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sabato 30 marzo 2019

Domenica torna l’ora legale: stimati minori consumi elettrici per 510 milioni di kilowattora nei prossimi 7 mesi

DOMENICA TORNA L'ORA LEGALE: TERNA STIMA MINORI CONSUMI ELETTRICI PER 510 MILIONI DI KILOWATTORA NEI PROSSIMI 7 MESI
 
  • Benefici in bolletta per 100 milioni di euro e 250 mila tonnellate in meno di CO2 in atmosfera
  • Dal 2004 risparmiati 1,5 miliardi di euro e più di 9 miliardi di kWh di elettricità
  • Con ora legale tutto l'anno ulteriori benefici elettrici, economici e ambientali

 

Roma, 30 marzo 2019 - Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo torna l'ora legale in Italia, che durerà per i prossimi sette mesi. Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un'ora in avanti, Terna - la società che gestisce la rete elettrica nazionale - stima un minor consumo di energia elettrica pari a circa 510 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie.

 

Considerando che un kilowattora costa in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte (secondo l'ultimo aggiornamento dell'ARERA a partire dal 1° aprile 2019), la stima del risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2019 è pari a circa 100 milioni di euro. Dal punto di vista ambientale, Terna stima minori emissioni di anidride carbonica in atmosfera pari a 250 mila tonnellate.

 

Nel periodo primavera-estate, i mesi che segnano il maggior risparmio energetico stimato da Terna sono aprile e ottobre che complessivamente, con circa 350 milioni di kilowattora, rappresentano i due terzi del risparmio totale. Spostando in avanti le lancette di un'ora si ritarda l'utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, l'effetto "ritardo" nell'accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.

 

Dal 2004 al 2018, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per l'Italia dovuto all'ora legale è stato complessivamente di circa 9 miliardi e 100 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 545 milioni di euro.

 

L'ora solare verrà ripristinata nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 2019. Con riferimento alla decisione di abolire i cambi di ora semestrali nell'UE a partire dal 2021, presa dal Parlamento europeo il 26 marzo 2019, Terna ha effettuato un'accurata analisi sulle ricadute per il sistema elettrico italiano in termini di sicurezza e adeguatezza. Il gestore di rete ha preso in esame sia lo scenario attuale sia lo scenario previsionale, simulando l'effetto dei diversi regimi orari (ovvero ora legale tutto l'anno o ora solare tutto l'anno) che il nostro Paese dovrà scegliere di adottare dal 2021. Dallo studio di Terna emerge che lo Scenario ora legale tutto l'anno garantisce il massimo beneficio in termini di risparmi energetici: ai circa 500 milioni di kilowattora che già si risparmiano mediamente con il sistema di ora legale attualmente in atto (ossia per i mesi da aprile a ottobre) si aggiungerebbero, infatti, altri 300 milioni di kilowattora se si estendesse il regime di ora legale anche ai periodi invernali (ossia per i mesi da novembre a marzo), per un beneficio elettrico complessivo annuo di circa 800 milioni di kilowattora, corrispondenti a 400 mila tonnellate di CO2 in meno in atmosfera. Il risparmio economico annuo complessivo ammonterebbe invece a 160 milioni di euro.

 

Dalla homepage del sito Terna è visibile la "curva di carico", che rappresenta l'andamento del consumo di energia elettrica in Italia in tempo reale.



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www.CorrieredelWeb.it

giovedì 28 marzo 2019

Apre a Roma il primo Beauty Bar d'Italia: te rilassante, massaggi e benessere a 360 gradi

APRE A ROMA IL PRIMO BEAUTY BAR D’ITALIA: BOLLICINE, DOLCETTI E TRATTAMENTI ESTETICI PER IL BENESSERE A 360°

Uno spritz o una tisana, un bicchiere di vino rosso o di bollicine dopo un massaggio rilassante, una manicure o uno scrub esfoliante. 

Tutto ciò è possibile a Roma, al primo beauty bar d’Italia, “Al 62 Beauty Bar”, una location elegante, rilassante e unica nel suo genere dove il cliente sarà coccolato a 360 gradi. 

Massaggi classici e drenanti, trattamenti viso, detox scrub, peeling, solarium e pedicure sono solo alcuni dei servizi offerti dal Beauty Bar, situato in via Santa Maria del Pianto 62 a Roma, nel cuore della città eterna e a pochi passi da dimore storiche, monumenti e chiese. 

Il tutto accompagnato da un bicchiere di vino, tè e infusi orientali, bollicine di prima qualità, acqua depurativa, drink e dolcetti da degustare in una giornata dedicata al relax.

Particolare della location le bici fuori dallo store che vengono date ai clienti che vogliono conoscere la città, con tanto di cartina di Roma e itinerari ad hoc.

“L’idea è nata dalla necessità di offrire alla clientela un servizio che sa di coccola, perché si conduce sempre di più una vita frenetica. Una coccola per rigenerare corpo e menta. Già negli Stati Unti questi store sono molto diffusi”, afferma Ester Mieli, ideatrice del progetto.

L’obiettivo del primo Beauty Bar d’Italia, oltre a prendersi cura del cliente - uomo o donna che sia - è quello di rimanere al passo con i tempi puntando tutto sull’originalità, la modernità e i servizi di prima qualità. Anche le tecnologie sono avanzatissime: le macchine estetiche di ultima generazione non solo offrono un grande aiuto agli operatori del settore, ma portano a risultati sicuri, sempre in totale sicurezza.

In Italia l’estetica ha raggiunto numeri spaventosi: nel 2018 il settore del benessere si conferma quello a maggiore tasso di crescita e con un business totale di oltre 18 miliardi di dollari l’Italia si piazza nella top ten mondiale dei Paesi nel settore del turismo del benessere, Spa e terme.

