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lunedì 6 aprile 2015

2 per mille di finanziamento ai partiti, Competere.eu: è un flop annunciato. Partiti e fundraising sono due poli opposti che non si attraggono

Giugno 2013-aprile 2015: a quasi due anni dall'annuncio dell'ex-premier Enrico Letta 
del primo ddl 
sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sono stati resi pubblici i primi dati sul due per mille dell'Irpef che i cittadini potevano destinare ai partiti politici. I risultati non sono confortanti: solo 4 contribuenti su 10mila hanno sostenuto con il 2 per mille il loro partito politico di riferimento. A barrare la casella di Unico o del modello 730 targato 2014 sono stati soltanto 16.518 cittadini sugli oltre 41 milioni che hanno presentato la dichiarazione al Fisco. 
In prima linea a seguire la nascita della legge e a pubblicare il primo studio in Italia su  "Fundraising e Comunicazione per la Politica" (Rubbettino Editore) è stato Competere.EU - il think tank nato per elaborare e implementare politiche e pratiche per lo sviluppo sostenibile. Il volume realizzato da Raffaele Picilli e Marina Ripoli, si apre con l'introduzione del Segretario Generale di Competere.EU Roberto Race, e dimostra come oggi il fundraising sia un'attività strategica per i partiti e diventi vitale per la sostenibilità finanziaria di un progetto politico data la progressiva riduzione dei rimborsi elettorali entro il 2017 e la sostituzione di questi ultimi con un sistema indiretto di finanziamento basato sul 2 per mille e sui contributi agevolati.

"Entro il 2017- dichiara il fundraiser Raffaele Picilli, coordinatore del Dipartimento sul fundraising di Competere.EU - sarà completamente abolito il finanziamento diretto, sostituito da donazioni private e dalla donazione del "2 per mille" nella dichiarazioni dei redditi.  Questo dovrebbe spingere i partiti e la politica a parlare con i cittadini non tanto di donazioni o di sporadiche raccolte di fondi (cene, aperitivi…), ma di fundraising.  Il fundraising è molto di più di una raccolta di fondi, è un legame che nasce tra donatore e progetto, tra sostenitore e buona causa. E' un legame che si basa sulla trasparenza, sulla rendicontazione, sulla fidelizzazione del donatore.  Lo sanno bene le organizzazioni nonprofit, lo ignora la politica.

A che punto siamo in Italia? Quasi a zero.  Il "due per mille", parente stretto del cinque e dell'otto per mille, è stato quasi completamente ignorato dai partiti. In pochi si sono limitati a chiederlo e chi l'ha fatto, l'ha fatto male. Nessuna campagna pubblicitaria, nessuna spiegazione chiara, nessuna motivazione alla donazione, nessuna rendicontazione. Eppure è un piatto ricco, molto ma molto più ricco di quello concesso al nonprofit.

Perché oggi il cittadino dovrebbe sostenere economicamente un partito con una donazione? La risposta dovrebbero darla i partiti che, invece, non lo fanno."


"Il fundraising è un'attività professionale che punta alla fidelizzazione dei sostenitori e quindi non alla donazione occasionale ma a quella periodica – spiega l'esperta di comunicazione politica e fellow di Competere.EU Marina Ripoli –Per questo fare fundraising richiede conoscenze specifiche, una corretta programmazione e un'efficace comunicazione interna ed esterna all'organizzazione politica. Anche se dei passi si stanno già compiendo, i partiti sono ancora lontani da una conversione della propria comunicazione verso il nuovo scenario di "fundraising permanente". Non assistiamo infatti a una vera e propria pianificazione della raccolta fondi realizzata da professionisti competenti in materia di fundraising e people raising politico. Non sono ancora attivi programmi di formazione ad hoc per tutti i livelli delle organizzazioni politiche nazionali e locali. Non si pensa al percorso più sicuro, etico e responsabile per gestire i rapporti tra la politica e le donazioni da parte delle imprese. Mancano quindi formazione, figure professionali, codici etici, manca la voglia di cambiare. Anche lo scorso anno - continua Marina Ripoli - dal punto di vista della comunicazione, i partiti si trovarono impreparati a diffondere e a far comprendere la novità del 2 x mille. Furono pochi i tentativi perchè ancora poca la consapevolezza della necessità di tale strumento e del fundraising in generale."


