Non è un caso che tali fenomeni si palesino: l'organismo in ansia, infatti, ipotizzando uno scenario di pericolo necessita di tutta l'energia muscolare su cui può contare, in modo da garantirsi la sopravvivenza. Si tratta, evidentemente, di un retaggio del passato, che permette di individuare l'ansia come una condizione fisiologica che in taluni casi costituisce una risorsa. A volte, però, tale risorsa va "fuori giri": può succedere, cioè, che il sistema di ansia si attivi in maniera non proporzionata, non giustificata o comunque eccessiva rispetto alle situazioni che si stanno affrontando: è in questo caso che si manifestano i disturbi d'ansia, i quali - soprattutto se reiterati nel corso del tempo - rischiano di complicare l'esistenza del soggetto che ne è colpito in misura significativa, e al tempo stesso di renderla non più in grado di fare fronte alle situazioni più comuni.
Va detto che non esiste un disturbo d'ansia univoco, ma possono esserne diagnosticati diversi tipi: si va dal disturbo d'ansia generalizzata alla fobia sociale, passando per il disturbo da stress acuto, il disturbo post-traumatico da stress e le varie fobie specifiche (per esempio, la paura degli insetti, la paura degli spazi chiusi, la paura dell'aereo, e così via). Il trattamento di tali fenomeni può coinvolgere vari fattori, ma in genere si basa sulla psico-educazione: in pratica, al paziente vengono fornite delle informazioni che riguardano il ruolo esercitato dalle credenze a proposito delle preoccupazioni nella comparsa e nella durata del disturbo.
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