All’interno del locale sarà in vendita una linea di costumi molto particolare, oltre a cosmetici come matite per occhi, burro di cacao o balsamo per piedi.

Chirurgia estetica, Under 30: è boom di ritocchini per trovare lavoro e ispirati dai social media

CHIRURGIA PLASTICA: GRAZIE A SOCIAL MEDIA E SELFIE SEMPRE MENO INVASIVA
Secondo l'American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery tra i millenials è boom di interventi ispirati dai social media e per trovare lavoro

Milano 27/03/2019 – Rimanere giovani e non intervenire dopo sui segni del tempo. Sono in crescita gli interventi tra under 30 allo scopo di trovare un posto di lavoro o far carriera, e sempre più sono ispirati dalla immagine che hanno di sé sui social network.

E' il pre-juvenation (Pre-giovanimento), tendenza rilevata dall'American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery (AAFPRS), come riportato in un articolo questa settimana dalla CBS. "I nostri pazienti più giovani controllano il processo di invecchiamento e prendono sempre più sul serio la prevenzione" ha spiegato il presidente di AAFPRS Phillip R. Langsdon.

Tra i motivi di questa tendenza, ci sono molto spesso ragioni economiche. Infatti, come spiega Il chirurgo estetico Stephen Greenberg di Long Island: "I giovani ritengono che un miglioramento del loro aspetto possa fornire dei vantaggi nel mercato del lavoro". 

Ma non solo, ad influire in maniera significativa è l'immagine "filtrata" che gli under 30 hanno di sé dovuta alla fotografia digitale che nei sui social network ha raggiunto il suo culmine.

"Ma se da una parte, questo a volte spinge a richiedere interventi per motivi sbagliati, in molti altri aiuta a ridurre l'invasività degli interventi stessi. Sono sempre più i pazienti che richiedono interventi sulla base del loro volto con modifiche ottenute grazie a filtri fotografici, mentre prima si lasciavano ispirare dai personaggi famosi o icone della bellezza. E, ovviamente partire dal proprio volto piuttosto che tentare di somigliare a qualcun altro permette di intervenire in maniera molto più naturale" spiega Uberto Giovannnini, chirurgo estetico milanese ambasciatore della French Touch, metodica basata sull'idea di una chirurgia estetica proporzionata e armoniosa: dove ogni intervento è programmato su misura.   

Ed infatti, ben 7 chirurghi plastici facciali su 10 dell'AAFPRS hanno dichiarato che sono in aumento in America questo tipo di procedure di chirurgia "light" ispirate alla French Touch e l'utilizzo di prodotti iniettabili, che possono attenuare rughe e labbra carnose, in pazienti di età inferiore ai 30 anni

"Anche in Italia, riscontriamo questo fenomeno. Ed ora sono sempre più diffusi interventi non chirurgici come la Rinoplastica medica, il Bio French Touch nutri lift e trattamenti anti aging del viso grazie all'utilizzo contemporaneamente di procedimenti fino ad oggi proposti separatamente come Radiofrequenza, Fillers, Peelings, Laser, Tossina botulinica, Mesoterapia, Microneedling, e Sospensione Elasticum. Mentre per la chirurgia, la tendenza è agire su parti mirate del corpo e con interventi sempre meno invasivi come nel caso del lifting al labbro superiore o la plastica all'ombelico, o la masto plastica con lipofilling" conclude Giovannini.

Gli italiani passano 2 ore al giorno online da Smartphone/Tablet; il Mobile Advertising supera 1,4 miliardi di € (quasi 50% di tutta pubblicità web) | Dati Osservatori Politecnico di Milano


Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milanowww.osservatori.net
Osservatorio Mobile B2C Strategy

In media ogni navigatore da Smartphone (Mobile Surfer) ha installato 22 App, ma ne utilizza meno della metà (12), un numero che scende a 9 se si considerano le App usate nell’ultimo mese e a 4,5 usate nell’ultimo giorno.Tra i Mobile Surfer è in forte aumento la percentuale di coloro che hanno digitalizzato almeno un contenuto del portafoglio attraverso un’Applicazione (Mobile Wallet): dal 49% di inizio 2018 al 63% di inizio 2019; chi riceve Sms di marketing e di servizio da parte delle aziende di cui è cliente (Mobile Messaging) nel 44% dei casi considera tali comunicazioni un’opportunità.

Per il 43% dei Mobile Surfer il Mobile ha già sostituito o sta sostituendo il Pc e il Mobile Advertising supera gli 1,4 miliardi di € (+28% rispetto al 2017, raggiunta quasi la metà di tutti gli investimenti pubblicitari sul Web)

A livello di formati pubblicitari continua a prevalere il Display Advertising (video esclusi) che vale il 39% del mercato (+19% rispetto al 2017) seguito dal formato Video, che cresce con un tasso superiore a quello del mondo digital (+40%) e arriva a valere il 34% del mercato; laSearch cresce quasi in linea con il mercato (+25%) e mantiene lo stesso peso del 2018(22%)Le grandi imprese italiane razionalizzano il numero di App disponibili negli store e ottimizzano il proprio sito per il piccolo schermo. La metà della popolazione che naviga da Smartphone utilizza già comandi vocali, oltre un terzo (il 34%) si rivolge ai chatbot per migliorare la relazione con i brand e ricevere supporto in tempo reale, il 42% accede alle App attraverso parametri biometrici (come impronta digitale e riconoscimento facciale) che sostituiscono le password.

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#OMBS19


Milano, 28 marzo 2019 - Oltre 32 milioni di italiani utilizzano ogni mese dispositivi mobili (Smartphone e Tablet) per collegarsi a Internet, pari all’82% della popolazione online. Inoltre, ben il 41% di questi individui naviga solo da Mobile.[1] L’advertising via Mobile supera 1,4 miliardi di euro e arriva a pesare quasi la metà (47%) degli investimenti pubblicitari online e il 17% del totale mezzi (tv, stampa, radio, Internet). 

