Cerca nel blog

mercoledì 10 settembre 2014

Verità per la tragedia Moby Prince, il figlio del comandante chiede aiuto a Renzi


23 anni dall'incidente in cui morirono 140 persone, petizione su Change.org


Roma, 10 settembre - Il 10 Aprile 1991 il traghetto Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo a 2 miglia dal Porto di Livorno. Si scatenò un incendio e 140 persone morirono in attesa dei soccorsi. "Tra quelle 140 persone c'era mia madre Maria Giulia Ghezzani, e mio padre Ugo Chessa, il comandante del Moby Prince". Da allora - "io e tutti i familiari delle vittime ne siamo purtroppo testimoni - le indagini e i processi sulla vicenda Moby Prince hanno portato ad un nulla di fatto". Inizia ricordando i drammatici fatti che portarono alla morte dei genitori la petizione lanciata su Change.org da Luchino Chessa e rivolta al premier Matteo Renzi (www.change.org/mobyprince).

   Quella notte nel porto di Livorno, si legge nell'appello, c'erano navi militarizzate in forza agli Stati Uniti, "di ritorno dalla guerra del golfo e che avrebbero dovuto scaricare armi nella base NATO di Camp Darby. C'era una petroliera, l'Agip Abruzzo, che si trovava in una zona di mare off limits per quanto riguarda l'ancoraggio e in ogni caso in un tratto di mare diverso da quello riportato negli atti ufficiali. Non c'erano tuttavia tracciati radar, né c'erano satelliti che guardavano il porto di Livorno, e soprattutto non ci sono stati soccorsi coordinati e tempestivi". I passeggeri ed i membri dell'equipaggio del Moby Prince, scrive il figlio del comandante, "hanno avuto il tempo di organizzarsi in attesa di soccorsi e sono morti bruciati dopo ore di attesa".

Come familiari delle vittime, spiega ancora Chessa nell'appello lanciato su Change.org, la più grande piattaforma di attivismo online, "chiediamo che si faccia piena luce su tutta la vicenda del Moby Prince, anche utilizzando i documenti chiusi negli archivi segreti dello Stato, indispensabili per capire una volta per tutte quali logiche hanno gestito questi 23 anni di non verità". Da sempre inoltre "auspichiamo una Commissione d'Inchiesta parlamentare bi-camerale sulla vicenda, che possa operare con professionalità e spirito costituzionale, fino a fornire risposte definitive ai quesiti che ci poniamo da 23 anni". Matteo Renzi, è l'esortazione contenuta nell'appello rivolto al premier, "è ora. Dopo 23 anni vogliamo la verità sul Moby Prince".   


Per monitorare in tempo reale le adesioni alla petizione che chiede erità e giustizia per la tragedia della Moby Prince: www.change.org/mobyprince


Per informazioni e contatti con Change.org: Valeria Aloisio, responsabile comunicazione Change.org - cell: 3275744003 


Change.org è una piattaforma aperta che permette a chiunque di lanciare, promuovere e vincere una campagna per realizzare il cambiamento che vuole vedere. Con oltre 75 milioni di attivisti in tutto il mondo, di cui circa 2,5 milioni in Italia. Change.org è la piattaforma online per l'attivismo che cresce più velocemente al mondo. Dallo scorso luglio change.org è anche in Italia con un sito tutto italiano e un team di esperti in attivismo online.


Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *