Cerca nel blog

giovedì 3 novembre 2011

Lo spettro della democrazia spaventa i mercati



Lo spettro della democrazia spaventa i mercati

All'indomani del crack finanziario del 2008 si levò un coro di voci "indignate" persino ai vertici delle più importanti istituzioni politiche mondiali (cito su tutti il presidente degli Usa) per reclamare interventi finalizzati a regolamentare e "moralizzare" i meccanismi della finanza globale, vista come "rea e perversa" e additata quale capro espiatorio.

Si invocarono varie misure tese ad arginare soprattutto il cinismo, la spregiudicatezza e la sfrenatezza dei mercati speculativi, introducendo imposte fiscali sulle rendite azionarie e sulle transazioni finanziarie. In altri termini, per impedire che le attività speculative continuassero ad attrarre plusvalore sottraendolo all'economia produttiva.

Sono passati tre anni, è in corso di svolgimento l'ennesimo summit mondiale (il G20 in Francia) e nessuna proposta politica degna di questo nome è stata mai adottata in tal senso. Né poteva essere altrimenti, considerando (appunto) le interferenze che le élite finanziarie sovranazionali sono in grado di esercitare, ricorrendo anche a mezzi spregiudicati e criminali, nei confronti delle autorità politiche ad ogni livello, limitando di fatto la sovranità e l'autonomia decisionale degli organismi eletti democraticamente.

Perciò, cianciare di "democrazia" quando questa forma di governo è destituita di ogni legittimità e ogni fondamento, non ha più molto senso. O, per meglio dire, ha senso solo se si intende rilanciare e rinvigorire il funzionamento della democrazia ripartendo dal basso, ossia promuovendo le forme e i canali della partecipazione diretta e popolare.

A tale proposito, le reazioni di panico e di feroce ostilità che le tecnocrazie europee e le oligarchie finanziarie hanno manifestato apertamente nei confronti della proposta, assolutamente legittima, avanzata dal premier George Papandreou di indire in Grecia un referendum popolare, attesta in modo inequivocabile, casomai servissero ulteriori conferme, che la democrazia è assolutamente incompatibile con il sistema capitalista.

Per rendersene conto basta leggere la dichiarazione dell'agenzia di rating Fitch: "Il referendum greco – dice Fitch - mette a repentaglio la stabilità e la vitalità stessa dell'euro". Non occorre aggiungere altre parole per commentare una simile posizione.

Ma cos'è accaduto in Grecia? Forse Papandreou si è ricordato improvvisamente di essere di sinistra? O, come è più facile immaginare, l'ondata di scioperi e le rivolte sociali sempre più estese e partecipate, le tenaci proteste popolari che hanno infiammato le città greche, a cominciare dalla capitale Atene, hanno sortito un effetto persuasivo?

E' inutile supporre quale potrebbe essere l'esito del voto referendario, a dir poco scontato: il popolo greco si pronuncerà molto probabilmente contro le misure draconiane imposte dall'alto, provocando di conseguenza l'uscita della Grecia dall'euro.

Al di là delle ipotesi sul referendum in Grecia, la questione di fondo è costituita dal diritto all'autodeterminazione dei popoli, un principio inalienabile che ispira da sempre la cultura liberale e legittima il criterio della sovranità popolare che è alla base delle democrazie moderne. Un principio che oggi è gravemente insidiato e calpestato dalle tentazioni oligarchiche e tecnocratiche insite nella natura illiberale del capitalismo.

Se questa crisi ha un  merito, consiste nell'aver messo a nudo le insanabili contraddizioni del sistema capitalista, rivelando la sua matrice autoritaria e antidemocratica, che è incompatibile con la sovranità popolare e con qualsiasi forma di governo democratico.

Lucio Garofalo




Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *