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mercoledì 19 febbraio 2014

CRISI: UECOOP, COOPERAZIONE SCANDALO, DA LAMPEDUSA A PARMIGIANO


19 Febbraio 2014

 

CRISI: UECOOP, COOPERAZIONE SCANDALO, DA LAMPEDUSA  A PARMIGIANO

La nuova centrale cooperativa presenta codice etico alla prima assemblea elettiva

 

 E’ crisi etica oltre che economica nella cooperazione italiana, dalla vergogna di Lampedusa con i migranti trattati da una cooperativa di accoglienza come prigionieri di un campo di  lavoro del Nordcorea fino al secondo arresto del direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano voluto e riconfermato dal presidente Giuseppe Alai che ammette candidamente di avere propri interessi, attraverso un complesso meccanismo di partecipazione societarie, presso l’impresa ungherese Magyar, produttrice di formaggi di imitazione che fanno concorrenza sleale al Re dei formaggi italiani. E’ quanto è emerso dalla prima Assemblea elettiva della nuova centrale e cooperativa  UECOOP a cui aderiscono oltre quattromila cooperative con circa mezzo milione di associati, dalla quale è stato annunciata la presentazione di un libro nero sulla cooperazione, dallo spreco dei finanziamenti pubblici alla vendita dei marchi storici del Made in Italy, dal mancato rispetto dei diritti di soci e lavoratori fino ai guai giudiziari di amministratori e rappresentanti che rimangono sempre al loro posto nel maneggiare anche risorse pubbliche.

Una situazione preoccupante che ha portato la nuova centrale cooperativa ad adottare il primo codice etico di autoregolamentazione per guidare tutti i comportamenti delle associate e di quanti sono chiamati a svolgere funzioni dirigenziali nel rispetto dei principi fondatori della cooperazione. L’augurio è che il rigore etico rivendicato da UECOOP sia condiviso anche dalle altre centrali cooperative dimostrando di voler concretamente prendere le distanze da condotte riprovevoli.

Purtroppo il vergognoso lavaggio all’aperto dei migranti o il fatto che venga ritenuto eticamente normale che il presidente di un Consorzio partecipi anche indirettamente a società che producono imitazioni del prodotto che dovrebbe tutelare, non sono gli unici casi di mancato rispetto dei valori della cooperazione che forse anche per questo nel 2014 vedrà il 20 per cento delle cooperative tagliare il livelli occupazionali, solo il 10 per cento aumentarli e il 70 per cento mantenerli secondo la prima analisi congiunturale dell'Alleanza delle Cooperative (Agci-Confcooperative-Legacoop) sugli ultimi quattro mesi 2013 e il primo quadrimestre di quest'anno.

La nascita di UECOOP rappresenta un elemento di discontinuità per rilanciare in Italia un sistema cooperativo che rispetti le regole fondamentali di mutualità, solidarietà e trasparenza al servizio dei soci e della comunità in cui le cooperative operano quotidianamente. Con l’adozione del codice si prevede, tra l’altro, ogni soggetto aderente a UE Coop si impegna a conformare la propria condotta al rispetto dei diritti fondamentali degli individui in conformità con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU, dei lavoratori e dei consumatori, astenendosi dal compiere azioni che possano minare la credibilità, l’etica e l’immagine del movimento cooperativo. In linea con tali precetti UECOOP ha posto il divieto di conferire cariche amministrative o incarichi gestionali a coloro che abbiano riportato condanne definitive o patteggiate con ammissione di colpa, tra l’altro, per reati di mafia o contro la pubblica amministrazione ponendo altresì il divieto di elargire attribuzioni economiche, regali o altre utilità a partiti, movimenti o gruppi politici ovvero a candidati a qualsiasi elezione, per poter concretamente garantire l’indipendenza del movimento cooperativo dalla rappresentanza politica.

Il codice etico regolamenta nel segno della trasparenza anche i rapporti con la Pubblica Amministrazione. Ogni soggetto aderente a Ue Coop si deve astenere dal promettere, richiedere, offrire o ricevere a/da pubblici ufficiali, incaricati di pubblico servizio o dipendenti in genere della Pubblica Amministrazione o di soggetti comunque concessionari di servizi pubblici o partecipati, in qualsiasi misura, da soggetti pubblici, vantaggi sotto qualsiasi forma. E’ fatto divieto, nei rapporti con pubblici ufficiali e/o incaricati di pubblico servizio, di attribuire regali o beneficio gratuito, promesso, richiesto, offerto o ricevuto, che possa essere interpretata come eccedente le normali pratiche commerciali o di cortesia, o comunque rivolta ad acquisire trattamenti di favore nella conduzione di qualsiasi operazione riconducibile all’attività sociale.

 


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