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martedì 16 dicembre 2014

"Operazione verità" - Servizio di Report su fattura elettronica




«IL PUNTO E' SE VOGLIAMO VERAMENTE DIVENTARE 
UN PAESE INNOVATIVO O MENO»

“Operazione verità” della rete d'impresa Menocarta.net dopo il servizio di Report (Rai3) sulla fatturazione elettronica. Molte imprecisioni e approssimazioni e nessun riferimento ai vantaggi esistenti. Cortellazzo invita al workspace Menocarta.net la troupe di Milena Gabanelli «siamo pronti a spiegare cosa cambia veramente»



Padova, 16/12/2014

«Occorre fare chiarezza: abbiamo di fronte una rivoluzione che, come la dottoressa Gabanelli ha ricordato in chiusura, permetterà al Paese di risparmiare 6,5 miliardi di euro. Quando la posta in gioco è così alta non si possono accettare imprecisioni e approssimazioni. Uno dei più noti, premiati e virtuosi esempi di buon giornalismo non dovrebbe limitarsi a parlare in modo così impreciso di alcuni (presunti) problemi per gli utenti. Siamo pronti ad ospitare una troupe nel nostro workspace di Padova per spiegare cosa cambia veramente». Sono molti i professionisti che nel corso dell'incontro organizzato ieri da Menocarta.net hanno manifestato perplessità per il servizio andato in onda domenica sera all'interno della trasmissione di Rai3 “Report” dedicato alla fatturazione elettronica. Così anche Andrea Cortellazzo, commercialista padovano tra i fondatori di Menocarta.net. Da qui è nata la convinzione che fosse doveroso compiere una sorta di “operazione verità” da parte della rete d'impresa che dal 2012 si occupa di fatturazione elettronica per alcuni dei più importanti colossi della moda, della meccanica e della finanza esistenti in Italia.

Anche tralasciando la scelta della prima persona intervistata (un professore di “informatica musicale” e non un professionista del settore come un commercialista, un consulente o un notaio, di certo più esperti in materia) compaiono alcune imprecisioni.
  • Prima intervista. La prima metà del servizio giornalistico viene spesa per descrivere  il complesso iter di invio della fattura. Solo a metà servizio si comprende però che tutti i problemi incontrati dal protagonista dell'intervista riguardavano Pec e firma digitale, quindi questioni completamente diverse dall'emettere e conservare una fattura in formato digitale. 
  • Tempistiche. A conclusione di questa prima parte l'intervistato lamenta di avere impiegato quattro mesi per emettere la sua prima fattura. Anche non considerando il fatto che un professionista del settore avrebbe fatto qual lavoro in pochi secondi, si è trascurato di dire che la fattura elettronica nasce anche per risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione (mediamente 170 giorni, quindi ben più del tempo impiegato dal protagonista ad emettere fattura) e per  “censire” definitivamente i crediti vantati nei confronti della PA da oltre 4.600 imprese per 87 mila prestazioni (dati aggiornati a dicembre 2014). 
  • Compilazione. Il servizio parla di 12 minuti per compilare una fattura. Difficile da credere visto che l'Osservatorio Fatturazione e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano parla di un risparmio di 10 miliardi di ore di lavoro l'anno. In ogni caso una fattura elettronica (dati nazionali / anno) rappresenta, tra le altre cose, un risparmio per le imprese che va dai 3 agli 8,5 euro per ogni fattura e tra i 25 e i 65 euro per singolo documento in caso di completa digitalizzazione del ciclo. I vantaggi si estenderebbero anche alle 4 milioni di tonnellate di Co2 non più emesse in atmosfera e ai 24 milioni di alberi salvati.
  • Stampa della fattura elettronica su carta. Il servizio mostra la necessità di alcuni uffici di stampare fisicamente la fattura digitale. In realtà ciò rappresenta un controsenso visto che ci si dimentica spesso di sottolineare che la fattura elettronica, in primis quella verso la PA, ha l’obbligo della sola “conservazione a norma”, cioè nella sola versione elettronica.  Non si fa alcun riferimento al fondamentale ruolo dei soggetti che svolgeranno il compito di Responsabili della “conservazione a norma” dei documenti elettronici, che garantiranno l’affidabilità della stessa procedura di conservazione a vantaggio di tutti i soggetti interessati, compresa la stessa Ragioneria dello Stato che pertanto non necessita di alcuna ulteriore stampa cartacea (come invece sostenuto nel servizio).

Non va dimenticato infine che il prossimo 31 marzo la fattura elettronica sarà estesa a tutta la Pubblica Amministrazione e che quindi si tratta di un asset che da più parti è stato riconosciuto come fondamentale per lo sviluppo e la ripresa del Paese.

«Disagi e difficoltà iniziali sono comprensibili. Dobbiamo però capire che si tratta delle stesse diffidenze incontrate quando si è iniziato ad usare i computer invece della macchina da scrivere, gli hard disk invece di polverosi archivi, i programmi di elaborazione delle immagini invece delle camere oscure – ha continuato Andrea Cortellazzo – Questo è il futuro, e per molti versi è già il nostro presente. Forse, come spiega in chiusura la dirigente dell'Agenzia per l'Italia Digitale Maria Pia Giovannini, “il punto è se vogliamo veramente diventare un paese innovativo o meno”».


La rete d’impresa Menocarta.net è uno dei principali attori che si occupano a livello nazionale di dematerializzazione documentale e conservazione sostitutiva. Nasce nel 2012 da un'aggregazione tra aziende del Veneto, Campania, Lazio e Lombardia che compongono una rete di filiera “ICT per professional services”, in grado di coprire tutti gli “step” necessari ai processi di digitalizzazione dei flussi documentali: dalla formazione delle figure di “responsabili della conservazione”, all'assistenza dei delegati, fino alla soluzione integrata e completa per il servizio di conservazione a norma nel tempo.

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