Mi va di scrivere un pezzo politicamente scorretto. È il bello di essere non solo liberi
pensatori ma di vivere senza imporsi agli altri né assoggettarsi a qualcuno
o qualcosa. Prendo spunto dai tragici fatti accaduti in Libia – dove l’ambasciatore statunitense Stevens e altri tre cittadini
americani sono morti – per riflettere sull’innocenza dei musulmani. È così che si intitola il film
considerato blasfemo realizzato dal regista statunitense di origini ebraiche
Sam Bacile che ha fomentato l’attentato contro il consolato USA di Bengasi e le
intemperanze dei fondamentalisti islamici in altre parti del mondo, fra cui l’Egitto
e lo Yemen (in realtà è solo un pretesto). È bastata la diffusione di un video promozionale per
scatenare il pandemonio e ciò dimostra ancora una volta quanto siano infiammabili
i nostri fratelli musulmani. Il trailer presenterebbe il profeta come un
donnaiolo e un truffatore. Nulla di nuovo, insomma. Maometto subì queste accuse
già da parte dei contemporanei, non solo dai suoi denigratori infedeli. Mentre i musulmani lo considerano Al-insan al-kamil (“l’uomo perfetto”), noi, i miserabili
miscredenti, continuiamo ad avanzare sospetti sulla sua integrità morale.
Tant’è che Dante Alighieri non ebbe dubbi in proposito e ficcò senza alcuna
compassione lo “storpiato Maometto” nella IX bolgia dell’Inferno (Canto XXVIII, versi 22-63). Il trailer in questione (che
ho visto) è offensivo e di qualità scadente, informato da una propaganda
anti-islamica di basso livello. Il film (che non ho visto) sarebbe stato
prodotto nel 2011 ma diffuso solo pochi giorni fa e pare sia stato finanziato
da sostenitori ebraici. Si dice sia stato promosso dal ministro carismatico
fondamentalista Terry Jones, l’uomo divenuto famoso per i roghi del Corano.
L’Afghanistan, un paese che conosco bene per averci trascorso tre mesi nel
2010, ha censurato lo spezzone del film e il Presidente Karzai ha dichiarato che i produttori della pellicola
hanno commesso un “atto diabolico”.
Che dire? Era meglio evitare questa
provocazione. Pro bono pacis,
innanzitutto. Oppure bisognava farla con più tatto e in modo quanto meno artistico.
È una questione
di stile. In ogni caso, coi tempi che corrono, dipingere Maometto come un
pedofilo omosessuale e un furfante non è il modo migliore per aiutare il dialogo
interreligioso e la convivenza. Detto questo, mi pongo però alcune domande. La prima
è: come mai che ogni
volta che qualcuno lo prende di mira si scatena l’inferno? È successo col povero Salman Rushdie,
i cui “Versi satanici” provocarono una fatwa
da parte di Khomeini (reiterata nel 2008!) che decretava la sua condanna a
morte, per cui lo scrittore britannico di origini indiane vive ancora col
terrore d’essere assassinato da un fanatico islamico. E che dire delle famose dodici
caricature del profeta che furono pubblicate nel 2005 sul quotidiano danese Jyllands-Posten, sollevando l’ira di Dio
nel mondo islamico? Diamine, non si può proprio scherzare sul cammelliere più
famoso della Storia! Ve lo immaginate un film come Jesus Christ Superstar nella versione musulmana? No, non ve lo
immaginate perché non è possibile ridere o fare parodie di Maometto, mentre è
facile prendere in giro Gesù. E sapete perché? Perché Maometto era intollerante
e manesco. Il povero Cristo, invece, porgeva l’altra guancia. Perché Maometto
se l’è spassata nel corso della sua vita, il Figlio dell’Uomo ha invece scelto
di morire sulla croce. Lo dice la Storia. Insomma, il primo era un “figo”, il
secondo era un perdente e dunque lo si può insultare e prendere in giro. Ergo,
guai a criticare il profeta Muhammad. Eppure, era fatto di carne e ossa e
qualche sbaglio l’avrà pure commesso. O no? Il fatto è che noi cristiani non
conosciamo la sua vita né tanto più il Corano.
