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mercoledì 1 luglio 2015

L’impatto economico dell’inattività fisica in Europa

L'inattività fisica è responsabile del 14,6% dei decessi in Italia ed  impone al nostro Paese costi economici sanitari pari a oltre 12 miliardi di euro ogni anno
Questi i dati italiani dello studio "L'impatto economico dell'inattività fisica in Europa" presentato oggi ad Expo

Il 33% degli italiani è al di sotto dei livelli di attività fisica quotidiana raccomandati dall'OMS, oltre il 92% tra i tredicenni.

Maglia nera per le donne: il 38% non è sufficientemente attivo in confronto al 28% degli uomini

 

Milano, 1 luglio 2015 - In Italia il 33% degli adulti non raggiunge i livelli di attività fisica quotidiana raccomandati dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).


Gli attuali livelli di inattività fisica gravano pesantemente sul sistema sanitario e si traducono in costi economici annuali di oltre 12,1 miliardi di euro, equivalenti all'8,9% della spesa sanitaria italiana, per un impatto complessivo sull'economia che comprende costi sanitari diretti annuali pari a 1,6 miliardi di euro e costi indiretti pari a 7,8 miliardi di euro (facendo riferimento al valore economico stimato di vita sana persa per malattia e mortalità prematura), cui si aggiungono altri costi legati ai disturbi mentali (depressione e ansia), conseguenza dell'inattività fisica.


Dati ancora più preoccupanti per gli adolescenti sulla carenza di movimento,  in quanto il 92% dei tredicenni non raggiunge i livelli consigliati. In affanno le donne: ben il 38% contro il 28% degli uomini non è sufficientemente attivo.

 

Questi gli allarmanti risultati dello studio "L'impatto economico dell'inattività fisica in Europa", realizzato dal Centre for Economics and Business Research (Cebr) e commissionato da ISCA (International Sport and Culture Association), presentato nell'ambito di una tavola rotonda presso l'Expo Conference Centre, alla presenza di Mogens Kirkeby (Presidente di ISCA), Giovanni Malagò (Presidente del CONI), e Claudia Mazzeschi, Professoressa di Psicologia Dinamica presso l'Università degli Studi di Perugia e Responsabile dell'area Psicologica del progetto Eurobis Coordinato dal professor Pierpaolo De Feo, docente di Endocrinologia presso la Facoltà di Medicina dell'Università degli Studi di Perugia.

 

Con un focus su sei Paesi europei, quali Italia, Spagna, Regno Unito, Francia, Germania e Polonia, lo studio ha avuto l'obiettivo di aprire un dibattito su questi importanti temi e costituire un punto di partenza condiviso per incoraggiare i cittadini europei ad adottare stili di vita più sani e attivi.

 

Questa analisi è un'ulteriore conferma del fatto che l'inattività costituisca uno dei principali fattori di rischio di un consistente numero di malattie, come affezioni coronariche, diabete di tipo II, cancro colon-rettale e cancro al seno, e sia responsabile del 14,6% dei decessi in Italia, equivalente a 88.200 persone nel 2012. 

 

Inoltre, la ricerca dimostra che l'inattività fisica favorisce lo sviluppo di disturbi dell'umore, l'aumento dello stress e dell'ansia.

 

Si calcola che ridurre di un quinto il livello di sedentarietà permetterebbe di risparmiare 2,4 miliardi di euro all'anno e ridurre vari disturbi dell'umore.

 

Accanto al quadro critico presentato dai dati, sono state proposte iniziative efficaci per incoraggiare la persone a muoversi.

La presenza del Presidente Giovanni Malagò ha permesso di ricordare le numerose proposte che il CONI da anni promuove per coinvolgere gli italiani a incrementare i livelli di attività fisica, soprattutto tramite la pratica sportiva.

 

Tra le alternative non agonistiche, sono stati presentati dalla Dott.ssa Mazzechi due progetti internazionali realizzati per la prima volta in Italia: EUROBIS (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study) parte di EPODE International Network (EIN)- la più ampia rete mondiale di prevenzione dell'obesità - e Beat The Street. Realizzati a Perugia il primo e a Terni il secondo, sono basati su metodologie innovative volte a contrastare il fenomeno dell'incremento dell'obesità e promuovere l'educazione a uno stile di vita sano e attivo . Per saperne di più: www.eurobis.it; terni.beatthestreet.me

 

***

 

International Sport and Culture Association (ISCA)

ISCA è una piattaforma globale aperta alle organizzazioni che operano nel mondo dello sport, riguardanti sia attività sportive a scopo didattico sia l'attività fisica in generale. Fondata nel 1995, ISCA è oggi tra i principali attori mondiali in questo ambito, dal momento che collabora con le 180 organizzazioni che ne fanno parte (incluse 91 organizzazioni europee), ONG internazionali e rappresentanti del settore pubblico e privato.

ISCA è impegnata nella promozione dell'attività fisica, in quanto crede fermamente che tutti i cittadini abbiano il diritto di godere dei benefici fisici, mentali e sociali di uno stile di vita attivo. Tuttavia, la promozione dell'attività fisica si basa su un approccio multi-settoriale e su iniziative efficaci che possono incoraggiare le comunità e i singoli cittadini a intraprendere uno stile di vita più attivo.

 

Nel 2012, ISCA ha lanciato la campagna NowWeMOVE con l'obiettivo di promuovere l'attività sportiva in diversi settori  per combattere l'epidemia di inattività fisica che coinvolge tutta l'Europa. NowWeMOVE è attualmente  la più grande campagna europea volta alla promozione dello sport e dell'attività fisica.  Il suo obiettivo ultimo è quello di far sì che "100 milioni di europei  siano più attivi, esercitando diverse attività fisiche e vari tipi sport, entro il 2020". Gli obiettivi principali della campagna sono quelli di aumentare la consapevolezza dei vantaggi dello sport e dell'attività fisica tra i cittadini europei; promuovere le opportunità in grado di favorire maggiormente l'attività fisica; offrire strumenti innovativi e sostenibili agli organizzatori di iniziative legate all'attività fisica attraverso soluzioni gratuite e patrocini.

 

Lo studio "L'impatto economico dell'attività fisica in Europa" rappresenta un ulteriore passo del lavoro di ISCA volto ad informare le persone dell'importanza del valore dell'attività fisica e fornire ai soggetti coinvolti nella promozione dell'attività fisica gli  strumenti adatti per realizzare le proprie iniziative. Questo è il motivo per cui nel febbraio 2015, ISCA ha commissionato al Centre for Economic and Business Research (Cebr) un esame dei costi dell'impatto sulla salute fisica e mentale  dell'inattività in Europa (basandosi sulle seguenti nazioni: Italia, Francia, Germania, Polonia, Spagna, e Regno Unito).

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