Qui Beat Kuert e dust&scratches proseguono una ricerca sull'essere umano: una donna affamata di stimoli e soddisfazioni, ma anche in cerca di punti di riferimento per la propria esistenza. In realtà questa donna - come intuibile dal doppio senso racchiuso nel titolo - include in sé anche l'uomo, ogni uomo.L'arte visiva di questo laboratorio è caratterizzata da uno stile nervoso e fortemente riconoscibile, in cui è evidente il retaggio dell'immagine digitale.
Con talvolta rimandi alle opere di un maestro della videoarte, Nam June Paik, l'immagine qui è sgranata e semplificata anche in termini cromatici: i colori sono pochi, netti e saturi. Sovente son presenti fraseggi realizzati in altri linguaggi, quello testuale e quello musicale in primis. Da queste opere si evince l'interesse di Beat Kuert per molti ambiti artistici, che si sostanzia - poi - nella natura collettiva e multidisciplinare del gruppo dust&scratches.
I quattro giorni di apertura della mostra saranno animati da un programma fitto: dopo la performance dal vivo all'inaugurazione di giovedì 28 febbraio, dalle ore 19, che metterà in gioco la corporeità di due giovani attrici mosse da sensualità propriamente femminile e aggressività animalesca, venerdì 29, sabato 1 e domenica 2 marzo verranno proiettati dei video di Beat Kuert, sia già presentati pubblicamente che in prima assoluta.La mostra è curata da Riccardo Lisi e si propone come una nuova tappa del rapporto col pubblico che questo collettivo sta creando nei suoi pochi anni di esistenza.
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