, ma il peso eccessivo (circa 38 chili) non ne ha facilitato l'adozione. Il Biomechanical Energy Harvester potrebbe essere adottato da militari ed escursionisti, ma secondo gli scienziati troverà valida applicazione anche nel campo delle protesi mediche: incorporando il sistema all'interno di protesi del ginocchio o di dispositivi impiantabili che necessitano di sostituzioni di batterie, sarebbe possibile risparmiare ai pazienti gli interventi chirurgici del caso.
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