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venerdì 4 febbraio 2011

La manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici: quali rischi per gli operatori sanitari

Qualora la manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici non avvenga in ambienti e modi protetti e sicuri, l’operatore può essere esposto a seri pericoli per la propria salute.
Fra gli effetti riconosciuti si collocano infatti effetti allergici, effetti tossici locali, effetti riproduttivi e cancerogeni.
Per quanto riguarda gli effetti allergici, ad esempio, si sono registrati casi di sensibilizzazione cutanea da contatto con conseguente comparsa di dermatiti e/o eczemi alle mani, ma anche riniti, congiuntiviti o asma quali fenomeni di sensibilizzazione per via inalatoria.
Si possono poi verificare effetti tossici locali sulla cute o sulle mucose: nel primo caso eritemi ma anche necrosi tessutale nei casi più gravi. Nel secondo caso invece, oltre alle congiuntiviti, si possono verificare ulcerazioni alla cornea con conseguente danno permanente alla vista.
Studi recenti hanno inoltre accertato un aumento del rischio di insorgenza di tumori del sistema emopoietico in generale, e di leucemie in particolare, negli opertori sanitari interessati nonché, per le donne, un’associazione causale fra manipolazione di chemioterapici antiblastici e abortività e/o infertilità.
La prevenzione del rischio chimico legato alla contaminazione da CA rimane pertanto l’unico strumento disponibile per difendersi da tali effetti.
Per questo motivo alcune aziende, consapevoli della necessità di aumentare la sicurezza del personale sanitario, hanno progettato nuovi sistemi di sicurezza a circuito chiuso che consentano di trasferire, lavorando in isopressione, volumi diversificati di liquido: da una soluzione al farmaco liofilizzato e viceversa, senza dover staccare la siringa utilizzata nei trasferimenti, evitando così la formazione di aerosol ed il contatto con i farmaci.
Tali sistemi permettono sia di ricostituire i farmaci in polvere, sia il prelievo dalle soluzioni già pronte, sia il trasferimento del farmaco in sacca per la somministrazione successiva al paziente.
Il gruppo Eurospital S.p.A. forte di una esperienza nel campo della prevenzione del rischio chimico e infettivo derivato dalla manipolazione di farmaci chemioterapici antiblastici in ambito ospedaliero ha sviluppato e introdotto in questo settore il Dispositivo Medico Securmix, un sistema pensato appositamente per le operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici al fine di renderle semplici (per una corretta memorizzazione della procedura da parte degli operatori e per ridurre il rischio di movimenti ed operazioni affrettate) e sicure (per evitare la contaminazione con un farmaco cancerogeno pericoloso).
Securmix, è disponibile in due versioni, entrambe dotate di filtro idrofobico da 0,22 micron:
-    Securmix flaconi: per il collegamento per il collegamento a flaconi in vetro, con attacco luer lock con la siringa e aggancio di sicurezza al flacone;
-    Securmix sacche: Per il collegamento a sacche in plastica, con attacco luer lock per la siringa e aggancio di sicurezza sul punto di iniezione.





 

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