A proposito, chi era Maometto? Era un uomo inquieto che conosceva il giudaismo
e il cristianesimo (male, però, perché non aveva letto direttamente i testi
sacri e quindi era confuso in materia) e non era soddisfatto. Si tramanda che sentiva
il bisogno di rinnovare la fede monoteista e si ritirò in una caverna presso La
Mecca, dove meditò e fu colto da visioni, sicché rivelò che Dio (Allah) era
onnipotente. Gli aristocratici della Mecca si sentirono minacciati da lui, che
evocava il castigo di Dio sugli idolatri e chiedeva loro di sottomettersi alla
sua volontà, ma non impedirono alla nuova fede di imporsi in virtù del fatto
che aveva la parvenza di una rivolta sociale. Da
allora, l’Islam è
cresciuto a dismisura, senza soluzione di continuità, manifestando quel
carattere espansionistico e teocratico che lo rende simile a uno
tsunami. Maometto era in qualche modo unto dal Signore, altrimenti
l’Islam non avrebbe raggiunto
l’importanza che ha oggi nel mondo. Ma era veramente un uomo
irreprensibile e
quindi esente da critiche?
I musulmani lo considerano un santo. Ma la verità è
un po’ diversa, come si evince dai racconti della sua vita non agiografici e da
alcune hadith. Consideriamo l’albero
(Maometto) e il frutto (Corano). La Storia ci dice che aldilà di alcune sue
indubbie qualità morali, Maometto fu comunque
un predone e conquistatore (assaltò le carovane dei Meccani), un uomo violento
uso alle imboscate, alle battaglie e alle razzie. Fu un assassino, uccise con
le sue mani molte persone e istigò i suoi seguaci a farlo (vedasi la Battaglia
del Fossato). Ed era un pedofilo. Aisha, la sua seconda moglie, aveva 9 anni
quando Maometto, che ne aveva 53, si coricò con lei (lo dicono tre hadith: Bukhari V7, B62, N64, Bukhari V7B62N65 e
Bukhari V7B62N88). Era poligamo, ebbe più di 4 mogli e 16
concubine. Tuttavia considerava le donne esseri inferiori, come si evince dalla
lettura del Corano, e basta
riflettere sulla attuale condizione femminile della donna nella maggioranza dei
paesi musulmani per rendersi conto che la misoginia è una cifra indissolubile
dell’Islam. Tra l’altro, Maometto concesse ai suoi uomini di stuprare alcune
donne prese prigioniere (Bukhari
V7B62N137, Bukhari
V9B93N506 e
Bukhari
V3b34n432). Queste
non sono opinioni o luoghi comuni, sono
elementi storici. Infine, Maometto usò la religione per sottomettere
l’Arabia e
nel creare una nuova confessione scopiazzò l’ebraismo e riadattò ai suoi
fini
il cristianesimo. Non è un caso che la parola Islam significhi
“sottomissione”. Egli impose il suo credo con la spada. Ma veniamo al
frutto. Va
da sé che i musulmani non approveranno la mia epitome ma i fatti gridano
più
forte delle parole. Per quanto ci siano nel Corano
passi molto belli e condivisibili, è altrettanto vero che contiene un’infinità
di incongruenze e insegnamenti deprecabili. Fondamentalmente, è un libro confuso in cui si predica
la violenza e l’intolleranza verso gli altri, gli infedeli. Dopo averlo letto
attentamente, si giunge alla conclusione che non è un testo profetico né sacro
ma un manuale che Maometto mise insieme per giustificare i saccheggi e le
prevaricazioni di cui si rese attore e promotore. Il “grandemente lodato” è
stato un grande leader politico e ha usato la religione per giustificare le sue
mire di potere e il suo comportamento. Non credo
invece sia stato un riformatore. Cos’ha detto di nuovo, salvo celebrare il
nefando matrimonio tra la religione e la politica? In effetti, l’Islam è una
religione sincretista e politica in cui il regno di Dio è di questo mondo. Un
Dio al quale l’uomo deve sottomettersi. Perché mai? Mi chiedo come si possa
concepire un Dio che è simile a un despota medievale e che ci chiede la sottomissione.
