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giovedì 16 ottobre 2014

Il Barbaresco 2014. Buono da non credere!

Adesso che le operazioni di vendemmia si sono concluse, ci possiamo sbilanciare: il Barbaresco 2014 sarà senz'altro un vino grande, longevo e ricco di personalità.

In un'Italia settentrionale che nel 2014 ha dovuto convivere con un clima dove le fasi fredde hanno spesso superato quelle calde, anche in piena estate, il Piemonte ha potuto contare su condizioni atmosferiche assai migliori che regaleranno vini di ottima qualità e piacevolezza.

In un contesto regionale già positivo, la zona del Barbaresco segnala una situazione ancora più privilegiata, la più lusinghiera probabilmente di tutto il Nord Italia.

Dal punto di vista generale, come nel resto del Piemonte, nella zona del Barbaresco l'inverno è stato mite, la primavera si è sviluppata in modo favorevole, in particolare nelle fasi cruciali della fioritura e dell'allegagione. A un'estate alterna, con periodi caldi e altri più freschi, è seguito un mese di settembre "impeccabile", caldo di giorno e fresco di notte, proprio il clima che più predilige un vitigno tardivo come il Nebbiolo.

La pianta ha reagito bene a questo andamento climatico, adattandosi alle susseguenti condizioni atmosferiche. Così, la germogliazione è stata precoce, come la fioritura e l'allegagione; poi, gradatamente, questa precocità si è attenuata, fino a portare la maturazione dei grappoli in un'epoca che potremmo definire canonica.

La lentezza dello sviluppo vegetativo e della maturazione ha evitato alla pianta qualsiasi stress e soprattutto ha aiutato la vite a compiere il cammino verso la maturazione dei grappoli con la giusta lentezza, senza brusche accelerazioni o rallentamenti.

Molte zone, soprattutto nell'Italia del Nord-Est, lamentano eccessi di pioggia, con forti accumuli di umidità nel terreno e nell'aria. Anche per questo aspetto, l'aera del Barbaresco è stata privilegiata: sulle colline di Barbaresco, Treiso, Neive e di San Rocco Seno d'Elvio sono caduti oltre 100 millimetri in meno di acqua rispetto al resto del Piemonte.

Anche la grandine, che ha colpito molte zone italiane e piemontesi, non ha interessato l'area del Barbaresco e questo è un altro assist a favore della qualità del Barbaresco 2014.

Il viticoltore ha fatto il resto: con atteggiamento meticoloso, i vignaioli della zona del Barbaresco hanno assecondato lo sviluppo vegetativo e produttivo delle vigne, intervenendo al momento giusto con i trattamenti necessari e, soprattutto, dedicando ai filari le cure agronomiche che aiutano la pianta a compiere al meglio il percorso annuale.

Alla vendemmia (inizio ottobre 2014), le uve Nebbiolo da Barbaresco hanno conservate intatte la loro integrità e sanità: in cantina sono arrivati grappoli belli, sanissimi, giustamente turgidi, attentamente diradati dall'esperienza di un viticoltore che da anni lavora sulla pianta per equilibrare ciò che la natura regala con eccessiva fertilità.

Questa è la situazione attuale. Ma come saranno i Barbaresco del 2014?

Le previsioni in questo ambito sono più complesse, perché intervengono altri fattori, oggi difficilmente quantificabili.

Tuttavia, qualcosa si può dire in base all'esperienza e ai riscontri analitici di questi giorni: il Barbaresco 2014 sarà senza dubbio ricco di colore, molto ampio di profumi e soprattutto longevo.

In questi giorni, qualcuno ha persino tracciato un parallelismo con il glorioso Barbaresco 1971.

È difficile dire se sarà così. Ciò che possiamo dire è che il Barbaresco 2014, nella sua individualità ben caratterizzata, assomiglierà soprattutto a se stesso e sarà un vino ricco di personalità, intenso di colore, ampio all'olfatto e con una forte predisposizione a resistere al tempo.

Che volete di più in un'annata a cui troppi hanno cantato il de profundis ben prima del necessario?

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