Queste alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano*, che si pone l’obiettivo di fotografare lo stato di adozione e il grado di maturità strategica nell’utilizzo del Mobile nella gestione della relazione con i propri consumatori da parte delle imprese italiane. 

“Il Mobile non è più una “moda” per le imprese italiane, che dimostrano una maturità crescente nell’utilizzo di questo canale a supporto delle proprie strategie di comunicazione, marketing, vendita e customer care”afferma Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano “Il Mobile è la chiave per chiudere il cerchio tra mondo digitale e fisico: consente, ad esempio, di intercettare l’utente in prossimità di un punto vendita, di usare applicazioni che migliorino l’esperienza in negozio, di fornire dati a supporto della pianificazione su mezzi pubblicitari tradizionali come le affissioni. Per questo, grazie allo sfruttamento delle molteplici tipologie di dati presenti sul mercato e all’opportunità della geo-localizzazione, nel 2018 sono cresciuti gli investimenti con obiettivi di drive to store e si sono diffusi modelli di misurazione dell’impatto delle campagne pubblicitarie e promozionali sul punto vendita (o di interesse) fisico”. 

Gli italiani navigano sempre più da Mobile con impatti positivi anche sul Mobile Commerce
Secondo Comscore, sono oltre 32 milioni gli italiani che ogni mese utilizzano dispositivi mobili (Smartphone e Tablet) per collegarsi a Internet, pari all’82%della popolazione online. Inoltre, ben il 41% di questi individui naviga solo da Mobile. Complessivamente i navigatori Mobile spendono 60 ore al mese (quindi circa 2 ore al giorno) collegati a Internet da dispositivi mobili, pari al 75% del tempo speso online. Stando all’indagine svolta dall’Osservatorio in collaborazione con Doxa, per il 43% dei Mobile Surfer (ossia i navigatori da Smartphone) lo Smartphone ha già sostituito o sta sostituendo per molte attività il Pc, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo a scopo privato (mentre il Pc rimane dominante nel contesto lavorativo). 

Relativamente alle attività svolte da Mobile, è in aumento la percentuale di utenti che usa lo Smartphone in tutte le categorie analizzate (come leggere e scrivere email, andare sui Social, fruire contenuti video, ecc.); degno di nota è l’incremento di 10 punti percentuali dell’uso di Applicazioni di aziende di cui si è cliente (dichiarato dal 58% dei Mobile Surfer contro il 48% di un anno fa). Invece, per quanto riguarda gli acquisti il Pc rimane dominante: solo il 17% dei Mobile Surfer afferma infatti di fare acquisti online prevalentemente da Smartphone. 

I numeri del Mobile Commerce (ossia l’eCommerce B2c da Smartphone) crescono comunque in maniera significativa: nel 2018 in Italia sono stati superati gli 8,4 miliardi di euro, con un incremento del 40% rispetto al 2017. Gli acquisti online generati attraverso questo dispositivo costituiscono così il 31% dell’eCommerce totale (era il 25% nel 2017 e il 4% nel 2013). 

Il mercato del Mobile Advertising in Italia vale quasi la metà dell’intera pubblicità online
Nel 2018 il mercato del Mobile Advertising in Italia cresce ancora in maniera significativa (+28%), raggiungendo un valore di poco superiore agli 1,4 miliardi di euro e arrivando a pesare quasi la metà (47%) degli investimenti dell’Internet Advertising e il 17% del totale mezzi.” Dichiara Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy “Tutte le principali categorie di attori della filiera registrano un trend positivo, tuttavia ben il 95% della crescita è legata agli Over the Top (OTT): si tratta, infatti, di un mercato altamente concentrato (questi giganti detengono l’83% del mercato, quota ancora superiore a quella sul totale Internet Advertising che è pari al 75%)”. 

A livello di formati si registrano andamenti in linea con quanto accade sul mercato del digital Advertising: risulta predominante infatti la componente di Display Advertising (video esclusi) che vale il 39% del mercato (+19% rispetto al 2017): all’interno di questa fetta cresce in particolare, anche se  marginale in valore assoluto, il Native Advertising, grazie alla caratteristica dei formati di risultare meno invasivi agli occhi dell’utente e di ottenere in alcuni casi anche performance migliori rispetto al desktop. 

Il formato Video cresce con un tasso superiore a quello del mondo digital (+40%) e per il terzo anno consecutivo è tra i formati con l’incremento maggiore, arrivando a valere il 34% del mercato: all’interno di questa tipologia crescono sia la parte di video in-stream (ossia spazi pubblicitari all’interno di un contenuto video) sia quella di video out-stream (video interamente pubblicitari non contenuti in un altro video). Tali formati risultano particolarmente apprezzati dalle aziende per la loro capacità di ottenere un engagement dell’utente superiore agli altri, soprattutto se sviluppati con creatività adatte alla navigazione da Mobile. 

La Search cresce quasi in linea con il mercato (+25%) e mantiene lo stesso peso dell’anno scorso (22%). Infine, continuano ad avere quote marginali sul totale mercato gli investimenti in Classified (che valgono il 4% del mercato) e in Sms Advertising (1% del mercato). 

Una delle novità più interessanti del 2018 è la crescita degli investimenti in particolare su formati in App, grazie alla possibilità di sfruttare l’ampia disponibilità di dati specifici di questo mezzo per iper-profilare gli utenti. Un esempio sono gli investimenti con obiettivi di drive to store (ossia condurre l’utente in un punto vendita o di interesse)” conclude Marta Valsecchi. “Degno di nota è inoltre l’incremento di pianificazioni solo Mobile quando si mira a determinati target (soprattutto i giovanissimi) sfruttando creatività dedicate e canali specifici”. 

