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mercoledì 31 gennaio 2018

RC auto. Garanzie accessorie RCA: alle donne costano 10 euro in meno

Uomini e donne: le differenze nella scelta delle polizze accessorie

L'assistenza stradale è la copertura assicurativa più scelta, sia da donne che da uomini, quando si acquista l'RC auto: è la principale evidenza dell'ultimo studio di SosTariffe.it che ha analizzato i preventivi calcolati nel 2017 e ha individuato le polizze accessorie più diffuse in base al sesso dell'acquirente.

Tra le evidenze anche il costo medio di queste coperture, che risulta essere in media più basso di 10€ per le donne.

Le garanzie accessorie all'RCA sono coperture aggiuntive con le quali i guidatori possono integrare la propria assicurazione auto base e ottenere maggiore sicurezza alla guida: quanto sono diffuse in Italia? 

Un recente studio di SosTariffe.it ha rilevato che l'87% circa dei preventivi per assicurare l'auto - calcolati sul sito nel 2017 - contiene almeno una garanzia accessoria. Lo studio viene oggi aggiornato presentando le differenze di genere più rilevanti in fase di acquisto di una polizza auto accessoria.

Assistenza stradale: la più scelta sia da donne che da uomini
Tra le polizze più diffuse, al primo posto sia per donne che per uomini, c'è l'assistenza stradale, che copre eventuali spese per carroattrezzi o traino fino all'officina in caso di problema all'auto riscontrato durante la marcia e che viene scelta nell'89% dei casi per quanto riguarda gli uomini, nel 90,4% per le donne1.

Praticamente a pari merito, tuttavia, ci sono altre due garanzie accessorie molto diffuse: Tutela legale (scelta dall'88,6% degli uomini e dal 90,1% delle donne) e Infortuni al conducente (88,5% dagli uomini e 90,2% per le donne).

Anche furto e incendio risulta parecchio "gettonata" tra le garanzie accessorie selezionate, sia da donne che uomini: questa copertura, infatti, risulta inclusa nel 57% di tutti i preventivi richiesti a SosTariffe.it da uomini e nel 58% delle quotazioni richiesta da donne

La polizza per proteggere i vetri dell'auto sembra essere più richiesta dalle donne: per questo target, infatti, la garanzia Cristalli è stata scelta quasi nel 49% dei casi, invece per gli uomini nel 43,8% circa.

Si attestano intorno al 30% (donne) e 31% (uomini) le richieste per Kasko Collisioni, mentre rimangono al 20% le domande per la garanzia "Eventi Naturali" che protegge l'auto da calamità naturali. Meno richieste le altre polizze accessorie: Kasko Completa (8,7% per uomini e 9,4% per donne) e atti vandalici (8,8% uomini e 9,1% per donne).

Garanzie accessorie aggiuntive: gli uomini i più interessati
I dati di SosTariffe.it, tuttavia dicono qualcosa in più. Se si rapporta il totale delle richieste pervenute per ogni garanzia accessoria al sesso del richiedente, si scopre che, in media, gli uomini sembrano essere i più interessati alle garanzie accessorie.

Il 70% dei preventivi pervenuti con una richiesta di almeno una polizza accessoria, infatti, proviene da guidatori di sesso maschile, mentre il restante 30% da donne.

Le uniche garanzie accessorie per le quali le richieste di donne superano il 31% sono Kasko completa e Cristalli (quest'ultima sembra essere tra le più apprezzate dalle donne).

Costi delle garanzie accessorie: per le donne costano 10 euro in meno
A incidere sulle scelte degli italiani relativamente all'acquisto delle singole polizze accessorie è anche il costo di queste polizze supplementari.

Una delle conclusioni dello studio di SosTariffe.it è che mediamente queste polizze accessorie costano meno per le donne che per gli uomini. Se si calcola la media dei costi di tutte le garanzie accessorie rilevati per gli uomini si scopre un prezzo di 92,9 euro, mentre per le donne il valore è pari a 82,7 euro. Questo significa che mediamente le garanzie accessorie per l'auto costano 10 euro in meno per le donne.

Le differenze più alte di prezzo tra donne e uomini, SosTariffe.it le rileva sulla copertura Kasko Completa (che costerebbe circa 40 euro in meno per le donne), Furto e Incendio (23 euro in meno) e Atti vandalici (12 euro in meno).

In linea generale la polizza complementare più economica è Tutela legale, che ha un costo medio di cerca 16 euro, mentre quella più cara è Kasko Completa che va dai 228 euro delle donne ai 269 euro per gli uomini.

Per individuare le proposte migliori per assicurare l'auto è utile consultare il comparatore di SosTariffe.it, grazie al quale sono stati rilevati i dati su cui si basa questo studio: www.sostariffe.it/assicurazioni/
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lunedì 29 gennaio 2018

III EDIZIONE STATI GENERALI CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO > Milano, 29 gennaio 2018

III EDIZIONE STATI GENERALI CONTRO IL GIOCO D'AZZARDO

Milano, 29 gennaio 2018 - "Il gioco d'azzardo ha un fatturato di quasi 100 miliardi annui, ma in pochi anni sono cresciuti anche i numeri legati alle persone che hanno sviluppato dipendenza, con conseguenti danni economici, lavorativi e familiari oltre al rischio di cadere nella rete dell'usura o della delinquenza; la percentuale di giocatori patologici che sono intercettati dai servizi o che hanno volontariamente chiesto aiuto è minima e le misure di prevenzione sono ancora insufficienti. La campagna Mettiamoci in Gioco chiede dunque ai candidati alle elezioni politiche 2018 di assumere pubblicamente l'impegno di approvare una legge nazionale che possa regolamentare in maniera univoca il gioco d'azzardo: i nostri quattro punti sono zero pubblicità sui media e nei luoghi pubblici, ridurre di almeno un terzo le possibilità di accesso all'azzardo, garantire non un proibizionismo che favorirebbe il sommerso bensì un gioco d'azzardo normato in termini di dislocazioni e orari, assicurare cure gratuite a coloro che soffrono di dipendenza": la dichiarazione di Don Virginio Colmegna, componente della Segreteria del Coordinamento lombardo della campagna Mettiamoci in Gioco e Presidente della Casa della Carità, riassume alla perfezione il senso della III edizione degli Stati Generali contro il gioco d'azzardo, evento che si è tenuto il 29 gennaio 2018 a Milano presso la sede dell'ANCI Lombardia e che ha permesso la condivisione di un ampio patrimonio di esperienze sul contrasto al gioco d'azzardo e sul diritto alla cura. 

