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mercoledì 27 agosto 2008

COME AVVIENE UNA GRANDE SPECULAZIONE:IL CASO DI COPPOLA PINETAMARE

 


UN DOCUMENTO CHE FA IL PUNTO SU 40 ANNI DI SPECULAZIONE, CONNIVENZE ED INERZIE DELLE ISTITUZIONI DEL NOSTRO PAESE.

Il documento è stato redatto dal Wwf ed il sottoscritto, meritevole di essere conosciuto ,lo porta a conoscenza dei cittadini.


Di Raffaele Pirozzi



COME AVVIENE UNA GRANDE SPECULAZIONE.




Villaggio "Coppola Pineta Mare" sul litorale Domizio

(Comune di Castel Volturno – Caserta)



Simbolo della speculazione edilizia, Villaggio Coppola Pineta Mare, è una vera città abusiva: un milione e mezzo di metri cubi realizzati, una superficie di circa 48 km quadrati per un valore presunto di circa 100 miliardi, costruiti su spiaggia e pineta demaniale, senza concessioni edilizie ed autorizzazioni paesaggistiche, una vera e propria città abusiva".

L'insediamento nasce nei primi anni '60 ed oggi comprende migliaia di abitazioni, alberghi, centro congressi, chiesa, caserma dei carabinieri, ufficio postale scogliere artificiali e porto.

Per anni si sono susseguite denunce di Polizia, Carabinieri, cittadini e del WWF, che ha inviato la prima denuncia nel 1974, le quali hanno determinato l'inizio di molteplici procedimenti amministrativi e penali senza mai arrivare ad una condanna della società costruttrice di proprietà di Vincenzo Coppola.. Si tratta di uno dei casi più eclatanti di abusi edilizi sulle coste italiane, con un intreccio di corruzione e connivenze gravi, avvenute negli anni '70, da parte di politici e magistrati.

La storia giudiziaria di quello che è stato sicuramente uno dei più gravi e scandalosi casi di rapina del territorio e di illegalità è emblematica : un primo procedimento penale, avviato dalla Pretura di Capua nel 1975, era finito con la scandalosa assoluzione degli imputati da parte del Tribunale. La stampa dell'epoca disse che, tra l'altro, il presidente del Tribunale era proprietario di appartamenti nel "Villaggio Coppola". Dopo venti anni di denunce del WWF e di alcuni amministratori locali, nel '97, solo grazie alla tenacia di alcuni magistrati del Tribunale di S.Maria Capua Vetere, in particolare il Dott. Donato Ceglie, si apre un nuovo processo nel quale il WWF Italia si è costituito parte civile, conclusosi però prima ancora di iniziare, a causa della morte dell'unico imputato.

Quando nel 1998 si insedia il primo commissario straordinario di Governo per le aree demaniali (il Prefetto Ciclosi) , i giudizi pendenti sono 165. Finalmente si passa ad una nuova fase, più incisiva nella gestione della vicenda: vengono nominati due comitati operativi, nazionale e periferico, per coordinare le diverse attività e gli interventi; nel febbraio 1999 comincia la demolizione del mostruoso viadotto sopraelevato, di 1 km di lunghezza, mai terminato, a spese della famiglia come prima , parziale, riparazione del danno. Successivamente viene nominato il nuovo commissario straordinario di Governo (prefetto Trevisone) che promuove un accordo con gli eredi Coppola per la conclusione della vicenda. Parte importante dell'accordo riguarda la conclusione dell'abbattimento delle otto "torri" a spese sei Coppola ed il ripristino dei siti. Paradossalmente è risultato che l'unico terreno non demaniale è proprio quello sui cui sorgono i palazzoni, quindi i Coppola cedono il terreno allo Stato che poi esegue la demolizione a loro spese.

Il 16.5.2001 si è proceduto finalmente all'abbattimento della prima delle otto "torri" (la n° 8 ).. Il 6 febbraio 2003 è previsto l'abbattimento di altre due torri (n° 6 e n° 7 ) . Questi abbattimenti assumono anche un importante significato simbolico di forte presenza dello Stato in un territorio martoriato non solo dagli abusi edilizi , ma anche da una difficile situazione sociale


I processi

Nel febbraio 2000 sono ricominciati due dei tanti processi che riguardano Villaggio Coppola. Il primo a carico di Cristofaro e Francesco Coppola, e della vedova di Vincenzo Coppola, con l'accusa di violazione del Codice della Navigazione, deturpazione di bellezze naturali, occupazione abusiva di demanio pubblico con la realizzazione di 20 scogliere artificiali, deviazione di acque. Il WWF si costituisce parte civile anche in questo nuovo processo, in sostituzione del Comune di Castel Volturno (sciolto per infiltrazioni mafiose) e della Provincia di Caserta. La complessa vicenda processuale ed amministrativa non si chiuderà in tempi brevi. Se anche, alla fine, fossero demoliti il milione e mezzo di metri cubi di costruzioni, ci vorranno 80 anni per ripristinare gli ecosistemi originali, con il sistema dunale e la vegetazione distrutti.