L’evoluzione degli Asset Mobile
Gli Asset attraverso cui erogare le diverse iniziative Mobile di marketing, vendita e customer care sono principalmente tre: Mobile Browsing, App (che include anche il Mobile Wallet) e Messaging. 

Nel corso della Ricerca è stata realizzata una mappatura e un’analisi delle Mobile App offerte ai consumatori da parte delle principali aziende italiane per fatturato in 14 differenti settori (o “incumbent”) e dei pure player digitali più rilevanti nelle medesime industry (o “digital”).

In media ciascuna azienda incumbent offre agli utenti 3,7 App sul Play Store. Se si considerano le sole realtà che erano state incluse anche nel medesimo censimento realizzato a fine 2017, si osserva una leggera riduzione del numero medio di App per ciascuna (4,3 contro le 5 dello scorso anno) e quindi una positiva tendenza alla razionalizzazione della propria presenza sugli Store attraverso l’eliminazione di quelle datate e non aggiornate da tempo. I principali canali[2] che influenzano la scoperta di un’App da parte dei Mobile Surfer sono: la ricerca sugli Store (13%), il consiglio da parte di amici e parenti (10%) e il sito web (7%). La pubblicità su canali tradizionali, che è marginale in termini di peso percentuale (3%), è però lo strumento che registra il maggior tasso di crescita rispetto al 2017 (+45%). In seguito al download dell’App, la sfida per le aziende riguarda la retention degli utenti. Dalla survey sui Mobile Surfer emerge, infatti, che a fronte di un numero medio di App possedute da ciascun utente pari a 22, quelle effettivamente utilizzate sono 12; tale numero scende a 9 se si considerano le App usate nell’ultimo mese e a 4,5 quelle usate nell’ultimo giorno. 

Anche l’usabilità deve essere tenuta sotto debito controllo dalle aziende: è, infatti, un fattore che incide sul rating delle Applicazioni e, inoltre, il 44% dei Mobile Surfer dichiara di aver utilizzato un’App di brand diversi per problemi di usability. 

Tra gli utenti è in forte aumento la percentuale di coloro che hanno digitalizzato almeno un contenuto del portafoglio attraverso un’Applicazione (Mobile Wallet): dal 49% del 2018 al 63% del 2019. Al primo posto, tra gli elementi dematerializzati, compaiono le carte fedeltà, seguite da strumenti di pagamento e buoni sconto. Inoltre, il 24% dei Mobile Surfer dichiara un alto interesse ad avere un’unica App che dematerializzi l’intero portafoglio (era il 13% a inizio 2018). 

Il Mobile è ormai un elemento imprescindibile nella strategia web delle principali aziende italiane: il 99% di queste ha, infatti, un sito ottimizzato per la fruizione dal piccolo schermo (Mobile Site), percentuale in crescita rispetto al 96% del 2017. I Mobile Surfer valutano discretamente (voto 7 su 10) la navigabilità dei siti da Mobile, ma poco meno della metà afferma che spesso o qualche volta ha dovuto cambiare sito per problemi di usabilità. Occorre, dunque, incrementare l’attenzione a questo aspetto anche per i siti e non solo per le App. 

Il 90% dei Mobile Surfer afferma di ricevere almeno sporadicamente Sms di marketing e di servizio da parte delle aziende di cui è cliente (Mobile Messaging) e considera tali comunicazioni un’opportunità nel 44% dei casi. Gli Sms ricevuti provengono principalmente da Telco (secondo il 54% degli utenti), da retailer di Abbigliamento e Accessori (42%) e da Banche (39%). Tra le imprese italiane continua a crescere l’utilizzo di Sms per l’invio di comunicazioni e messaggi di servizio (sia promozionali sia transazionali): nel 2018 sono stati inviati 4,2 miliardi di messaggi, con un incremento del 6% rispetto al 2017. 

Il Mobile e i nuovi trend tecnologici
L’utilizzo degli assistenti vocali da Smartphone è un nuovo importante trend. Sta, infatti, destando molto interesse, sia tra i consumatori, sia tra le imprese in ottica di marketing e servizio: quasi metà dei Mobile Surfer dichiara già di utilizzare abitualmente i comandi vocali.” dichiara Antonio Filoni (Head of Digital Offering, Doxa) Oltre un terzo (il 34%) dichiara interesse anche verso ichatbot per migliorare la relazione con i brand, in particolare per la possibilità di ricevere risposta alle domande e supporto in tempo reale, in qualsiasi momento della giornata. Di contro, la barriera principale all’utilizzo è la percezione di poco coinvolgimento in una chat automatizzata”. 

Un altro importante trend riguarda le soluzioni di biometria (impronta digitale e riconoscimento facciale) a supporto dei pagamenti e dell’autenticazione degli utenti nell’accesso ai servizi, con benefici in termini di comodità e rapidità: il 42% dei Mobile Surfer utilizza queste funzionalità per accedere alle Mobile App che lo consentono, in particolare Applicazioni degli ambiti Finance, Wallet e eCommerce. Tra questi due terzi la utilizza sempre o spesso come modalità di accesso e più della metà la considera più sicura della password e di altri sistemi. 

Al contrario, i Mobile Surfer sono scettici sulla realtà aumentata. Ben il 45% di loro non ha mai usato queste funzionalità e il 25% non sa nemmeno di cosa si stia parlando. Tra chi l’ha utilizzata in almeno un’occasione figurano gli ambiti: turismo e arte, gioco e intrattenimento, abbigliamento e accessori. 