"Siamo abituati a confinare la prevenzione solo all'aspetto tecnico – dice Virginio Brivio, sindaco di Lecco e Presidente di ANCI Lombardia -. La sfida è capire come interventi di comunità con spazi reali di incontro e dialogo siano una soluzione possibile"; a queste parole fa eco Arianna Censi, Vice Sindaca della Città Metropolitana di Milano: "Non si può combattere con uno stuzzicadenti contro una spada – commenta -. La rete delle istituzioni pubbliche, dalla scuole alle biblioteche fino ai centri anziani, sia messa a disposizione per campagne di sensibilizzazione e per offrire occasioni d'incontro e di socializzazione". Sì, perché il gioco d'azzardo è sinonimo di solitudine, davanti a una macchinetta che invita alla compulsione  e in ambienti in cui, oltre al denaro, si perde spesso anche il senso del tempo e della realtà.         

Matteo Iori, rappresentante del coordinamento nazionale della Campagna Mettiamoci in Gioco, ha illustrato bene i risultati ottenuti dal 2013: "Non sono stati inseriti nuovi giochi d'azzardo, l'osservatorio è stato spostato dai Monopoli alla sanità, il termine ludopatia è stato sostituito con "gioco d'azzardo patologico" perché la malattia non è il gioco bensì l'azzardo, la pubblicità legata a ogni tipo d'azzardo è stata vietata sulle emittenti generaliste dalle ore 7 alle 22, la dipendenza da azzardo è stata inserita nei LEA ed è stato stanziato un fondo specifico per le cure". Iniziative e ulteriori progressi possono essere monitorati grazie al sito www.mettiamociingioco.org: il 19 febbraio, ad esempio, il coordinamento nazionale Mettiamoci in Gioco presenterà alla Camera una nuova proposta di legge nazionale per il contrasto al gioco d'azzardo.  

Non è tuttavia importante fornire risposte alle emergenze, ma anche saper porre le domande giuste: "Poniamo attenzione a una contraddizione inaccettabile – suggerisce

Luigi Guarisco, Referente di Libera Lombardia – come il fatto che lo stato offra il gioco d'azzardo che favorisce la malattia mentre l'articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto del cittadino alla salute". 

La politica non può esimersi dal considerare il gioco d'azzardo come un tema caldo su diversi fronti e lo hanno confermato sia il senatore Franco Mirabelli (Commissione bicamerale Antimafia) che Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e componente della Conferenza Stato-Regioni: "È certamente necessaria una nuova legge nazionale per arginare i profitti della criminalità, il nuovo governo non riparta da zero: si cominci inserendo l'obbligo di accesso remoto alle macchinette, in modo che non vengano manipolate le schede e si contrasti l'utilizzo illecito legato al riciclaggio".  

Gori, sottolineando che in Lombardia sono stati giocati 17 miliardi di euro nel 2016 (pari al bilancio della sanità) ha illustrato le iniziative applicate sul territorio bergamasco: "A livello locale abbiamo verificato che l'aumento del gioco è palesemente connesso alla quantità dell'offerta e abbiamo riscontrato il dramma dell'azzardo passivo, vissuto dalle famiglie e dai gruppi di lavoro e abbiamo posto regolamentazioni e ordinanze che hanno portato a una diminuzione del 27% delle slot. Non sono per il proibizionismo, regalo alla criminalità, ma sono per le regole condivise: la Lombardia estenda la legge 8 a tutti i tipi di gioco d'azzardo perché su alcuni i sindaci non hanno potere". 

Il consigliere del Comune di Milano David Gentili ha suggerito di applicare anche a Milano le decisioni prese a Bergamo, chiedendo inoltre un'informativa antimafia per tutta la filiera del gioco d'azzardo e la messa a disposizione, da parte delle questure, dei dati reali relativi a gestori e concessionari. 

Al tavolo seguente, moderato dallo psichiatra Riccardo Gatti (Direttore del Dipartimento Interaziendale Prestazioni Erogate nell'Area Dipendenze ASST S Paolo e Carlo) che invita a uscire dall'ottica emergenziale per operare a livello strutturale rendendo anche molto più chiare le indicazioni per raggiungere i servizi di cura, sono intervenuti Cristina Perilli per AUPI (Associazione Unitaria Psicologi Italiani), che ha ben spiegato come siano necessari fondi per potenziare le équipe di operatori e ha messo in allarme sulla riduzione del 10% nel 2017 del fondo dedicato al GAP (Gioco d'azzardo patologico), e Stefano Rizzi di CEAL (Coordinamento Enti accreditati delle dipendenze della Lombardia); Rizzi ha evidenziato l'importanza dei percorsi residenziali in comunità per i malati di GAP e quanto sia necessario che non siano a carico dei pazienti, così come va tolto lo stigma nei confronti dei servizi che si occupano di dipendenze: "Chi ha l'influenza non si vergogna di andare dal dottore, deve essere la stessa cosa con le dipendenze patologiche". 

Nella fase conclusiva, coordinata da Angela Fioroni (Legautonomie Lombardia e Gruppo di Lavoro Regionale su GAP ), sono intervenuti portando esperienze significative Alfonso Sperandeo (Comune di Napoli, che sta coinvolgendo gli esercenti su base volontaria), Angela Gregorini (vicesindaco Comune di Pavia: coinvolgendo esercenti virtuosi e l'intera comunità nella sensibilizzazione sui danni dell'azzardo il problema è diminuito in città, ma è parallelamente aumentato nei comuni limitrofi con cui stanno cercando un regolamento condiviso), Riccardo Zerbetto (Orthos, chiede che Regione Lombardia riconosca la residenzialità come cura per il GAP e annuncia che sta lavorando all'accreditamento di un protocollo di cura di 21 giorni), Simona Neri (ANCI Toscana, sta lavorando a un regolamento unico da proporre ai comuni e hanno rivisto le leggi regionali) e il regista Gianmaria Fornari che sta raccogliendo forze e finanziamenti per un film (racconta la storia di un quarantenne del Giambellino finito nella rete dell'azzardo e delle mafie) che tocchi la parte emotiva e non solo quella razionale. 

Angela Fioroni ha chiuso i lavori annunciando il titolo dei prossimi Stati Generali: "Dalla sperimentazione alla normalità, per la salute e la democrazia". 


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BNL - Digital payment e pagamenti in mobilità: l'ultima sfida per i player bancari

Roma, 29 Gennaio 2018 – Stando ai dati dell'ultimo trimestre 2017, aumenta la confidenza degli italiani nelle soluzioni di mobile payment.  

Questi i dati più salienti che emergono dallo studio "Digital Payments Study" del 2017 di Visa volto a esplorare ogni anno i comportamenti dei consumatori europei verso i pagamenti digitali.

Sono sempre di più coloro che utilizzano il mobile per effettuare transazioni e pagamenti ricorrenti. Il 74% dei nostri connazionali utilizza forme di pagamento mobile per transazioni quotidiane (es. parcheggi, soste sulle strisce blu, abbonamenti, etc.), un numero che fotografa l'evoluzione del settore e delle abitudini di acquisto degli utenti. 

Più del 50% degli italiani utilizza smartphone e tablet per acquisti online, e non più solo nella fase di touch point iniziale, ma avanti sino al completamento della transazione.

Inoltre, circa il 25% degli utenti fa uso di sistemi digitali mobile per trasferire denaro a parenti e amici attraverso piattaforme come Jiffy, Satispay, Tinaba, che consentono trasferimento di denaro peer to peer tra contatti che hanno aderito alla stessa piattaforma, con addebito su conto corrente.

L'attenzione che gli istituti bancari e tutti i maggiori player della telefonia, da tempo, stanno ponendo nei confronti delle forme di pagamento digitale risponde all'utilizzo e alla percezione che le generazioni più giovani hanno dei dispositivi mobili. L'utilizzo di denaro elettronico è molto diffuso tra i ragazzi, ma il tema della sicurezza e della privacy rimangono centrali.

Da qui la necessità da parte dei player bancari di raccogliere le grandi opportunità offerte dall'evoluzione tecnologica e di sviluppare e migliorare sistemi di pagamento innovativi.

Le case produttrici di smartphone si sono mosse con largo anticipo, hanno infatti da tempo previsto l'evoluzione dei pagamenti contactless, credendoci al punto da inserire all'interno dei dispositivi la tecnologia NFC (Near Field Communication). Il funzionamento è molto semplice: si avvicina il cellulare al POS e si attiva via App l'addebito sulla carta associata al servizio. Questa tecnologia, infatti, mette in comunicazione due diversi dispositivi, sfruttando una connettività wireless a corto raggio. 

Già funzionano con tecnologia NFC in Italia Apple Pay, Vodafone Wallet, Monhey - l'app di Unicredit - BNL PAY ed Hello! PAY,Tim Wallet, Cartasì, Postemobile, PayGo di Intesa San Paolo. 

Le sfide sono ancora molte e i servizi di pagamento mobile hanno sempre maggior riscontro tra gli utenti smart, attenti e attratti dal valore aggiunto e dalle migliorie che la tecnologia può portare nella vita di tutti i giorni. Il trend è significativo e il futuro della penetrazione dei pagamenti mobile è sicuramente tracciato, sebbene vi siano da coinvolgere esercenti e player bancari affinché facciano fino in fondo la loro parte di percorso.
Tra i player bancari che si stanno muovendo con maggiore dinamismo vi è BNL, che tramite le nuove versioni di BNL PAY e Hello! PAY, punta a sfruttare al meglio il trend appena descritto per fornire valore ai propri clienti.

Le App di mobile payment di BNL nate per soddisfare il "DNA digitale" di coloro che mirano all'"Empowerment" di se stessi e della propria vita attraverso l'uso della tecnologia e della mobilità ed attraverso il risparmio di tempo e di denaro, il 4 gennaio hanno visto il rilascio di una nuova versione. 
Previo aggiornamento dell'App su Google Store e digitalizzazione delle carte, è, infatti, possibile utilizzare lo smartphone per pagare nei negozi dotati di POS Contactless. E proprio per stare al passo con i ritmi velocissimi e le esigenze del mercato, BNL PAY ed Hello! PAY hanno recentemente reintrodotto la funzionalità che abilita gli smartphone ANDROID al pagamento NFC. 
BNL PAY ed Hello! PAY offrono all'utente quattro funzionalità che permettono di utilizzare lo smartphone come un vero e proprio portafoglio digitale, ad esempio per trasferire denaro in tempo reale con Jiffy senza disporre di un IBAN o effettuare il pagamento delle soste, o autorizzare gli acquisti online con Masterpass. Il tutto con la sicurezza del Touch ID (per i dispositivi abilitati) e del PayPIN.

Per BNL stare al passo con i tempi che cambiano significa anticipare e guidare le persone all'interno del cambiamento stesso, fornendo loro sistemi semplici, intuitivi e sicuri. 
E BNL, accolta la sfida dell'era digitale, si mostra pronta ad accogliere nuovi cambiamenti.

Del resto, l'entrata in vigore il 13 gennaio 2018 della PSd2 (Payment Services Directive), non fa altro che confermare che il Digital Payment è tema centrale del dibattito, e che si intende continuare ad operare per rendere le forme di pagamento innovativo sempre più sicure e convenienti, per esercenti e per  consumatori.
La direttiva, che promuove lo sviluppo di un mercato interno dei pagamenti al dettaglio efficiente, sicuro e competitivo, prevede tutele concrete per i consumatori: i pagamenti non autorizzati dovranno essere rimborsati entro un giorno e la franchigia a carico del cliente per quelli fraudolenti passa da 150 a 50 euro. Infine, si rafforzano le possibilità innovative di pagamento via App e credito telefonico e vengono previste commissioni interbancarie ancora più limitate per i micropagamenti.
Insomma, quella che stiamo vivendo è una vera e propria rivoluzione dell'ecosistema dei pagamenti, trainata da tecnologie ogni giorno più raffinate e customer oriented e da consumatori sempre più attenti ed esigenti. Immaginando quale sarà la prossima sfida.


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In Norvegia con la prima Ford Focus RS Taxi

In Norvegia con la prima Ford Focus RS Taxi



I turisti scattano un selfie con il tassista Evald Jåstad e la sua Focus RS, il primo taxi nato da una Ford Performance car.

Il figlio di Evald Jåstad, Martin, ogni giorno, ha la fortuna di percorrere i 16 km verso la sua scuola materna, godendo di uno scenario scandinavo mozzafiato, ma, soprattutto, stando comodamente seduto a bordo di una Performance car ad altissime prestazioni.

Questo è solo il primo "cliente" del giorno per il tassista Evald Jåstad, che lavora con una Ford Focus RS.

I clienti abituali hanno soprannominato il primo taxi performance Blue Lightning. Il taxi, che è in grado di raggiungere gli 0-100 km/h in soli 4,7'', è già molto popolare tra i visitatori diretti verso le scogliere Trolltunga, a Odda, in Norvegia…non fanno altro che parlare di lui.

"Non sono molte le persone che possono dire di vivere il loro sogno. Ma io sono sicuramente uno di loro", ha raccontato il 36enne, padre di due figli che, in soli 18 mesi, ha già guidato per 127.000 km la sua Focus RS Taxi. 

"Quando accompagno mio figlio Martin all'asilo, grida tutto il tempo: Bånn gass! Bånn gass! - Più gas! Più gas!"


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PRODEA GROUP ACQUISISCE PUBLISHOW E SHOW WINDOW


 

PRODEA GROUP

ACQUISISCE IL 100%

DI PUBLISHOW E SHOW WINDOW

 

 

Prodea Group la Event and Content Production Agency torinese fondata nel 1995 da Marco Cicchetti e Corrado Camilla, inizia il 2018 con due importanti acquisizioni che la portano a poter offrire ai propri clienti servizi, creatività e innovazione sempre più integrati.

 

Nell'ottica di una crescita solida e costante, Prodea Group S.p.a. ha acquisito Publishow s.r.l. e Show Window s.r.l., due realtà riconosciute e presenti sul mercato da più di 30 anni.

 

Publishow è stata la prima azienda italiana dedicata alla pubblicità sui punti vendita della Grande Distribuzione, la prima a svolgere attività di promozione impattanti dedicate a specifici prodotti all'interno degli ipermercati. Show Window è invece leader indiscusso della pubblicità e dei servizi pubblicitari dei punti vendita farmaceutici, attività promozionale che ha inventato nel 1982.

Entrambe sono quindi due storie di successo che durano nel tempo e che condividono lo spirito fortemente innovativo del gruppo imprenditoriale Prodea.

 

L'unione di forze, expertise, know how e intenti tra Prodea Group e le due nuove aziende è tale per cui, Mario Ronchetti, è stato nominato Presidente di ProdeaGroup che mantiene comunque saldamente nelle mani di Corrado Camilla e Marco Cicchetti la guida del gruppo (nel ruolo di Amministratori Delegati ed azionisti nella holding detentrice della maggioranza del Gruppo). La Direzione Generale viene affidata a Michele Costantino.

 

Il processo di acquisizione prevede l'ingresso nell'azionariato del Gruppo di Mario Ronchetti già amministratore di Publishow e Show Window, oltre a Stefano Colombani e Paolo Marchetti, già nel board di Publishow e Showindow, che assumono rispettivamente il ruolo di General Manager di Publishow e di Show Window.

 

Corrado Camilla

"Crediamo fortemente che la realizzazione di un'attività promozionale, dai grandi eventi al field marketing debba essere ideata e progettata orizzontalmente. Per molti clienti creiamo contenuti tv, web, social nonché attività di advertising e eventi di lancio o promozione con un unico fil rouge che li unisce e li rende efficaci. Pertanto nella strategia di crescita di Prodea Group, acquisire due aziende leader nei servizi sul punto vendita come Publishow e Show Window ci dà un'ulteriore vantaggio verso i competitor, e la possibilità di costruire un rapporto sempre più saldo con i clienti, sempre più attenti a lavorare con interlocutori in grado di coprire i diversi settori della comunicazione.

 

Marco Cicchetti

"Vogliamo affermarci come prima realtà del Live Entertainment&Communication non solo in Italia ma anche all'estero, dove presidiamo da 5 anni il mercato Arabo e quello Russo. L'acquisizione di Publishow e Show Window rafforzano Prodea Group in quanto da oggi siamo in grado di seguire i nostri clienti, direttamente e senza intermediazioni, presidiando tutto il percorso di Customer Experience. Il cross-selling generato dall'acquisizione ci permetterà altresì una crescita non solo in termini di fatturato che stimiamo attorno ai 47 mln di euro per il 2018, ma soprattutto in termini di competenza specifica in ambito trade. Un ottimo inizio 2018 per un Big Team, che da oggi conta 200 dipendenti tra Torino, Milano, Roma, Mosca e Dubai, che potrà approcciare ogni singolo mercato ed ogni singolo cliente con un ventaglio di offerta sempre più completo, compreso quello della logistica materiali derivante dall'integrazione di oltre 8.000 mq di magazzino".



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sabato 27 gennaio 2018

SHOAH, QUEI CANCELLI MAI APERTI. Di Marco Nicoletti


EDITORIALE - Si celebra oggi, 27 gennaio, il Giorno della Memoria per ricordare le vittime della Shoah ma anche l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e la liberazione del più grande campo di sterminio nazista, avvenuta nel 1945. 

Sono trascorsi quindi 73 anni dal giorno in cui la Prima armata del Fronte ucraino fece il suo ingresso sotto la famigerata scritta Arbei macht frei, in una giornata che cambiò la storia del Novecento e la percezione dei crimini del regime nazista.

L’Italia, che istituito  il Giorno della memoria nel 2000, ricorda lo sterminio del popolo ebraico ma anche più direttamente la persecuzione degli ebrei italiani, una pagina di storia che non può essere dimenticata e che inevitabilmente richiama le responsabilità nostrane sulle disonorevoli leggi razziali

Iniziative e momenti di riflessione sono quindi rivolti alle vittime, nel complesso, e ai deportati politici e militari italiani, ma anche a chi volle opporsi allo sterminio, rischiando la vita per salvare i perseguitati.

C’è bisogno di continuare a ricordare, affinché mai più possa verificarsi una tale catastrofe; Shoah in ebraico significa appunto catastrofe, disastro, distruzione. 

E continuare a vigilare sulla capacità degli europei di mettersi alla prova con una memoria costruttiva: come rivela un rapporto del 2015 della Fondazione Bertelsmann dal titolo Germany and Israel Today: Linked by the Past, Divided by the Present? 

Il 58% degli intervistati tedeschi, dai 18 anni in su, avrebbe voluto relegare al passato il tema Olocausto e non parlarne più. Il 35% degli intervistati equiparava le politiche israeliane verso i Palestinesi a quelle naziste subite in Germania dagli ebrei durante il regime, un dato in crescita del 30% rispetto al 2007.

La Giornata della Memoria non serve  solo a commemorare quei milioni di  persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto. 

La Giornata della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo  in quella che gli storici chiamano la zona grigia. 

Si tratta di una zona della mente e del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l'innocenza e la colpevolezza. 

Marco Nicoletti ©️2018 

Porsche Consulting: Francesco Leoni è il nuovo responsabile del Competence Center di Innovazione Strategica

PORSCHE CONSULTING: FRANCESCO LEONI È IL NUOVO RESPONSABILE DEL COMPETENCE CENTER DI INNOVAZIONE STRATEGICA

A diretto riporto dell'amministratore delegato, supporterà le aziende italiane nella definizione di strategie innovative per competere nel mercato globale

Milano. Francesco Leoni è stato nominato responsabile del Competence Center di innovazione strategica di prodotto per la sede italiana di Porsche Consulting, la società di consulenza manageriale parte della casa automobilistica di Stoccarda.

Bolognese, 45 anni, supporterà le aziende italiane nella definizione di strategie innovative basate su nuove architetture di prodotti e servizi, trasferendo i processi agili di sviluppo ideati dalla casa madre e relazionandosi con il Competence Center di Stoccarda.

Laureato in ingegneria all'Università di Bologna, ha iniziato la sua carriera in Ducati Motor Holding dove ha lavorato per otto anni. Dopo aver conseguito un Corporate MBA presso la Business School di Bologna è entrato in Nexion Industrial Group, dove ha ricoperto il ruolo di Industrial Engineering Manager.
In Porsche Consulting dal 2011, ha supportato importanti clienti internazionali nei settori White Goods e Aerospace, e si è occupato di strategia, innovazione e modularità di prodotto per complesse multinazionali dei beni industriali.

"Ci troviamo in una fase di grande trasformazione generata da nuove tecnologie in continuo mutamento. Le aziende sono oggi spinte ad un ritmo di innovazione mai immaginato, con soluzioni basate su nuovi prodotti e servizi provenienti anche da settori lontani dal proprio core business: questa complessità può mettere in crisi le organizzazioni. Una guida all'innovazione strategica è fondamentale" ha dichiarato Josef Nierling, amministratore delegato di Porsche Consulting.

"Non è più tempo per un'offerta basata su prodotti migliorati incrementalmente" afferma Francesco Leoni, Associate Partner di Porsche Consulting "vinceranno la competizione globale quelle aziende in grado di offrire soluzioni sempre più integrate di prodotti e servizi, capaci di generare un valore addizionale fortemente distintivo per i propri clienti".
  
Porsche Consulting GmbH è un'affiliata della casa automobilistica Dr.-Ing. h.c. F. Porsche AG di Stoccarda. Fondata nel 1994 a seguito del grande successo ottenuto con la ristrutturazione della Casa Madre Porsche, a distanza di 24 anni agisce a livello internazionale attraverso i suoi 4 uffici tedeschi e le sue 4 affiliate a Milano, San Paolo, Atlanta e Shanghai. Gli esperti di Porsche Consulting offrono la loro consulenza alle grandi e medie imprese nel settore dei beni industriali quali meccanica, impiantistica e a tutta la filiera di fornitura del comparto automobilistico. Altri importanti clienti provengono dal settore aeronautico, dalle costruzioni, dall'industria dei beni di consumo e della distribuzione.


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1° Trofeo Nazionale Giangiacomo Ciaccio Montalto, Regata Velica. Domenica 28 gennaio 2018 a Trapani

Trapani, domenica regata velica con il 1^ Trofeo Nazionale Giangiacomo Ciaccio Montalto

Regata velica commemorativa in occasione del XXXV anniversario dall'omicidio del magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto (25 gennaio 1983)

Trapani, Domenica 28 gennaio 2018


Trapani, 27 gennaio 2018 – Si terrà domenica 28 gennaio il "1° Trofeo Nazionale Giangiacomo Ciaccio Montalto", regata velica, organizzata dall'Associazione Nazionale Magistrati, in collaborazione con la Lega Navale Italiana, sezione di Trapani, per commemorare il magistrato ucciso il 25 gennaio 1983, assassinio di cui ricorre quest'anno il XXXV anniversario.

La scelta della regata è dovuta alla grande passione che Giangiacomo Ciaccio Montalto coltivava per il mare e per la vela in particolare. La regata non è stata effettuata la scorsa domenica, 21 gennaio, per avverse condizioni meteo.

L'appuntamento é per domenica 28 gennaio, alle ore 9.00, presso la sede della Lega Navale di Trapani, per il briefing degli equipaggi; la regata partirà alle ore 10.00 dallo specchio acqueo antistante la Torre di Ligny, per svolgersi in quel tratto di mare. La partenza della competizione potrà essere seguita anche dalla terrazza della Torre. 

Concluderà la manifestazione la premiazione dei vincitori prevista per le 15.00.

La cittadinanza è invitata a partecipare all'evento, voluto e organizzato per mantenere viva la memoria di Giangiacomo Ciaccio Montalto barbaramente ucciso dalla mafia.
La scorsa domenica, in occasione della commemorazione - la regata fu rinviata per avverse condizioni meteo -, è stata inaugurata l'opera murale realizzata dall'artista trapanese Massimiliano Errera e dedicata al magistrato ucciso, che è possibile ammirare presso la sede della Lega Navale di Trapani all'ex Lazzaretto: una installazione che ha lo scopo di restituire in modo permanente alla cittadinanza l'immagine di un Uomo che ha sacrificato la propria vita per la Giustizia e la Legalità.




Nella foto: Samuele Corso, presidente dell'ANM Trapani e ideatore dell'iniziativa, che introduce la commemorazione con in mano il diario di bordo della Barca di Ciaccio Montalto.


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venerdì 26 gennaio 2018

Intervista di Alessia Mocci a Cinzia Migani: vi presentiamo il progetto Dire Fare Donare

“[…] il volontario assume le vesti di agente di prossimità dando vita a nuovi processi relazionali, ricucendo relazioni interrotte, diventando risorsa per la comunità. La relazione che si instaura fra le persone in difficoltà, i servizi, le organizzazioni del terzo settore e i singoli volontari coinvolti nell’azione rappresenta un valore aggiunto irrinunciabile non solo come riscatto valoriale in una società a forte valenza individualistica, ma anche come ancora di salvezza degli abitanti di un contesto comunitario. È questo un antidoto prezioso per evitare le derive narcisistiche.”Cinzia Migani ‒ “Dire Fare Donare”

Dire Fare Donare. La cultura del dono nelle comunità in trasformazione” è un progetto editoriale pubblicato a maggio del 2017 dalla casa editrice Negretto Editore (sede a Mantova) per la collana di scienze sociali “Cause e affetti” curata da Cinzia Migani.

Di formazione filosofica, Cinzia Migani, si occupa dal 1990 di progett-azione sociale con particolare attenzione alle reti di volontariato contro l’esclusione sociale.

È stata responsabile dell’Area Salute Mentale dell’Istituzione G.F. Minguzzi della Provincia di Bologna dal 1998 al 2000, successivamente e sino al 2009 ha ricoperto la posizione di Responsabile dell’Area Ricerca ed Innovazione Sociale e Responsabile di “Aneka. Servizi per il benessere a scuola”. Dal 2010 collabora con A.S.Vo che gestisce VolaBo, il centro di servizio della città metropolitana di Bologna, in veste prima di coordinatrice e poi di direttora di VolaBo.

Ha curato la pubblicazione di libri sul disagio scolastico e sulla salute mentale per la Carocci Editore e dal 2008 collabora con la Negretto Editore per la quale ha portato a termine lavori come “Follia gentile. Dal manicomio alla salute mentale”, “Il Teatro illimitato. Progetti di Cultura e Salute mentale” ed il progetto di cui parleremo in questa intervista “Dire Fare Donare”. 


A.M.: Ciao Cinzia, ti ringrazio per aver accettato questa intervista che verterà soprattutto sul progetto “Dire Fare Donare” pubblicato a maggio 2017 per la casa editrice Negretto Editore. Una prima domanda per capirne la genesi: come nasce l’idea della stesura del libro?

Cinzia Migani: Questa pubblicazione prende le mosse dal progetto Il volontariato è un dono di tutti. La cultura del dono per stare bene e nasce con l’intento di raccogliere molteplici punti di vista, testimonianze, riflessioni sul dono e sulla cultura del dono. Fra gli interrogativi di fondo che sostanziano lo scritto segnalo: se e in che modo il dono può diventare volano di reciprocità e attivatore di nuove relazioni sociali e come muta la relazione fra donatore e ricevente nelle nostre comunità, caratterizzate da radicali trasformazioni sociali, economiche e politiche. Il lancio del progetto è avvenuto il 4 ottobre 2015 in occasione della Giornata del Dono, voluta e promossa dall’Istituto Italiano della Donazione. L’istituzione della Giornata del Dono ha dato l’occasione per aprire il sipario al tema più ampio del volontariato e della solidarietà nel campo della cura e della salute di comunità e per connettere percorsi ed interventi con altre reti territoriali che lavorano su temi vicini e integrativi come le associazioni del dono di sangue e organi. Il progetto “Il volontariato è un dono di tutti” è promosso da VolaBo – Centro Servizi della provincia di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna e realizzato in collaborazione con la rete delle associazioni del dono di sangue e organi. Il progetto è, inoltre, realizzato grazie alla collaborazione dei Centri di Servizio per il Volontariato, delle organizzazioni del terzo settore, delle Aziende USL/DSM-DP e degli enti pubblici delle città che hanno aderito. L’iniziativa è inoltre patrocinata da Avis Regionale.