"Solo 325mila euro – dichiarano il Presidente di Competere.EU Pietro Paganini e il Segretario Generale Roberto Race – rispetto ai 7,750 milioni accantonati in un apposito fondo dal Governo Letta che introdusse il 2 per mille dell'Irpef ai partiti politici saranno dati ai partiti. Una cifra ridicola che dimostra il fallimento di una legge approvata in fretta da partiti che poi non si sono preoccupati del suo finanziamento. Il che è paradossale anche alla luce degli scandali delle ultime ore in cui emergono sistemi di finanziamento ai partiti illegali e meccanismi di corruzione diffusa.

Allo stato attuale, mancano in Italia codici di autoregolamentazione delle donazioni che invece dovevano nascere insieme all'abolizione del finanziamento dei partiti e mancano soprattutto codici etici. Da chi posso accettare donazioni e da chi non posso? Chi vende armi può finanziare un partito e un partito può prendere fondi da chi vende armi o da chi rappresenta potenti corporazioni? Basta forse far certificare un bilancio di un partito per rassicurare i donatori? Negli ultimi giorni gli scandali non sono mancati e questa è solo la punta dell'iceberg. Senza regole, ognuno fa quello che vuole e nel fundraising, l'anarchia è pericolosa perché non si tratta solo di perdere credibilità ma anche fondi e voti." 

 


Scheda librohttp://goo.gl/ex5Xqs

Seguono il profilo di Competere.EU e la prefazione al volume di Roberto Race:

Competere.EU (www.competere.eu)
Elaborare e implementare politiche e pratiche per lo sviluppo sostenibile: questa la mission di Competere.EU, il nuovo pensatoio italiano nato con l'obiettivo di essere di supporto alla politica, alle istituzioni ed al mondo del lavoro nel favorire l'innovazione sociale e dei processi economici e il confronto tra idee. Presidente del think tank è il docente di Business Administration alla John Cabot University Pietro Paganini mentre il Segretario Generale è il consulente di comunicazione strategica Roberto Race.