Il 2018 è stato inoltre l’anno delle sperimentazioni pre-commerciali delle Telco sulle nuove reti 5G toccando i più svariati ambiti applicativi, tra cui il supporto alla digitalizzazione della filiera produttiva per l’Industria 4.0, la progettazione di nuovi servizi di comunicazione nel settore dell’assistenza sanitaria, lo sviluppo di soluzioni che coinvolgono la realtà aumentata per la valorizzazione del patrimonio naturalistico, artistico e culturale. 

*L'edizione 2018/2019 dell'Osservatorio Mobile B2c Strategy è realizzata con il supporto di: AdKaora, AppQuality, Beintoo, Doxa, Hic Mobile, Kaleyra, Ogury, RTI Business Digital, Stocard, Synesthesia, Toshiba Global Commerce Solutions; Comscore, Enel, GS1 Italy, JoinTag, Posytron, Rai/Rai Pubblicità, rdcom.it. 

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La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e alta consulenza, nel campo dell’economia, del management e dell’industrial engineering che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La Scuola ha ricevuto, nel 2007, il prestigioso accreditamento EQUIS.  Nel 2009 è entrata per la prima volta nel ranking del Financial Times delle migliori Business School europee.  Nel 2013 ha ottenuto il prestigioso accreditamento internazionale da AMBA.  Dal 2015, la Scuola è membro di AACSB International. La Scuola è presente inoltre nei QS World University Rankings.  Nel 2017, la School of Management è la prima business school italiana a vedere riconosciuta la qualità dei propri corsi erogati in digital learning nei master Executive MBA attraverso la certificazione EOCCS. La Scuola è membro PRME, Cladea e QTEM. Fanno parte della Scuola: il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e il MIP Graduate School of Business che, in particolare, si focalizza sulla formazione executive e sui programmi Master. Le attività della School of Management legate all’Innovazione Digitale si articolano in Osservatori Digital Innovation, che fanno capo per le attività di ricerca al Dipartimento di Ingegneria Gestionale, e Formazione executive e programmi Master, erogati dal MIP. Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale. Oggi sono un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione e Aggiornamento continuo. La Vision che guida gli Osservatori e che l’Innovazione Digitale sia un fattore essenziale per lo sviluppo del Paese. La mission è produrre e diffondere conoscenza sulle opportunità e gli impatti che le tecnologie digitali hanno su imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, tramite modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano la domanda e l’offerta di Innovazione Digitale in Italia. Le attività sono svolte da un team di quasi 100 tra professori, ricercatori e analisti impegnati su oltre 30 differenti Osservatori che affrontano i temi chiave dell'Innovazione Digitale nelle Imprese (anche PMI) e nella Pubblica Amministrazione: Agenda Digitale, Artificial Intelligence, Big Data Analytics & Business Intelligence, Blockchain & Distributed Ledger, Cloud Transformation, Cloud nella PA, Contract Logistics, Digital Thinking for Business, Digital Transformation Academy, eCommerce B2c, eGovernment, Export Digitale, Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b, Fintech & Insurtech, Food Sustainability, Gestione Progettazione e PLM (GeCo), Gioco Online, HR Innovation Practice, Industria 4.0, Information Security & Privacy, Innovazione Digitale in Sanità, Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, Innovazione Digitale nel Retail, Innovazione Digitale nel Turismo, Innovazione Digitale nell'Industria dello Sport, Internet Media, Internet of Things, Kids & Toys, Mobile B2c Strategy, Mobile Banking, Mobile Payment & Commerce, Multicanalità, Omnichannel Customer Experience, Professionisti e Innovazione Digitale, Smart Agrifood, Smart Working, Startup Hi-tech, Startup Intelligence, Supply Chain Finance, Tech Company - Innovazione nel Canale ICT.



[1] Fonte: Comscore, dicembre 2018.
[2] Fonte: comScore

martedì 26 marzo 2019

In libreria: Spinoza e la storia a cura di Cristina Zaltieri e Nicola Marcucci edito da Negretto Editore


Tutto ciò che Dio rivelò ai profeti, fu loro rivelato o con parole o con figure, o nell’uno e nell’altro modo. Ma le parole, e anche le figure, o furono vere, e reali al di fuori dell’immaginazione del profeta in ascolto o in contemplazione, ovvero immaginarie. Baruch Spinoza “Trattato teologico-politico”

In tutte le librerie virtuali e fisiche dal primo maggio 2019 sarà disponibile “Spinoza e la storia” un saggio critico sul filosofo olandese Baruch Spinoza (Amsterdam, 24 novembre 1632 – L'Aia, 21 febbraio 1677) comprendente una ricca selezione di saggi curati da Cristina Zaltieri e Nicola Marcucci, pubblicato nella collana “Il corpo della filosofia” per la casa editrice mantovana Negretto Editore.

Per circa tre secoli l’immagine di Spinoza è stata legata a quella del filosofo metafisico della Sostanza unica che sommerge nel suo oceano infinito ogni finitezza, ogni singolarità, ogni durata. Così fino a tempi recenti – e in parte ancor oggi – la letteratura spinozista ha espunto dal pensiero di Spinoza alcuna possibilità di pensare tempo, durata e storia in una guisa che, alla lettura attenta dei testi, ci appare ora indebita.” Cristina Zaltieri

Il saggio si apre con l’introduzione “Spinoza. Come pensare altrimenti la storia” di Cristina Zaltieri nella quale sono illustrate le quattro parti che compongono l’ambizioso e ben riuscito progetto corale di nuova rilettura del filosofo olandese seguendo la moderna attenzione riservatagli dai filosofi Gilles Deleuze e François Zourabichvili.

