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martedì 5 marzo 2013

Sicilia: “Si aboliscono le Province”; un esempio per l’Italia sprecona

Con decreto di giunta regionale del 4 Marzo 2013 il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, chiede l’abolizione delle province e l’applicazione dello Statuto di Autonomia Siciliano. L’atto di indirizzo ora dovrà passare al vaglio, nei prossimi giorni, dell’Assemblea Regionale Siciliana che avrà l'onere di ratificare la legge. Possiamo parlare di un evento epocale che oltre a restare nella storia farà scuola all’Italia del politichese, il provvedimento è stato voluto anche dal movimento cinque stelle che nel suo “iter movimenti” di abolizione degli sprechi Nazionali, raggiunge un altro obbiettivo importante, la norma farà risparmiare alla Sicilia 700 milioni di euro che saranno destinati al reddito di Cittadinanza Siciliana per le famiglie più povere. In realtà l’atto normativo mai applicato dai precedenti governi regionali che si sono susseguiti negli anni è incastonato fin dal 1946 nello statuto di autonomia, un evento pattizio tra la Sicilia in rivolta e l'allora Regno d'Italia. Un seguito storico rappresentato dall'annessione dello Statuto anche alla costituente Italia con legge costituzionale del 26 febbraio 1948 n° 2. Un traguardo importante per i Siciliani che però non hanno mai potuto applicarlo, per colpa della politica. Ben 43 articoli modulati e scritti per meglio operare. Gli scontri in merito con lo stesso stato Italiano hanno da sempre bloccato l'art. 15 che fin dalle sue origini presupponeva ed in maniera lungimirante l'abolizione delle provincie. Tra gli atti più brutti dello stato la dichiarazione di incostituzionalità dell'articolo ,quando a suo tempo fù emanata la legge regionale del 24 febbraio 1951.

                                                                                    Di Maurizio Cirignotta

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