Gli esperti di fundraising chiedono al Sottosegretario Luigi Bobba di aprire un tavolo di lavoro per dare vita, anche in Italia, ad una vera politica economica in grado di rendere sostenibile il Welfare.
Roma, 14 ottobre 2014 - L'importante proposta lanciata da Elena Zanella, esperta di Terzo Settore e fundraising, Massimo Coen Cagli della Scuola di Roma Fund-raising .it e un gruppo di fundraiser italiani, nasce dalla constatazione che nel DDL di Riforma del Terzo Settore, discusso oggi in Commissione Affari Sociali della Camera, non è stato considerato il ruolo centrale del fundraising (raccolta fondi) per tutte quelle organizzazioni, pubbliche o private, che non hanno finalità di lucro. Questa omissione può avere effetti gravi non tanto per la sostenibilità delle organizzazioni ma, soprattutto, per la sostenibilità del Welfare del nostro Paese.
La Scuola di Roma Fund-raising .it, in occasione della consultazione pubblica avviata dal Presidente del Consiglio Renzi nei mesi scorsi, su questo tema ha inviato un contributo nel quale sono delineati misure e provvedimenti frutto di un ampio lavoro di consultazione che ha coinvolto circa 400 fundraiser e dirigenti di organizzazioni non profit e di servizi della pubblica amministrazione.
"Il fundraising è, allo stato attuale, una delle principali forme di economia per rendere sostenibile il Welfare. - ha dichiarato Massimo Coen Cagli, direttore scientifico della Scuola di Roma Fund-raising .it - Di conseguenza non può che essere oggetto d'investimento da parte dello Stato, anche perché 1 euro investito in fundraising ne fa risparmiare almeno 100 euro alla Cosa Pubblica. Non si tratta quindi di fare un favore a chi s'impegna per la tenuta sociale del paese, ma di fare un investimento strategico sul futuro del Welfare. Ma lo Stato e il Governo sono pronti a questa sfida?".
"Una legge non serve a nulla se non c'è una politica. E politica vuol dire, oltre alle leggi, un'azione integrata di comunicazione, sensibilizzazione, incentivazione, controllo di qualità, partnership, agevolazioni fiscali, e formazione che porti il nostro paese a poter donare e investire socialmente in modo più libero e qualitativo. Ci aspettiamo che il Governo risponda alla nostra proposta - conclude Coen Cagli – perché qui non è una questione di bottega e non riguarda gli interessi di una corporazione che peraltro non esiste, ma è interesse di tutti. Per questo tutti gli altri paesi moderni stanno investendo da anni sul fundraising. Tranne l'Italia. "
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