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giovedì 24 ottobre 2013

Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta



Comunicato stampa del 24 ottobre 2013

Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta

 

Il Parlamento europeo approva una risoluzione che spinge l'Ue a un New Deal Verde entro il 2020. L'eurodeputato Andrea Zanoni: "Puntare sulla green economy è fondamentale in tempo di crisi per rilanciare l'economia, tutelate l'ambiente e creare nuovi posti di lavoro"

 

"È giunto il momento di trovare un accordo sul nuovo quadro generale ambientale fino al 2020 e di proporre una visione ambiziosa e realistica per il 2050. L'Unione europea si deve dotare di un manifesto ambientale nei confronti dei suoi cittadini e del resto del mondo che inneschi un New Deal ecologico europeo". E' il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, all'approvazione oggi al Parlamento europeo di Strasburgo della risoluzione "su un programma generale di azione dell'Unione in materia di ambiente fino al 2020 "Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta" il cui relatore è Gaston Franco (popolare, francese).

 

"Il titolo stesso del programma, Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta, rimanda a una riflessione sul rapporto tra l'uomo e la natura, nonché all'esigenza di riconciliare l'attività economica con la protezione dell'ambiente intorno al concetto di sviluppo sostenibile perché, come recita un famoso detto, non ereditiamo il mondo dai nostri padri bensì lo prendiamo in prestito dai nostri figli – attacca Zanoni – Per questo dobbiamo rispondere a livello europeo alle sfide legate alla pressione esercitata sulle risorse naturali, al degrado degli ecosistemi, al consumo di energia, all'inquinamento, ai rifiuti, ai rischi per la salute e ancora al cambiamento climatico".

 

L'eurodeputato ricorda che "nel 2011 l'ambiente è stato il settore che ha registrato il maggior numero di infrazioni alla legislazione comunitaria accertate nell'Unione (299), il 17% del totale. L'Italia fa la sua mala figura con 29 procedure d'infrazione aperte in campo ambientale. Per questo il controllo dell'attuazione di questa legislazione deve essere potenziato con determinazione in tutta l'Unione europea, consolidando i sistemi nazionali di ispezione ambientale, coinvolgendo maggiormente le autorità locali e regionali e prevedendo un sostegno comunitario in caso di necessità".

 

"Con questa risoluzione sottolineano anche che puntare sulla crescita verde, come ha promosso la Dichiarazione dell'OCSE del 2009, è particolarmente importante in tempo di crisi economica, dove ai costi degli investimenti fanno ritorno cospicui vantaggi in termini di sostenibilità, green economy e creazione di posti di lavoro", conclude Zanoni.


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