11,6 milioni di abitazioni hanno più di 40 anni di età, sono energivore e dispendiose per i cittadini.
L'Italia sta invecchiando… e anche le sue case
Obsolescenza e spazi meno efficienti riducono il valore degli immobili del 25%
Milano, 18 novembre 2014 – L'Italia è uno dei Paesi con la popolazione più anziana del mondo, e anche le nostre case lo dimostrano: il 36,6% delle abitazioni del nostro Paese (11,6 milioni di unità immobiliari) ha più di 40 anni di vita, con picchi del 42% in alcune grandi città. Questo è quanto emerge dall'ultima indagine dell'Ufficio Studi di Immobiliare.it (http://www.immobiliare.it), che ha evidenziato la crescita progressiva del numero di abitazioni che necessitano di interventi di manutenzione.
Se si considera, invece, come anno di riferimento il 1977 – anno cruciale per l'edilizia perché sono entrate in vigore le prime norme sull'efficienza energetica degli edifici – la percentuale di abitazioni costruite prima di questa data arriva al 58,4%: 18,5 milioni di immobili su tutto il territorio nazionale non sono stati progettati in un'ottica di risparmio energetico.
L'età avanzata del patrimonio lo rende quindi, oltre che obsoleto, anche particolarmente energivoro: un immobile che supera i 30 anni di età consuma in un anno, mediamente, dai 180 ai 200 Kwh/mq. Un fabbisogno enorme se si considera che un'abitazione in classe B, standard minimo per le nuove costruzioni, arriva a consumare in media tra i 30 e i 40 Kwh/mq all'anno.
«È ora di riqualificare il nostro patrimonio immobiliare – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it – e per farlo bisogna limitare la costruzione di nuove abitazioni, puntando alla manutenzione di quelle già esistenti e invecchiate. In questo modo, si ridurranno il consumo del suolo, il fabbisogno energetico globale e la necessità di infrastrutture per la mobilità. Reinvestire sui quartieri obsoleti delle nostre città, infine, può rivelarsi la risposta migliore alla nuova domanda abitativa».
A livello di regioni, è la Basilicata a contare il numero maggiore di abitazioni costruite prima del 1970: qui queste arrivano a rappresentare il 39,3% del totale. Al Sud si registra il patrimonio immobiliare più datato: in Sicilia, Campania e Abruzzo la percentuale di abitazioni con oltre 40 anni di età arriva a incidere del 38,3% sul totale; seguono Marche (38,2%) e Calabria (38,2%). In Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige la percentuale degli immobili che risalgono a prima del 1970 è la più bassa del Paese, rappresentando rispettivamente il 31,2% e il 31,3% del totale.
Guardando alle città, Potenza arriva ad avere il 42% del totale delle abitazioni risalenti a più di 40 anni fa. La segue Palermo, dove l'incidenza di questi immobili risulta al 41,3%. A contare il dato più basso è Rimini, dove ci si ferma al 32,2%. A Roma il livello è piuttosto elevato e arriva al 38,3%; più basso quello di Milano dove sul totale delle abitazioni, il 33,5% del totale risale a prima del 1970.
Effettuare lavori di ristrutturazione permetterebbe di evitare la svalutazione degli immobili: secondo i calcoli dell'Ufficio Studi, gli immobili ultraquarantenni non ristrutturati hanno un prezzo al metro quadro mediamente inferiore del 25% rispetto ad abitazioni realizzate a partire dal 2000. Le città capoluogo di regione in cui si registra la maggiore differenza di prezzo tra immobili ultraquarantenni (e allo stato originale) ed immobili nuovi sono Trieste e Torino: qui abitazioni di questo tipo costano, mediamente, circa il 30% in meno.
Di seguito l'età delle abitazioni in Italia:
Abitazioni in Italia
|
numero di unità
|
percentuale sul totale
|
Precedenti al 1970
|
11.600.000
|
36,6%
|
Tra 1970 e 1977
|
6.900.000
|
21,8%
|
Tra 1978 e 2000
|
8.700.000
|
27,4%
|
Successive al 2000
|
4.500.000
|
14,2%
|
Questa la classifica relativa ai dati delle 20 regioni italiane:
REGIONE
|
Abitazioni costruite prima del 1970 (% sul totale)
|
Basilicata
|
39,3%
|
Abruzzo
|
38,3%
|
Sicilia
|
38,3%
|
Campania
|
38,3%
|
Marche
|
38,2%
|
Calabria
|
38,2%
|
Molise
|
37,2%
|
Umbria
|
37,1%
|
Lazio
|
37,0%
|
Puglia
|
37,0%
|
Toscana
|
36,2%
|
Emilia Romagna
|
34,3%
|
Piemonte
|
34,2%
|
Veneto
|
34,0%
|
Liguria
|
33,1%
|
Lombardia
|
33,1%
|
Sardegna
|
33,0%
|
Valle d'Aosta
|
32,1%
|
Trentino
|
31,3%
|
Friuli Venezia Giulia
|
31,2%
|
Questa la situazione dei capoluoghi di regione, con indicazione della differenza di prezzo di vendita degli immobili ultraquarantenni e allora stato originale rispetto ad immobili simili ma costruiti dopo il 2000:
Regione
|
Capoluogo
|
Percentuale di immobili precedenti al 1970
|
Differenza del prezzo di vendita rispetto ad immobili realizzati a partire dall'anno 2000
|
Abruzzo
|
Pescara
|
40,1%
|
-24,3%
|
Basilicata
|
Potenza
|
42,0%
|
-23,0%
|
Calabria
|
Catanzaro
|
40,7%
|
-23,9%
|
Campania
|
Napoli
|
40,4%
|
-24,2%
|
Emilia Romagna
|
Bologna
|
35,1%
|
-25,3%
|
Friuli Venezia Giulia
|
Trieste
|
33,5%
|
-29,6%
|
Lazio
|
Roma
|
38,3%
|
-24,3%
|
Liguria
|
Genova
|
38,1%
|
-27,1%
|
Lombardia
|
Milano
|
33,5%
|
-27,4%
|
Marche
|
Ancona
|
40,6%
|
-23,9%
|
Piemonte
|
Torino
|
34,5%
|
-29,5%
|
Puglia
|
Bari
|
39,5%
|
-23,5%
|
Sardegna
|
Cagliari
|
35,1%
|
-24,4%
|
Sicilia
|
Palermo
|
41,3%
|
-23,4%
|
Toscana
|
Firenze
|
39,0%
|
-23,9%
|
Umbria
|
Perugia
|
39,3%
|
-24,3%
|
Veneto
|
n.d.
|
|
|
Valle d'Aosta
|
n.d.
|
|
|
Trentino Alto Adige
|
n.d.
|
|
|
Molise
|
n.d.
|
|
|
Fonte: Ufficio Studi Immobiliare.it
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