Il Report
Horizon Scan 2015 evidenzia l’importanza dell’analisi preventiva del rischio
I crimini informatici sono la maggiore
preoccupazione per le aziende di tutto il mondo stando a quanto emerge dalla
quarta edizione del report Horizon Scan
pubblicato dal Business Continuity Institute (BCI) in collaborazione con BSI. Crescente
il timore per i danni causati dalla interruzione della supply chain che dallo
scorso anno ha scalato 11 posizioni nella classifica delle maggiori minacce.
La ricerca annuale Horizon Scan ha
l’intento di verificare la preparazione al business di 760 organizzazioni di
tutto il mondo. Quest’anno mostra che
l’82% dei Business Continuity Manager sono preoccupati dall’eventualità di attacchi
informatici, l’81% da una interruzione dei servizi IT e il 75% dalla perdita di
dati.
Le preoccupazioni di eventuali danni
causati dall’interruzione della Supply Chain stanno crescendo velocemente,
(occupano il 5° posto in questo report rispetto al 16° del 2014). Circa la metà
degli intervistati (49%) identifica nell’aumento della complessità della supply
chain e nella difficoltà di valutarne i rischi a tutti i livelli la principale
causa della sua vulnerabilità.
L’esposizione
ai rischi legati ai fornitori varia di settore in settore: è più alta nel
settore della moda (85.6%) nell’automotive (53%) e nell’aerospace (51%), tutti
ambiti che hanno un’alta percentuale di materie prime provenienti da regioni
politicamente instabili.
“La globalizzazione ha portato i conflitti
mondiali, le epidemie, i disastri naturali e i crimini sempre più vicini alla
vita di tutti i giorni – commenta Howard Kerr, Amministratore Delegato di BSI. Questo
report mostra che le aziende non stanno utilizzando appieno le informazioni
disponibili per identificare le minacce e attuare strategie di resilienza. Solo
monitorando ed esaminando i rischi le organizzazioni potranno attuare piani per
mitigarli. Non applicare le best practice in questo senso lascia le
organizzazioni esposte a rischi.”
Nonostante crescenti timori sulla
capacità di recupero delle loro imprese, il rapporto registra un calo nell'uso
delle analisi dei trend da professionisti della business continuity, con un
quinto delle imprese (21%) che hanno effettuato investimenti errati per la
protezione del proprio business. Il 22% dichiara, inoltre, di non impiegare
alcuna analisi dei trend. Globalmente la ricerca mostra che l’Olanda è il Paese
maggiormente preparato a rispondere alle minacce (82%) mentre lo sono solo 6
aziende su 10 nel Medio Oriente e in Africa (63%). Le aziende di piccole
dimensioni, analizzate per la prima volta nel report annuale, sono ancora molto
indietro nell’applicazione di best practice o di standard per la gestione della
business continuity.
Il rapporto evidenzia inoltre come
l'aumento dei costi per la business continuity richieda una maggiore attenzione
da parte del top management.
“Incoraggiante, di contro, - dichiara Luigi
Brusamolino, Amministratore Delegato BSI Southern Europe - l’adozione dello standard ISO 22301, sistema
di gestione per la continuità operativa, che sembra aver raggiunto un punto di
svolta, con più della metà (53%) delle organizzazioni che si affidano a questo
standard, mentre lo scorso anno erano il 43%.”
Quasi tre quarti delle imprese (71%)
intendono allineare meglio le loro attività con la ISO 22301 nel corso dei
prossimi 24 mesi.
Lyndon Bird FBCI, direttore tecnico presso BCI, commenta: “Il mondo deve affrontare diversi problemi di criminalità
informatica e disordini politici che minacciano la supply chain e rischi per la
salute. Questo rapporto mostra l'importanza dei professionisti della business
continuity nella comprensione di tali tendenze. Coloro che lavorano nel campo non
possono più credere di poter risolvere i problemi senza l’intervento di
professionisti che sappiano analizzare la complessità di queste minacce. "
Note
·
12014 Ponemon ‘Cost
of Cybercrime’ report
·
Gli intervistati provengono da 72 Paesi per un totale di
760 risposte
·
Copia del report è disponibile sul sito bsigroup.it
·
Ulteriori informazioni saranno rilasciate durante la
Business Continuity Awareness Week, dal 16 al 20 Marzo 2015.
·
*differenza tra la posizione del 2014 e quella del 2015
nella classifica delle principali preoccupazioni redatta dalla Horizon Scan.
BSI
BSI (British Standards Institution) è un ente di normazione, certificazione
e formazione leader a livello mondiale. Attraverso diverse soluzioni di
business, BSI aiuta i propri clienti a migliorare le performance, a gestire i
rischi e a crescere in modo sostenibile.
Nato nel 1901, BSI è stato il primo ente di standardizzazione al mondo e
più di un secolo dopo è ancora riconosciuto a livello mondiale come leader
nello sviluppo di standard in tutti i settori industriali. BSI ha, infatti,
definito molte delle norme più comunemente utilizzate per i sistemi di
gestione.
BSI è famosa per i suoi marchi di eccellenza e in particolare per il
Kitemark™, uno dei più affidabili del Regno Unito che consente grandi vantaggi
competitivi nell’esportazione dei prodotti.
BSI svolge un ruolo chiave al livello globale: essendo uno dei membri
fondatori dell’ ISO (International Organization for Standardization). Assicura
che gli standard internazionali incontrino le esigenze aziendali e sociali,
offrendo allo stesso tempo reali benefici alle organizzazioni e ai suoi stakeholder.
A livello internazionale BSI occupa una posizione di leadership nel settore
dell’Aerospace, annoverando tra i propri clienti le più grandi aziende operanti
in quest’ambito, del Medical Devices, certificando oltre il 92% delle 25
aziende più influenti al mondo e nell’ICT Telco, con il 40% delle quote di
mercato per la certificazione ISO/ IEC 27001. Ha oltre 80.000 clienti in 172
paesi in tutto il mondo.
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