Personalmente, credo che Allah sia un’invenzione, come ogni altra divinità
creata dall’uomo. Esiste un principio d’amore primordiale, un’intelligenza
cosmica onnipotente, una energia infinita ed eterna, un Uno di cui facciamo
parte. Ogni altra visione è artificiale. Penso dunque che il capolavoro del guerriero-teologo
Abu l-Qasim Muhammad ibn ‘Abd al-Muttalib al-Hashim sia stato confezionarsi un
Dio su misura, con caratteristiche tali da sedurre un bacino d’utenza fatto di
beduini col complesso di inferiorità verso gli ebrei (che avevano Jahvè) e i
cristiani (che avevano il Padre Nostro) e reietti in cerca di riscatto. A
differenza del mansueto Gesù, che promette la giustizia nel regno dei cieli,
Maometto ha voluto portare il cielo in terra. Ci è riuscito? Mah! Il suo
insegnamento ha prodotto il terrorismo e l’infibulazione, nega la democrazia,
la libertà, l’uguaglianza dei sessi, i diritti civili e in più giustifica la
guerra santa.
Tanto mi basta per dubitare dell’innocenza dei musulmani. Coi
quali, sia detto per inciso, sono solidale quando qualcuno offende la loro
sensibilità (è una questione di rispetto) ma ai quali mi sento di tirare le
orecchie. Molti di loro non solo non rispettano la nostra fede e i nostri
valori, ma ci disprezzano, ci odiano come ho avuto modo di appurare nei miei
viaggi e soggiorni nel Maghreb e in Oriente. L’innocenza dei musulmani mi
riporta per analogia al silenzio degli innocenti. Mi riferisco alle tante
vittime innocenti dell’integralismo islamico, della follia degli imam,
dell’odio e della volontà di potenza di chi usa il fanatismo religioso per
seminare morte. Ma forse, come dice un mio amico, anche lui politicamente
scorretto, Maometto aveva le palle mentre Gesù era uno smidollato che aborriva
la violenza e che non conobbe i piaceri della vita né considerò la donna pari a
un cane.
Suvvia, come si fa a portare rispetto a chi si professa seguace di un debole? Tutt’al
più lo si schiaccia. Lo si riduce al silenzio. Ed è quello che sta accadendo in
molte parti del mondo, dove la spada dell’Islam gronda sangue.
lei pero' presenta i fatti interpretati
RispondiEliminaOvviamente un musulmano non puo' essere d'accordo, perche' da' un'interpretazione diversa e altrettanto legittima
Se mi e' consentito, la sua interpretazione e' di facile stesura perche' fuori contesto
Maometto sarebbe un pedofilo oggi e se vivesse in Occidente
All'epoca, ma tuttoggi nei Paesi Arabi, mi pare di capire lei ci sia stato quindi puo' fare anche uno sforzo per comprendere, un matrimonio con una giovanissima era la prassi, cosi' come lo era qui da noi secoli addietro
Il sanguinario, non era tale.
Le guerre combattute, furono sempre risposte ad attacchi
La fede imposta con la spada e' da capire come religione di stato, non come imposizione di un credo
La sottomissione e' verso Dio, non verso gli uomini E' cosi' per tutte le religioni. Maometto non e' un santo, anche se alcuni lo considerano tale. E' un uomo benedetto con un compito importante : la trasmissione dell'ultimo messaggio. Non e' Dio, come Gesu' nel cristianesimo
E via dicendo
Pero' alla fine, lasciamo perdere la favoletta degli attacchi perpetrati dai musulmani ignoranti e intolleranti. Il maghreb e i Paesi Arabi sono vittime del colonialismo moderno, di ignoranza e poverta', di un mismanagement politico che ha visto distruggere lo sviluppo dei popoli Gli attacchi di oggi sono la risultante di politiche medio orientali sbagliate
Leggevo un editoriale sul washington post, dell'Arabo di turno trapiantato in america, che diceva che modernita' significa accettare l'offesa . Da Musulmana europea credo invece che stiamo tollerando troppo . Fermo restando che la violenza non ha niente a che fare con l'Islam, non si puo' accettare di tutto . Ci sono dei limiti che la morale impone Io non tollero pacificamente che si offenda il nostro profeta, cosi' come il Papa . E' ora di tornare verso il rispetto dei valori e delle persone
Grazie per aver ricordato questi fatti reali, storici, non interpretati.
RispondiEliminaPer chi sa un po' di inglese, io consiglio di approfondire su questo link:
www.youtube.com/user/positron66/videos?flow=grid&view=0