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mercoledì 17 febbraio 2010

LaFaenzaCeramica fa rivivere le creazioni di Carlo Zauli

Zauli Collection di LaFaenzaCeramica è molto più di una semplice collezione. È la memoria storica di una delle più grandi firme dell’arte ceramica moderna. Una ricca collezione in porcellanato smaltato che, attraverso tre linee di prodotto - Leopardo, Quadrato, Universo - riproduce e rivisita le migliori creazioni di Carlo Zauli: artista, scultore tra i più importanti del ‘900 e fondatore del marchio LaFaenzaCeramica.
Una carrellata di suggestioni geometriche di sapore ora optical ed ora più essenziale. Quadrati, cerchi, stondature, ritmati da mille idee e trattamenti di superficie: sfumati, digradanti, concentrici, tono su tono, puntinati. Tre linee plastiche e ricche di carica estetica per una collezione unica, d’autore, esposta al MOMA di New York e al Victoria & Albert Museum di Londra, in grado di spaziare dalla esplosiva creatività degli anni ’60 al rigore degli anni ’80, in una ricca gamma cromatica che va dal beige al grigio, dal nero al verde e al viola. Con Zauli Collection il design che è entrato nella nostra storia entra nelle nostre case.

Carlo Zauli nasce a Faenza nel 1926 dove, compiuti gli studi artistici, rileva nel 1950 un vecchio laboratorio ceramico. Il suo linguaggio assume da subito un tratto contemporaneo e di ricerca, grazie al quale vince il “Premio Faenza” già nel 1953. Verso la fine del decennio puntualizza il proprio stile e giungono incarichi significativi come la realizzazione di grandi bassorilievi per il Palazzo Reale di Baghdad, per l’Hilton di Teheran e per il Poligrafico di Stato del Kuwait. Nei primi anni ‘60, Zauli precisa la propria ricerca formale e parallelamente ottiene i famosi smalti “bianchi”. Sono gli anni in cui giungono i primi successi espositivi internazionali (Madrid 1960, Johannesburg 1964, Rochester – USA 1964, Giappone, nello stesso anno). Nel 1968 esce la prima delle sei monografie sulla sua opera, a cura di Giulio Carlo Argan e Francesca Romana Fratini, mentre l’anno successivo, con le grandi “Ruote” e “Sfere” strappate, Zauli compie il suo definitivo approdo alla scultura. Tra la fine degli anni ‘60 e gli inizi del decennio successivo, trova una definizione la sua poetica più matura: i “Fremiti naturali”, “Primari esplosi”, “Genesi” e “Metamorfosi”, con le quali è invitato alla Quadriennale di Roma del ‘73. Il decennio successivo si apre con un’intensa sperimentazione di nuove materie e linguaggi espressivi, Negli anni ‘90 la sua attività creativa gradualmente si affievolisce a causa di una malattia progressiva. Carlo Zauli muore a Faenza nel gennaio 2002. Sue opere sono presenti nel mondo in 36 musei pubblici e privati.

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