La curatrice antepone il caso di Gorgia di Lentini considerato dai più “solo un retore” perché Aristotele non colse o non volle considerare per motivi di diversa concezione del mondo il valore filosofico ed il senso tragico del primo nonché la “portata speculativa della sua riflessione sul linguaggio, sull’esistenza, sul senso dell’azione umana, sulla conoscenza”. Così anche Spinoza è stato sin da subito etichettato secondo lo stereotipo di negatore della storia, un preconcetto che ha danneggiato fortemente la possibilità di interpretare i concetti spinoziani di tempo e di storia espressi e che ha alimentato fra i pensatori dell’epoca e successivi ‒ una guerra tra detrattori e difensori di Spinoza.

Cristina Zaltieri, in chiusura, incoraggia il lettore rivelando Spinozacome pensatore capace di forgiare lenti per nuove potenzialità di visione del divenire, in grado di modificare il nostro sguardo sulla storia evidenziandone aspetti sovente rimossi: la natura di automaton che spesso caratterizza l’agire umano, l’evenemenzialità mai del tutto assorbita dalla narrazione causale su cui s’edifica il sapere storico, l’intreccio di pluralità policroniche irriducibile all’universalismo di un’unica Storia, l’inevitabile radicamento di ogni narrazione sul fondamento di una memoria immaginativa, il prospettivismo che la abita, dove ogni prospettiva è sempre incarnata in un corpo finito, per lo più mosso nei suoi gesti – privati e pubblici che siano – da affetti potenti.

La prima parte, “Alle radici di una storia spinoziana”, inizia con il saggio di Chiara Bottici e Miguel de Beistegui Il sifone teologico-politico: storia sacra e disciplina idraulica degli affetti”, seguono il saggio di Patrizia PozziStoria nella Scrittura e storia della Scrittura. Historia e toledot nel Trattato teologico-politico di Spinoza”; “Tra natura e storia: il caso degli usi e dei costumi” di Francesco Toto; “Memoria di un segno senza storia Meraviglia, rivelazione e superstizione secondo Spinoza” di Nicola Marcucci.

La meraviglia è definita da Spinoza una «affezione della mente» (affectio mentis). È quindi innanzitutto questa qualificazione che sembra mettere l’admiratio in linea con la definizione cartesiana della meraviglia come una passione dell’anima e non del corpo. […] Il corpo per Spinoza è costituito da una concatenazione di affezioni, che sono il prodotto dei molteplici rapporti che il nostro corpo − costituito di una molteplicità d’individui − intrattiene con altri corpi. L’oggetto dell’idea che costituisce la mente umana è quindi una serie mutevole di affezioni che legano attualmente il nostro corpo a una serie di incontri con altri corpi nel corso dell’esperienza. Nicola Marcucci

La seconda parte, “Una solitudine condivisa. Tra precursori e seguaci”, prende avvio con il saggio di Augusto IlluminatiIl momento machiavelliano in Spinoza”, seguono il saggio di Guillermo SibiliaSpinoza tra cartesianesimo e spinozismo: sulla temporalità nei Principi della filosofia di Cartesio, nei Cogitata Metaphisica e nella Lettera sull’infinito”; “La comune natura (su Vico e Spinoza)” di Riccardo Caporali; “Nietzsche e Spinoza contro la moderna formazione dell’umano” di Cristina Zaltieri.

Spinoza viene denunciato da Vico quale sostenitore del moderno utilitarismo, e del meccanicismo che lo giustifica e lo contiene. Un parente stretto di Machiavelli, Hobbes, Bayle e Locke: «seguaci», costoro, del «caso» di Epicuro, mentre lui (l’autore dell’Etica e del TTP: le opere esplicitamente menzionate da Vico) deve considerarsi un cultore del «fato» degli stoici, gli «spinozisti dell’antichità». Cattivo utilitarismo, in ogni caso, cui va contrapposto il buon provvidenzialismo: il provvidenzialismo della tradizione cristiana ma anche, e prima ancora, quello dei «filosofi politici» Platone e Cicerone, in virtù del quale l’utile è non la causa transeunte e precaria della giustizia, ma al contrario l’«occasione» per l’emergere dell’idea eterna del giusto: la misura mentale, costante e coerente, delle utilità.” Riccardo Caporali

La terza parte, “Contro la lettura astorica”, vede come primo saggio “Spinoza e la storia” di Vittorio Morfino, seguono il saggio di Thomas HipplerL’etica dello storico spinozista”; “La storia, la saggezza, la morte. Spinoza e la destinazione dell’uomo secondo Enrico Maria Forni” di Andrea Cavazzini; “Le regole che gli ebraisti avrebbero potuto dedurre (Natura e istruzione)” di Homero Santiago.

Lo spinozismo sarebbe la filosofia «dell’eterno mezzogiorno», poetica trascrizione del medievale nunc stans. Questo passo costituisce una sorta di paradigma in relazione alla questione della rimozione della storia e alle ragioni di questa rimozione: la storia si perde nell’oceano della sostanza, nell’«abisso della sostanza», per utilizzare un’espressione cara agli idealisti tedeschi. Dunque, la ragione dell’assenza totale della storia nella filosofia di Spinoza sarebbe la presenza, l’onnipresenza, si può dire, dell’eternità. In altre parole, l’immanenza stessa del Dio-sostanza, la sua temporalità eterna, il suo eterno mezzogiorno, sarebbe la causa della dissoluzione di ogni forma di temporalità e di storicità mondana. Vittorio Morfino

La quarta parte, “Spinoza oltremoderno”, si apre con il saggio di Ezequiel IparSulla natura e sull’eventualità della democrazia”, seguono il saggio di Manfred WaltherLa dottrina spinoziana del conatus come fondamento di una logica evoluzionistica, ovverosia storia della cultura?”; “Spinoza: storia e politica in prospettiva” di Maria de Gainza; “Libertà di Dio, libertà degli uomini. Sulla storia del popolo ebraico nel TTP” di Stefano Visentin.

