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giovedì 4 agosto 2016

Matrimonio all’italiana, un po’ di tradizioni

Se state pensando di organizzare il vostro matrimonio è importante conoscere tutte le credenze popolari ad esso legate, così da non commettere errori o attirare su voi stessi la cattiva sorte.

L’Italia è un Paese ricco di storia e tradizioni, molte delle dedicate alla celebrazione del rito del matrimonio. 


Ciascuna Regione inoltre ha i suoi usi e costumi ed è praticamente impossibile conoscerli tutti. 
Senza contare che molti di essi sono caduti in disuso e sono stati ormai messi nel dimenticatoio.

In ogni caso è importante essere fieri delle proprie tradizioni e della propria cultura, specialmente in un giorno di festa come quello delle vostre nozze.

Ecco quindi una lista delle più comuni usanze legate al matrimonio in Italia:

- Oltre alla classica usanza della proposta di matrimonio in ginocchio, gli uomini italiani (soprattutto del Sud) un tempo cantavano una serenata alla donna che amavano chiedendole di sposarli.

- Il giorno in cui ci si sposa è molto importante, perché la nostra cultura attribuisce un significato ad ogni giorno e ad ogni mese dell’anno. 

È tradizione quindi non sposarsi nei mesi di maggio o agosto perché considerati portatori di cattiva sorte. 
Quanto al giorno, secondo il detto di Venere e di Marte non ci si sposa né si parte”
Non ci si sposa di martedì perché è il giorno dedicato al dio della guerra e dei conflitti Marte e non è di buon auspicio sposarsi sotto la sua protezione.
L’esclusione del venerdì invece è legata alla religione cattolica, secondo la quale il venerdì è il giorno destinato al digiuno e al pentimento e non è consono celebrare e festeggiare in allegria.

- In alcune regioni del Sud Italia il velo ha una lunghezza pari agli anni di fidanzamento della coppia (un metro per anno). 

La sposa poi non può indossare altro oro all’infuori della fede durante le celebrazioni (così come non può portare oggetti con le perle, portatrici di lacrime e infelicità).

- Sempre tra gli oggetti che la sposa dovrebbe indossare il giorno del proprio matrimonio c’è anche una giarrettiera, che verrà poi sfilata alla sposa dal suo novello marito durante i festeggiamenti per il ricevimento e fatta a pezzi da regalare agli altri uomini in sala come segno di buon auspicio (se la sposa non dovesse indossare la giarrettiera le verrà presa la scarpa destra e distrutta)

- Una sorte simile avviene anche alla cravatta dello sposo, tagliata in piccoli pezzi che vengono venduti agli altri invitati.

- Il giorno prima del matrimonio la futura sposa non può dormire con il compagno della casa coniugale, ma nella casa dei genitori. 

Inoltre dovrebbe indossare qualcosa di verde, simbolo di speranza e fortuna.

- Il letto in cui i novelli sposi dormiranno la prima notte di nozze viene solitamente preparato da due ragazze nubili, come simbolo di purezza. 


- La mattina delle nozze lo sposo deve far recapitare il bouquet (che viene comunque scelto dalla sposa per non stonare con l’abito) a casa della sposa, come simbolo del suo ultimo regalo in qualità di fidanzato.

- Il giorno della cerimonia lo sposo non può vedere la sposa e quest’ultima non può neanche guardarsi allo specchio (a meno che non si tolga un guanto, un orecchino o una scarpa).

- Piccoli pezzi di ferro (anche monete) verranno messi nelle tasche dello sposo e nella scarpa della sposa, allo scopo di scacciare gli spiriti maligni.

- All’uscita dalla chiesa il classico lancio del riso simboleggia fertilità e ricchezza.

- Mentre il lancio del bouquet da parte della sposa è un buon augurio per le donne nubili invitate alla festa.

- Un altro classico costume è quello dello sposo che oltrepassa la soglia di casa con la sposa in braccio

Questa tradizione risale ad un’antica tradizione di epoca romana, secondo cui era un segno di sventura se la sposa inciampava entrando per la prima volta nella sua nuova casa.

Che crediate o meno a queste superstizioni, il rispetto degli usi e costumi di una cultura aiuta a mantenerne viva la memoria, donandole longevità. 


E poi… male non fa!

 

Articolo realizzato in collaborazione con: Datanozze.it

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