A.M.: L’introduzione de “Dire Fare Donare” si apre con una tua domanda: “Si può ancora parlare di volontariato o è più corretto parlare di volontariati?”. Pensi che sia ancora necessario riflettere su questo quesito oppure le possibili risposte sono state date dal responso del pubblico dei lettori?

Cinzia Migani: Oggi più che mai è indispensabile porsi la questione per capire e sostenere coloro che – come i volontari prestano il proprio impegno gratuitamente per scommettere su un mondo con confini più estesi e più “equo”. Molteplici sono le riflessioni portate dai lettori e da chi ha condiviso con noi il percorso o da altri compagni di viaggio che rappresentano una nuova narrazione. Fra le  diverse  riflessioni meritano una attenta considerazione i centri di servizio per il volontariato che si stanno ponendo il problema dei profili anagrafici dei volontari, di  analizzare le diverse motivazioni che spingono le persone ad impegnarsi in attività di volontariato, di comprendere la diversità delle molteplici esperienze possibili, le modalità di incontro con i volontari, le peculiarità di ciascun modello per offrire percorsi più utili di formazione, comunicazione, progettazione e consulenza. Tornando alla domanda iniziale ci sembra possibile affermare senza indugio che la vita senza gli altri non è vita e l’atto del dono rappre­senta una apertura all’alterità e al fenomeno del volontariato. È così l’atto del dono rappresenta una apertura all’alterità. L’individuo sente il bisogno di appartenere ad una comunità, di legarsi agli altri e donare significa legarsi all’altro. Il dono diventa risorsa per sé e per gli altri là dove si privilegia la dimensione della generatività, del dono che facilità l’empowerment e valorizzazione di chi lo riceve.


A.M.: I curatori de “Dire Fare Donare” sono sei in totale, oltre a te troviamo Matteo Scorza, Andrea Pagani, Giancarlo Funaioli, Roberta Gonni ed Ennio Sergio. Vi conoscevate prima dell’inizio della stesura del libro oppure è stata occasione per intavolare un discorso sul volontariato?

Cinzia Migani: Anche se operiamo in contesti diversi in realtà ci conosciamo da diversi anni, il rapporto più recente a livello di gruppo, ma altrettanto significativo, è quello instaurato con Andrea Pagani che per VolaBo ha curato il percorso di scrittura. Andrea è stato scelto da chi come, Roberta e Ennio, aveva già avuto modo di apprezzarne le doti in aula di formazione e le pubblicazioni. La scelta è stata proprio felice. Io, Giancarlo e Roberta collaboriamo da anni a VolaBo. È a Volabo che è maturata la necessità di capire meglio se e come era evoluta la visione di dono dei volontari delle centinaia di associazioni che ci interpellano nella nostra azione quotidiana per costruire interventi e azioni volte a trasformare i contesti di appartenenza, per affrontare emergenze, per ridurre le disuguaglianze, per sognare un mondo più attento alle persone e all’ambiente.  Con Matteo e Ennio abbiamo condiviso diverse forme di collaborazione per la realizzazione di progetti a carattere socio sanitario e di volontariato, fra questi il Progetto del dono che ha occasionato la pubblicazione. Un progetto che si interseca con quello del teatro e salute mentale descritto in una precedente pubblicazione dell’editore Negretto: il teatro illimitato, Progetti di cultura e salute mentale. Ognuno di loro è profondo conoscitore dei temi trattati nel libro e portatore di pensieri sul tema del dono, dei pensieri e delle riflessioni che emergono negli interventi presenti nel libro o nelle parole chiave delle sezioni curate, ma anche di coloro che ci hanno donato il loro racconto.


A.M.: “Dire Fare Donare” nelle sue 270 pagine è un lavoro che presenta anche altri collaboratori, infatti ritroviamo nelle tre sezioni del libro tanti altri nomi di volontari che hanno voluto contribuire, come per esempio la parte dedicata ai racconti sul dono curata da Andrea Pagani. Fra tutti i racconti inseriti c’è uno che ti ha colpito maggiormente e di cui ci vuoi parlare?

Cinzia Migani: Limitandoci alla parte curata da Pagani: tutti i racconti, in coerenza con lo spirito del gruppo e con la linea del corso di formazione impostata dallo scrittore Andrea Pagani, rispondono all'idea del Dono, sono cioè racconti che intendono la scrittura e l'esperienza del racconto (e quindi della vita) come momenti di condivisione, di confronto, di conoscenza di sé e degli altri. In particolare, se dovessi condurre una scelta assolutamente personale (legata cioè ad un carattere dello stile della scrittura), mi hanno colpito i racconti che fanno riferimento al contatto con altre realtà, con altre culture ed altre civiltà, come il racconto di Elena Gardenghi sul mondo ellenico (con ascendenze e citazioni della classicità greca), il racconto di Alessandra Scisciot sulla condizione dei migranti a Lampedusa (in una chiave però molto simbolica, intimista, poetica, dove la realtà oggettiva si riverbera in una dimensione lirica e quasi magica) e il racconto di Erica Balducci e Martina Salieri sulla condizione dei bambini dell'est, spesso in una condizione di disagio, dove la vicenda di cronaca diventa spunto per profonde riflessioni esistenziali e universali. Ma comunque tutti i racconti della raccolta sono veicoli di arricchimento e conoscenza collettiva, in una idea di dono e di partecipazione democratica ad un progetto culturale ed umano collettivo. Segnalo anche che la scelta della fotografia di Silvia Camporesi in copertina. La sua fotografia ha il valore di un racconto a più mani: un racconto fatto dalle singole identità narranti che si incrociano per dare vita ad una unica trama collettiva volta a mettere in evidenza il dono delle relazioni interpersonali.