L'urbanizzazione selvaggia ed illegale del Litorale Domizio nell'area di Pinetamare, a sud della foce del fiume Volturno, ha modificato totalmente la linea di costa e distrutto la duna costiera: oltre alle migliaia di costruzioni, nel 1974 venne realizzato un approdo turistico sfruttando un alveo abbandonato dei Regi lagni (il sistema di canali di irrigazione realizzato dai Borboni), collegato al mare attraverso un canale artificiale protetto da moli, di un molo foraneo, realizzato a difesa del canale d'ingresso alla darsena principale.


Com'è facilmente intuibile la situazione sociale ed economica dei posti è drammatica: il Comune sciolto per sospette infiltrazioni camorristiche, presenza massiccia di ogni genere di delinquenza (prostituzione, spaccio di droga, etc.), alto tasso di disoccupazione. Quanto alla situazione urbanistica, solo nel Comune di Castelvoturno sono censite oltre 12.000 costruzioni abusive (quasi tutte prive ovviamente delle urbanizzazioni primarie, quindi dei servizi essenziali).

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PROPOSTE DEL WWF


La fascia litoranea del Comune di Castelvolturno, dalla foce del fiume Volturno fino al lago di Patria, nonostante il degrado attuale, costituisce un vasto ecosistema naturale che necessita di adeguata tutela, valorizzazione, e di oculate azioni di recupero. La maggior parte delle risorse naturalistiche ancora presenti sul territorio sono da interpretarsi come "residuali" ma, allo stesso tempo, di primaria importanza in quanto rappresentano le ultime, preziose testimonianze di un assetto naturale in via di progressiva e veloce disgregazione. Nonostante la situazione di abbandono e degrado, l'area merita di essere conservata e protetta per le caratteristiche naturali molto interessanti.


Per arrestare il processo di degrado queste le proposte del WWF

  • Abbattimento delle "torri" a spese delle Società costruttrici;

  • Acquisizione da parte del Corpo Forestale della pineta, che è in uno stato di degrado totale ( il progetto di "riqualificazione e fruizione" già finanziato dal Governo, prevede addirittura la recinzione ed il telecontrollo dell'intero perimetro).

  • La cessione di 60 ettari di terreno di proprietà Coppola per la riforestazione.

  • Rifacimento degli arenili ed abbattimento delle costruzioni non finite, di rustici, etc.

  • Riqualificazione (con ridimesionamento) del porto turistico

  • Eliminazione dei pennelli a mare, bonifica e realizzazione di reti fognarie.

  • Risistemazione dell'intero tratto costiero (21 Km) dove ci sono oltre 200 "stabilimenti" o comunque attività di vario genere, di cui solamente 38 titolari di regolare concessione. Praticamente sono tutti abusivi, anche perché sembra che la Regione Campania non abbia mai adottato un "piano per l'utilizzazione delle spiagge". Il piano dovrebbe eliminare tutti gli abusivi e regolarizzare solo chi realizzerà strutture ("leggere") secondo un progetto presentato dal Commissario.

- istituzione della già prevista Riserva Regionale "Foce Volturno e costa di Ischitella-Licola;

- Nelle zone dove si nota un lento ma progressivo avanzamento naturale della vegetazione divieto di ogni modificazione del suolo e delimitazione di zone di rispetto ;

- per limitare la pressione antropica, specialmente nel periodo estivo, è fondamentale l'osservanza e la corretta divulgazione delle norme sulla protezione della vegetazione esistente, con il divieto di autorizzazioni alla realizzazione di costruzioni stabili sulla duna. Nessuna nuova attività deve essere concessa, in particolare quella connessa al passaggio dei veicoli a quattro e due ruote (vedi trattori, altri mezzi cingolati, fuoristrada e motociclette).

- La pulizia del litorale deve essere eseguita senza l'utilizzo di mezzi meccanici per evitare la distruzione delle specie botaniche importanti per la ricostituzione dell'ecosistema dunale. Le spiagge devono essere fornite di un alto numero di contenitori gettarifiuti, inoltre le aree dove si deve ricostituire la duna deve essere pulita a mano.

  • Si ritiene utile anche effettuare delle massicce campagne di informazione e sensibilizzazione dei residenti e turisti e si deve recintare o comunque delimitare ogni zona di spiaggia in fase di «ripresa naturale».




NAPOLI, 27/08/08


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