La prefazione al volume di Roberto Race:
"I partiti specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche e operative, hanno ricorso e ricorrono all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest'aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro…".
Era una calda giornata del 3 luglio del 1992 quando l'ex leader socialista Bettino Craxi pronunciò queste parole alla Camera dei deputati. In quell'aula nessuno si alzò e si banalizzarono le parole di Craxi come quelle di un "già condannato dalla storia" non comprendendo che il nodo del finanziamento alla politica e del rapporto tra i partiti e gli "interessi" legittimi ed anche quelli illegittimi andasse regolamentato.
Nel 1993, in un clima di ipocrisia nel quale la pancia dell'opinione pubblica esprimeva già l'idea che la politica non costasse, vinse il referendum sull'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti. Un referendum che avrebbe potuto aprire la strada al finanziamento diretto della politica da parte dei cittadini ma che invece non portò nulla. I finanziamenti rimasero ma cambiarono nome e procedura.
Sempre con grande ipocrisia non si è affrontato negli ultimi vent'anni, o forse come disse Craxi in quell'intervento dall'inizio della storia repubblicana, il tema dei costi della politica. Di quelli sani e necessari ad avere un rapporto corretto con il cittadino e non quelli tesi a creare storture parassitarie come quelle denunciate da giornalisti come GianAntonio Stella e Sergio Rizzo o da puntuali rapporti come quello annuale della Uil.
Oggi, condizione necessaria per affrontare con serenità il tema dei costi della politica, e di conseguenza quello del finanziamento pubblico, è ristabilire il rapporto di fiducia e legittimazione della rappresentanza tra i cittadini elettori e gli eletti.
Proprio quel rapporto che, anche grazie alla sciagurata legge elettorale ribattezzata dal suo estensore "Porcellum", si è drammaticamente interrotto.
Una occasione affinché questo possa avvenire viene dall'abrogazione dei finanziamenti diretti ai partiti con una legge che, pur restando nel filone dell'ipocrisia (fa rientrare dalla finestra i soldi tolti dal finanziamento diretto attraverso il 2 per mille e la cassa integrazione ai dipendenti dei partiti...), impone ai partiti di creare un sistema di autofinanziamento diffuso, attraverso il quale saranno le microdonazioni a contare e quindi i cittadini ad avere l'ultima parola attraverso il due per mille o le donazioni fiscalmente incentivate. Perché però questa occasione sia colta, la politica italiana dovrà riacquistare credibilità parlando il linguaggio della trasparenza, nella costruzione del consenso, così come nella raccolta delle risorse finanziarie utili a sostenere un progetto politico.
Questo è il messaggio principale del libro.
Con questo volume si apre la Collana di Competere con Rubbettino Editore.
Abbiamo scelto di aprirla con lo studio realizzato da Raffaele Picilli e Marina Ripoli sul fundraising politico, perché il tema dei costi della politica è alla base della disaffezione dei cittadini verso le istituzioni ed i partiti. Questa disaffezione complica il dibattito e quindi l'elaborazione di nuove proposte, conferendo alla politica un senso di impotenza.
Partendo dall'assunto che il fundraising non sia semplicemente ricerca di fondi, gli autori propongono una lettura globale di quest'attività applicata alla politica contestualizzandola nello scenario nazionale, che ha recentemente visto andare in vigore una riforma del finanziamento pubblico ai partiti, e in quello internazionale, evidenziando come l'equilibrio migliore nei principali paesi del G20 sia il mix tra i finanziamenti pubblici ai partiti e quelli privati raccolti grazie a campagne professionali di fundraising.
Nell'incipit del volume Marina Ripoli spiega come la comunicazione rappresenti l'anima e il fondamento di una buona campagna di fundraising e people raising politico, non solo da un punto di vista operativo. È infatti una comunicazione della politica coerente, trasparente, credibile che può contribuire a ricostruire quel rapporto di fiducia – oramai logorato - che in una sana democrazia lega invece i cittadini alla politica. È questa la condizione fondamentale affinché il fundraising possa diffondersi ed avere successo in Italia.
Se le strategie e le tecniche della raccolta fondi applicate alla politica sono quindi ancora poco conosciute e parzialmente utilizzate nel nostro Paese, nei capitoli successivi Raffaele Picilli ne propone una dettagliata descrizione accostando i contributi dei principali fundraiser italiani a consigli pratici utili ad incoraggiare un approccio professionale al fundraising politico nelle nostre campagne elettorali.
Un esempio per illustrare l'utilizzo di tali tecniche ci porta a gettare lo sguardo oltre confine. È Laura Nannelli ad analizzare il modello statunitense dell'e-campaign di Barack Obama.
Arricchiscono poi il volume l'evoluzione storica della disciplina normativa sul finanziamento pubblico ai partiti, la ricerca comparativa del "Centro Studi sul Non Profit" sul fundraising politico in Italia, Stati Uniti d'America e Regno Unito, ed un'indagine qualitativa condotta da Marina Ripoli che raccoglie 22 testimonianze tra esponenti politici, accademici e professionisti della comunicazione politica sullo stato dell'arte e le prospettive del fundraising nel nostro Paese. Di particolare interesse risultano le interviste ai tesorieri dei principali partiti e movimenti politici italiani poiché considerati testimoni privilegiati ed osservatori diretti del mutamento che sta interessando il tema dei finanziamenti e la gestione delle risorse economiche delle organizzazioni politiche.
Non mancano, inoltre, focus di approfondimento sulla raccolta fondi on line e l'uso dei social network e gli aspetti fiscali delle donazioni.
Un'attenzione particolare è rivolta al tema della tutela della privacy sviluppato grazie al Presidente dell'Istituto Italiano per la Privacy Luca Bolognini.
In definitiva, il libro fornisce utili strumenti a chi vuol raccogliere fondi per sostenere la buona politica: dal candidato alle elezioni nazionali a quello per le elezioni locali, da chi deve amministrare una piccola sezione di partito a chi, già in politica, vuole raccogliere fondi per progetti sociali.

Roberto Race  



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