“L’aspetto più scandaloso della filosofia di Spinoza è che egli applica, con profonda coerenza e precisione, i modelli d’interpretazione causali, esplicativi rispetto alla natura non umana, anche all’essere umano stesso e alle sue costruzioni sociali, fra cui è incluso lo stato. Che ciò si verifichi nel caso della psicologia individuale e sociale, è assodato. Seguendo questa direzione, Spinoza sviluppa infatti una teoria scientifica delle configurazioni affettive e dei loro mutamenti, con rigore e capacità esplicativa, e non senza riconoscerne l’originalità.” Manfred Walther


In copertina: Acquarello di Gianni Galafassi (2018), particolare tratto da “Allegoria della pittura” di Jan Vermeer (1666)
Le librerie, per eventuali richieste dei lettori, sono tenute a rivolgersi ai distributori regionali che sono indicate nel sito Negretto Editore.

Written by Alessia Mocci
Responsabile dell’Ufficio Stampa di Negretto Editore

Info
Sito Negretto Editore - http://www.negrettoeditore.it/
Facebook Negretto Editore - https://www.facebook.com/negrettoeditoremantova/

Fonte
http://oubliettemagazine.com/2019/03/22/in-libreria-spinoza-e-la-storia-a-cura-di-cristina-zaltieri-e-nicola-marcucci-edito-da-negretto-editore/

lunedì 25 marzo 2019

Per la prima volta a MECSPE i robot mobili di MiR: versatili e ideali per la fabbrica connessa e la logistica 4.0

Per la prima volta a MECSPE i robot mobili di MiR: versatili e ideali per la fabbrica connessa e la logistica 4.0

Dal 28 al 30 marzo, presso il Pad. 5 – stand I55, MiR presenterà i propri robot mobili collaborativi durante MECSPE, presso la Fiera di Parma


Automatizzare i trasporti interni non è mai stato così semplice. I visitatori di MECSPE (Parma 28-30 Marzo) lo potranno scoprire allo stand di Mobile Industrial Robots. MiR, che per la prima volta si presenta in Italia con un proprio stand, sarà presente in fiera nel Salone Motek (Padiglione 5 – stand I55) con due dei suoi robot mobili autonomi, il MiR200 e il MiR500. I robot mobili autonomi di MiR permettono di automatizzare il trasporto interno delle aziende, ottimizzando i flussi di lavoro e liberando il personale per attività di maggior valore, contribuendo così ad aumentare la produttività e riducendo i costi.

Secondo Thomas Visti, CEO di MiR, la robotica collaborativa mobile sarà uno dei trend fondamentali per il 2019. Afferma Visti: "La IFR (Federazione Internazionale di Robotica) ha rilevato che le vendite di robot di servizio professionali sono aumentate dell'85% dal 2016 al 2017 e sono state vendute 109.500 unità, per un valore totale di 6,6 miliardi di dollari. Inoltre nel 2017 il 63% dei robot di servizio per uso professionale era di uso logistico come i robot mobili autonomi. La loro popolarità è aumentata costantemente, tanto che l'IFR stima che le vendite saliranno a 600.000 unità tra il 2018 e il 2021."

I robot di servizio trovano oggi applicazione in ogni settore, dalla logistica al food & beverage, all'automotive. MiR, con i suoi robot mobili autonomi, contribuisce a questa espansione.

"Anche il mercato italiano sta crescendo e ci sono segnali positivi, specialmente nell'ambito dell'ammodernamento degli impianti e delle linee di produzione." Commenta Davide Boaglio, Area Sales Manager per l'Italia. "Il settore della robotica è in forte crescita e molte aziende hanno recepito le normative di Industria 4.0. L'automazione del trasporto interno è un passo obbligatorio per quelle organizzazioni che desiderano crescere. L'Italia è, ad oggi, tra i Paesi che utilizzano maggiormente tecnologie automatizzate nell'industria, e ne abbiamo già avuto conferma: le implementazioni del nuovo MiR500, dal suo lancio ad automatica  lo scorso giugno, hanno già superato le aspettative."

Durante la fiera si potrà vedere in azione il MiR500, il più potente robot mobile nel mercato, in grado di raccogliere, trasportare e caricare automaticamente pallet fino a 500 kg. Come tutti i robot MiR si muove in sicurezza anche in ambienti dinamici dove si possono incontrare ostacoli.
Il MiR200 invece può trasportare carichi fino a 200kg e, inoltre, grazie alla soluzione MiRHook, il modulo top progettato da MiR anch'esso in mostra durante la fiera, il robot è in grado di trainare carrelli e forche a pallet in modo da aumentare il proprio carino fino a 500kg. 

Analog Devices si posiziona 17a tra le 100 aziende più sostenibili al mondo

Analog Devices si posiziona 17a tra le 100 aziende più sostenibili al mondo


Analog Devices ha annunciato di essersi classificata al 17° posto nella lista delle 100 aziende più sostenibili al mondo di Corporate Knights. Questo è il terzo anno consecutivo in cui ADI è inserita nella lista, dopo essersi classificata al 42° posto nel 2018 e al 78° nel 2017. 

"Siamo lieti di essere stati premiati ancora una volta per il nostro forte impegno verso la sostenibilità economica, ambientale, di governance e sociale", ha dichiarato Vincent Roche, Presidente e CEO di Analog Devices. "In ADI, siamo storicamente orgogliosi di fissare obiettivi sempre più ambiziosi in queste aree, impegnandoci per raggiungerli e superarli in tutto il mondo".

La lista annuale delle 100 aziende più sostenibili al mondo è stilata da Corporate Knights, una società di ricerca canadese specializzata in media e investimenti e focalizzata sul capitalismo etico. Sono state valutate più di 7.500 aziende globali con un fatturato annuo di oltre 1 miliardo di dollari e la classifica si basa su 21 criteri di performance che coprono la gestione delle risorse, la gestione dei dipendenti (compresa la diversità di leadership), le prestazioni dei fornitori e le entrate etiche. La misura del reddito etico, che è stata introdotta nella classifica dello scorso anno e che ora conta per il 50% del punteggio di ogni azienda, tiene conto della percentuale dei ricavi ottenuti da prodotti o servizi attenti a tematiche ambientali e sociali ben definite.

