“Il giardino sul Nilo” è il suo primo romanzo, perché un attore come lei ad un certo punto della vita sente il bisogno di cimentarsi nella scrittura?
Questo non glielo so dire, posso parlare di me della mia esperienza. Questo romanzo mi è scappato come scappa la pipì, è stata una catarsi.
Tutto il romanzo ruoto attorno a una bellissima storia d’amore anche se molto sofferta e contrastata. Elementi riconducibili alla storia del periodo fascista ci fanno pensare che forse i personaggi sono realmente esistiti, che la storia non sia del tutto frutto della sua fantasia
Già è proprio così, nonostante l’editore e i miei legali mi hanno consigliato di celare la verità sotto quel “tutti i fatti, luoghi e persone sono frutto della fantasia e liberamente ispirati”.
Quindi è ispirato a una storia vera?
Si, i protagonisti sono realmente esistiti. Corso e Gilda, sono due membri della mia famiglia. È un romanzo autobiografico, ho cambiato i nomi ma protagonisti fanno parte del mio albero genealogico.
Quindi tutti i fatti, gli avvenimenti sono realmente accaduti?
Ho cercato di ricostruire una storia che fosse il più vicino possibile alla realtà. Non è stata cosa facile, ci son voluti tre anni per “partorire” il romanzo, ho viaggiato per recuperare carteggi, lettere, documenti, testimonianze.
Tanta fatica ma alla fine è riuscito a far rivivere i suoi antenati
Il romanzo è dedicato a mio figlio, è giusto che sappia quali sono le sue origini.
Lei non ha parlato molto della trama del suo romanzo, non vuole rivelare troppo. Un’ultima domanda, se dovesse consigliarne la lettura a chi lo consiglierebbe?
È la storia di un amore ma anche una storia di un viaggio. Ecco io lo considero un romanzo adatto alle donne, Gilda è una soubrette ma nonostante ciò è una donna seria. Lo dedico a tutte le donne “serie” che fanno parte del mondo dello spettacolo, per riscattare questa “prostituzione” che si cela sotto il mestiere di soubrette, per riscattare la figura di donna in questa nostra epoca, che è l’epoca del bunga bunga.
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