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lunedì 8 novembre 2010

Lo champagne

Lo Champagne è uno dei vini più conosciuti ed apprezzati al mondo e la sua denominazione è una Appellation d'origine contrôlée (AOC), che corrisponderebbe alla nostra DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).
Questo vino d'eccellenza deriva dall'unione di diversi vitigni: il Pinot Noir, lo Chardonnay, il Pinot Meunier, l'Arbanne e il Petit Meslier.
L'indicazione riguardante il nome dei vitigni che compongono un determinato Champagne viene riportata nella contro etichetta, insieme ad informazioni su aromi e maturazione, oltre a consigli pratici per l'abbinamento ideale del vino.
L'etichetta principale invece, quella che viene posizionata sul fronte della bottiglia, riporta la denominazione Champagne, il marchio della cantina, il suo dosaggio (Demi-Sec oppure Brut) ed infine le sue caratteristiche, quali Blanc de Blancs, Blanc de Noirs, millesimato, Rosé e Cuvéè Spéciale.
I termini Brut o Demi-Sec fa riferimento ad una parte della lavorazione dello Champagne, chiamata dosaggio. Questa consiste nell'aggiungere un composto realizzato con degli zuccheri al termine del procedimento di vinificazione.
Se la quantità di zuccheri aggiunta è bassa, si ottiene il Brut, che rappresenta la quota più grande di Champagne presenti sul mercato. Questa tipologia infatti si accompagna bene a molti piatti e proprio per questo risulta notevolmente apprezzata in tutto il mondo.
L'altra tipologia è invece rappresentata dal Demi Sec, che - ricevendo più zuccheri - assume caratteri che più dolci che lo rendono vino ideale da accompagnare ai dessert.
Per quanto riguarda i formati di Champagne, esistono in commercio diverse bottiglie : si parte dalla più piccola da 20 cl, passando per la mezza bottiglia da 37,5 cl e la bottiglia normale da 75 cl, fino ad arrivare alla Magnum (1,5 litri), Jeroboam (3 litri), Mathusalem (6 litri), Salmanasar (9 litri), Balthazar (12 litri) ed infine alla Nabuchodonosor (ben 15 litri).
Nelle enoteche è possibile trovare due tipologie di Champagne: quello bianco e quello rosato. Queste due definizioni racchiudono però un mondo complesso che declina questo vino importante in numerosi sfumature di colore, a seconda del grado di maturazione del vino stesso.
Per quanto riguarda quello bianco è infatti possibile reperirne in commercio alcuni esemplari che vanno dalle tonalità dell'oro pallido a quelle dell'oro verdino, da quelle del giallo dorato a quelle del giallo ambrato.
Naturalmente non si tratta di un colore fine a se stesso, ma di un'estetica che rispecchia gusti molto differenti tra loro. In linea di massima possiamo affermare che i toni chiari indicheranno vini delicati e leggeri, mentre toni più scuri ed intensi saranno la manifestazione di vini dal forte carattere.
Lo Champagne rosato deriva dall'unione di vini bianchi e rossi oppure dalla macerazione di un vino bianco lasciato a contatto con le bucce delle uve a bacca rossa. Questa seconda alternativa è però meno frequente.
Anche per i rosati vale naturalmente lo stesso discorso affrontato per i bianchi: a diverso colore corrisponde un gusto diverso.
C'è un'ultima importante annotazione da fare sullo Champagne, che riguarda la peculiarità dei vini millesimati.
Normalmente gli Champagne vengono realizzati mediante la mescolanza di uve provenienti da annate diverse. E' proprio questo tipo di lavorazione che permette alle cantine di mantenere inalterati negli anni il gusto e l'aroma tipici di un determinato prodotto.
Esistono però eccezioni a questa regola: può infatti presentarsi un'annata particolarmente favorevole per le uve, per cui il produttore può scegliere di utilizzare solo uve della medesima annata, dando perciò origine ad un vino millesimato.
In questo caso il sapore ed il profumo del prodotto finale potrebbero differire anche sensibilmente rispetto alla classica produzione di Champagne della medesima cantina.

Chiara Bardini - Responsabile Comunicazione Everywine.biz

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