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domenica 15 marzo 2015

Gela: Il MIS presenta il nuovo Coordinamento Provinciale. “Autonomia prima di tutto”



Oggi a Gela  nasce un nuovo coordinamento Politico della Provincia di Caltanissetta  del MIS (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia). La presentazione del nuovo gruppo , che sarà retto a livello provinciale da Giuseppe Carnevale  è avvenuta  il 15 marzo 2015 alle ore 10,30 presso i Locali dell’Hotel Sileno, presenti all’assise il  Presidente  Nazionale Salvatore  Musumeci, il Segretario Nazionale Sebastiano Rapisarda , il vice segretario Carmelo Cuschera e Massimo Corrao nuovo coordinatore di Gela. Tra gli intervenuti anche alcuni candidati a sindaco tra cui l’Avv  Lucio Greco.  Il movimento ha puntato la sua campagna informativa sull’applicazione integrale dello Statuto speciale di Autonomia Siciliana e sulla mancata applicazione degli art. li 36, 37, 38,39 oltre che degli art.li 14,17e 43 dello Statuto. In pratica secondo i presentatori del movimento, l’evento pattizio che nacque con la scrittura della carta autonomista e firmata  il 15 maggio 1946 dall’allora Re D’Italia non è stato mai applicato ed anzi è stato demonizzato dai vari governi nazionali che si sono susseguiti negli anni dal 1946. Una storia convulsa che ha visto l'annessione dello Statuto alla costituente Italia con legge costituzionale del 26 febbraio 1948 n° 2. Si era raggiunto uno scopo importante per i siciliani quello di avere una certa autonomia dallo stato centrale. Ben 43 articoli modulati e scritti per meglio operare. I siciliani però non avevano fatto i conti con gli ascari Isolani ,eletti dal popolo ma che proprio a Roma avrebbero decretato l'inizio della demolizione dello stesso statuto. Lo stato italiano secondo i relatori non ha mai digerito l'autonomia siciliana e lo ha dimostrato rendendolo privo di potere di norma costituzionale, tra gli articoli, ne elenchiamo alcuni nel dettaglio: L'art.lo 38 che presupponeva di ridare ai siciliani tutto il denaro che in fatto e in diritto era stato sottratto dal 1860 al 1943 con i torti finanziari, sociali ed economici inflitti all'Isola dall'Italia durante i primi 83 anni di dominazione colonialista , i soldi sarebbero stati seppure gradualmente e sotto una voce "umanitaria", l'Art. 14 che presupponeva una legislazione esclusiva in ben 27 materie elencate nello stesso articolo è stato demolito da tutte una serie di norme unitarie nazionali, l'art. 15 che presupponeva in maniera lungimirante l'abolizione delle provincie fu considerato incostituzionale quando la legge regionale del 24 febbraio 1951 fu dichiarata illegittima, Gli art.li 21 e 22 sono stati solo una beffa nessun governo,infatti li ha mai presi in considerazione il varo della legge per l'istituzione dell'ENEL ne rappresenta l'esempio.(Cfr. ARS, Resoconti Parlamentari V legislatura, CCVII Seduta, 22 febbraio 1965, pagg. 394-395), l'art. 31 non ha mai visto la nascita di un corpo di Polizia regionale o un chiaro potere del presidente della regione in merito, le prefetture non sarebbero mai dovuto esistere in Sicilia, l'art. 40 dedicato all'incameramento di valuta pregiata non è stato mai applicato. Uno statuto che in pratica non è stato mai applicato e tenuto in considerazione per una chiara volontà di Roma. Una storia negata ai siciliani è che oggi si  concretizza con le modifiche costituzionali già votate alla camera che hanno l’obbiettivo di cambiare la conformazione del Senato nazionale con un futuro costituito da 100 delegati eletti dalle regioni. Dietro le quinte di una riforma  democratica  la modifica del titolo V della costituzione dagli articoli dal 114 al 133. Le autonomie speciali (art. lo 117) come quella della Sicilia perderanno molti dei loro poteri e con l’eliminazione delle Province troviamo anche la perdita di molte competenze che passano sotto il controllo dello stato  che avrà una clausola di esclusiva vedi (politica estera, immigrazione, rapporti con la chiesa, difesa, moneta, burocrazia, ordine pubblico,energia,infrastrutture,comunicazione, ecc.).Saranno  maggiori le competenze dello Stato centrale ,secondo la riforma Boschi , infatti potranno essere commissariate  le Regioni ed gli enti locali in caso di grave dissesto finanziario, come quello che oggi attanaglia la della Sicilia . Lo Stato, inoltre, potrà esercitare una "clausola di supremazia" verso le Regioni a tutela dell'unità della Repubblica e dell'interesse nazionale. Gli statuti speciali in pratica vengono demoliti della loro forza Costituzionale. Una storia  che quindi continua  e da sempre nega ai Siciliani il proprio sviluppo in termini di industria,collegamenti ferroviari,strade,agricoltura,pesca,turismo,economia e sfruttamento delle risorse petrolifere ed altro. Un futuro certamente buio che i rappresentanti del movimento contestato con la loro presenza a Gela.

                                                                                                    Di Maurizio Cirignotta

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