A.M.: Ritengo che la scelta del titolo del libro sia molto calzante ed in sé racchiuda il nucleo fondante dei diversi pensieri e studi espressi: dalla parola all’azione, e che l’azione sia il donare. Ma in questa società dedita al neoliberismo come possiamo iniziare a concepire la donazione come necessaria? È essa stessa una lotta contro la “crisi” e la volontà di diseguaglianza di pochi a discapito di molti?

Cinzia Migani: La scelta del libro è frutto di uno scambio fluttuante fra alcune colleghe di VolaBo e i curatori del libro. Occuparsi della cultura del dono in una comunità in trasformazione significa fare una scelta culturale.  Ma, come sottolinea il professor Stefano Zamagni, si tratta anche una scelta di cultura economica. La scelta dell’economia civile. Certo una scelta che non è in linea con la cultura capitalistica che riconosce le donazioni, i filantropi ma non il dono. La donazione infatti sono essenzialmente rappresentate da oggetti, il dono invece rappresenta quanto viene trasferito attraverso la relazione interpersonale.
Scrive Stefano Zamagni nel capitolo Il ruolo profetico del volontariato: “il contributo più significativo che il volontariato può dare alla società di oggi è quello di affrettare il passaggio dal dono come atto privato compiuto a favore di parenti o amici ai quali si è legati da relazioni a corto raggio, al dono come atto pubblico che interviene sulle relazioni ad ampio raggio.”
La cultura del dono consente di favorire la partecipazione di tutti alla co-costruzione di una comunità più vivibile, perché rimette in circolo il principio di fraternità anche a livello economico.


A.M.: VolaBo, il Centro Servizi per il Volontariato della Città metropolitana di Bologna, è una realtà che gestisci come direttora e che ovviamente ha promosso il libro. Ci racconti qualcosa di VolaBo e ci spieghi come entrare a farne parte?

Cinzia Migani: VolaBo nasce su volontà di A.S.Vo (Associazione per lo Sviluppo del Volontariato), una associazione senza fini di lucro, autonoma, pluralista che si ispira a principi di carattere solidaristico e democratico per essere al servizio delle organizzazioni di volontariato (OdV) della città metropolitana di Bologna. Da alcuni mesi, in base alla Legge delega per la riforma del Terzo settore n. 106/2016 (legge 106/2016), VolaBo ha il compito, in qualità di CSV, di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo per promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari in tutti gli enti del Terzo settore (4,8 milioni secondo i dati del Censimento Istat Non Profit 2011). In prospettiva ASVO auspica la partecipazione alla gestione condivisa del Centro Servizi di un numero sempre maggiore di organizzazioni di volontariato in modo da rappresentare significativamente la pluralità di esperienze e competenze locali. L’associazione è aperta a tutte le organizzazioni di volontariato che abbiano esclusivo fine di solidarietà e che basino la propria attività sull’apporto personale, spontaneo e gratuito dei propri volontari. È stata la consapevolezza della prospettiva di allargamento della base sociale a tutti i volontari del terzo settore e la trasformazione dei contesti culturali e sociali di riferimento delle associazioni che ha favorito il confronto allargato sul tema del dono. Per fare parte della base sociale oggi è sufficiente essere organizzazione di volontariato, a breve anche di associazione di promozione sociale, e presentare la domanda di ammissione.


A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Negretto Editore? La consiglieresti?

Cinzia Migani: Il rapporto instaurato con la casa editrice Negretto Editore è molto positivo. Diverse le ragioni della preziosa collaborazione, fra queste la linea editoriale e la serietà dell’Editore. Non ho dubbi che consiglierei di avere rapporti con la casa editrice.


A.M.: Quali sono le tue novità editoriali per il 2018? Ci puoi anticipare qualcosa?

Cinzia Migani: Per il 2018, 40 anni dopo l’uscita della legge di riforma psichiatrica, la cosiddetta legge Basaglia, ho in cantiere una pubblicazione che centra l’attenzione sulla storia della psichiatria a Bologna, sul ruolo dei cittadini, delle associazioni e dei servizi nel favorire la liberazione delle persone rinchiuse nelle istituzioni totali. Al centro della pubblicazione le vicende di persone che hanno trascorso parte della loro vita in manicomio e vicende storiche di alcune istituzioni totali situate a Bologna e Imola. La questione interessa particolarmente ai volontari, contrari ad ogni forma di prevaricazione. Il 2018 si caratterizzerà comunque ancora come l’anno del dono e quindi come occasione per promuovere il libro Dire Fare e Donare.

A.M.: Salutaci con una citazione…

Cinzia Migani: Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quando amore mettiamo nel dare. Madre Teresa di Calcutta


A.M.: Cinzia ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e confido che in tanti si interessino al grande progetto del Dono che portate avanti. Ti saluto con le parole di Henrik Ibsen: “Un migliaio di parole non lasciano un’impressione tanto profonda quanto una sola azione.

Written by Alessia Mocci
Ufficio Stampa Negretto editore

Info
Acquista “Dire Fare Donare”
https://www.ibs.it/dire-fare-donare-cultura-del-libro-vari/e/9788895967301
Sito VolaBo
http://www.volabo.it/
Facebook Negretto Editore
https://www.facebook.com/negrettoeditoremantova/
Sito Negretto Editore
http://www.negrettoeditore.it/
Recensione “Dire Fare Donare”
http://oubliettemagazine.com/2017/11/08/dire-fare-donare-di-a-a-v-v-la-cultura-del-dono-e-del-volontariato-nelle-comunita-in-trasformazione/


Fonte
http://oubliettemagazine.com/2018/01/22/intervista-di-alessia-mocci-a-cinzia-migani-vi-presentiamo-il-progetto-dire-fare-donare/