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venerdì 22 maggio 2015

Commercio, Cia: ancora positive le vendite alimentari "made in Italy", occorre trasferire il valore anche all'agricoltura



Il presidente della Cia, Dino Scanavino, commenta i dati diffusi oggi dall'Istat: aumentano ancora gli acquisti nei discount, che per quasi il 30% delle famiglie rappresentano ancora l'unica alternativa per fronteggiare gli effetti della crisi sulla tavola. Bene anche i dati sul fatturato dell'industria alimentare. Ora però questi segni più siano trasferiti a monte della filiera, al settore primario, che resta il più esposto alle emergenze e alla volatilità dei mercati.     

 

            Anche a marzo continuano a correre le vendite di prodotti alimentari "made in Italy" che, rispetto allo scorso anno, aumentano dello 0,7% in controtendenza se paragonate alle vendite totali (-0,2%). Lo afferma il presidente nazionale della Cia, Dino  Scanavino, in merito ai dati dell'Istat sul commercio al dettaglio diffusi dall'Istat. Una tendenza positiva nella dinamica degli acquisti delle famiglie di cibo e bevande che, nei primi tre mesi del 2015, si è tradotta in un incremento dell'1,2%.


            Tra i luoghi di acquisto, osserva Scanavino, continua a crescere l'interesse dei consumatori nei confronti dei discount alimentari, dove le vendite del primo trimestre sono aumentate del 3,8%, segno che le famiglie si sentono tutt'altro che con la crisi alle spalle e quasi una su tre (6,5 milioni) continua a scegliere le cattedrali del "low-cost" anche per mangiare. Si conferma invece il trend negativo presso i piccoli esercizi alimentari (-1,1%), mentre tornano positivi i consumi nei supermercati (+1,1%).


            Le buone notizie sul commercio al dettaglio -continua il presidente della Cia- trovano conferma nei dati sul fatturato dell'industria alimentare che a marzo, lasciandosi davanti soltanto il settore dei trasporti e dell'informatica, è cresciuta del 3,8%, triplicando di fatto l'aumento generale delle vendite industriali nazionali. Un dato, quest'ultimo, spinto anche dai circa 9 miliardi di euro di prodotti agroalimentari "made in Italy" esportati nel mondo a partire da inizio anno.


            Adesso -ha concluso Scanavino- è urgente che i dati positivi delle vendite al dettaglio e del fatturato dell'industria siano trasferiti a monte della filiera agroalimentare. Le imprese agricole, essendo particolarmente esposte alle emergenze e alla volatilità dei mercati sono quelle che stanno incontrando maggiori difficoltà per uscire dalla crisi. Per garantire loro un futuro più certo, è necessario mettere in campo strumenti e misure che possano al più presto ripagare il loro impegno e i loro sacrifici. Una condizione di estrema importanza non solo per l'agricoltura, ma per l'intero sistema agroalimentare nazionale.  


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