Per ADI, sostenibilità significa essere consapevoli del ruolo più ampio che l'azienda svolge negli ambienti e negli ecosistemi in cui si collocano le sue tecnologie, i clienti e i mercati finali. L'azienda persegue un modello di business che consente una crescita orientata all'innovazione, con vantaggi per tutti i suoi stakeholder - dipendenti, clienti, investitori, partner e comunità - e una buona gestione delle risorse.


sabato 23 marzo 2019

"40mila immigrati l'anno fino al 2060 il fabbisogno dell'Italia in sanità": a Nobìlita si parla di lavoro inclusivo - Bologna

"40MILA IMMIGRATI L'ANNO FINO AL 2060: QUESTI I FABBISOGNI DELL'ITALIA PER ABBASSARE I COSTI DELLA SANITÀ".

A NOBÌLITA SI PARLA DI INCLUSIONE LAVORATIVA ED IMMIGRAZIONE. MARCO LOMBARDO, ASSESSORE AL LAVORO DEL COMUNE DI BOLOGNA, ANNUNCIA L'ADESIONE AL GLOBAL COMPACT CON LAMPEDUSA.
 
Bologna, 23 marzo 2019 - "È folle pensare che ci possa essere una guerra tra lavoratori italiani e lavoratori migranti. Per questo Bologna ha annunciato l'adesione, assieme a Lampedusa, al Global Compact, la call delle Nazioni Unite per creare principi internazionali di etica e rispetto nel mondo del lavoro: siamo le prime due città a farlo" Così Marco Lombardo, Assessore al lavoro di Bologna, intervenuto questa mattina a Nobìlita, il festival del lavoro che chiude oggi a Bologna.  Lombardo ne ha discusso ieri con gli ambasciatori della Tunisia e del Marocco: "il governo non ha aderito al Global Compact e non ne vuole nemmeno parlare – continua - mentre tutti i paesi europei ne stanno discutendo. Non si tratta di aprire una strada a tutta l'immigrazione, al contrario si tratta di creare un sentiero legale di inserimento per queste persone, per rispondere al fabbisogno del mondo del lavoro e riconoscere le competenze dei migranti".   
 
La direzione va creata giorno per giorno e lo spiega Chris Richmond N'zi, il creatore dell'app Mygrants: "il tema dell'immigrazione esiste da sempre e non sparirà a breve, nel 2035 gli africani in età lavorativa saranno più di quelli di tutto il mondo. Si sa per certo che per avere un 20% di riduzione dei costi della sanità l'Italia dovrebbe inserire 40.000 immigrati l'anno fino al 2060 (dati della Ragioneria Generale dello Stato), ma non sta accadendo: è ovvio che la selezione deve essere fatta da entrambe le parti e grazie a strumenti digitali, quali Blue Card e Start Up Visa, utilizzati poco in Europa e malissimo in Italia, si potrebbe scoprire un talento molto più facilmente. Per ora, l'accoglienza italiana non funziona".
 
Su 100 richiedenti asilo, dice Richmond, pre decreto Salvini il 35% avevano uno status, ora il 18% e solo il 2,4% ha occupazione dopo sei mesi, ma con investimento pari a zero. Mygrants fornisce informazioni sui servizi, i doveri e sulle regole di accoglienza italiane ed europee, fornendo anche attività e competenze alle persone che, per giorni spesso interminabili, si trovano nei centri di accoglienza, oltre che inserimenti lavorativi (920 nel 2018). "Gli emigrati non rubano lavoro agli italiani, né agli italiani in Europa, ma possono, anzi, creare lavoro, il fabbisogno lavorativo italiano rimane scoperto del 70% e, grazie a Mygrants, spesso, siamo stati in grado di coprire incarichi che nessun italiano, per competenze, era stato in grado di assumersi" conclude Richmond Nzi.
 
Al panel "Il lavoro che crea inclusione" sono intervenute anche Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista di Tv2000, Andrea Notarnicola, consulente di organizzazione e partner di Newton, Maria Cristina Bombelli, presidente di Wise Growth.
 
"Siamo tutti diversi, ma diversi da chi? – si chiede la Bombelli – "in azienda, ogni tanto, si creano punti di scontro tra diversi gruppi perché si è troppo abituati a confrontarsi tra 'uguali' ed è giusto, quindi, essere un po' antropologi organizzativi, ogni azienda è diversa e includere non è facile perché necessita un percorso organizzativo importante e devono essere aperte finestre di dialogo. Le sue parole vengono riprese dalla Battaglia che, con un focus sugli italiani di fede islamica, spiega: "mi occupo di queste realtà, sia in territorio italiano che in Nord Africa, e spesso noto, in ambito lavorativo e in paesi come la Giordania, che si parla di coesistenza più che di inclusione".
 
Notarnicola si è soffermato invece sul tema del talento: "nelle aziende spesso mancano adeguati percorsi di formazione manageriale pro-inclusione, se non in aziende di levatura globale, e anche questo è un problema
 
di inclusione. Chi lo dice che dopo i 35 non sei più un talento? Chi lo dice che se sei donna o se hai studiato in un'università piuttosto che in un'altra sei più o meno adatto per un ruolo lavorativo? Spesso vengono tracciate figure stereotipate che rendono i dipendenti tutti uguali e conformi". Il talento può esserci ad ogni età, può venire da ovunque e può essere donna e uomo e l'inclusione deve essere innanzitutto rispetto.
 
 
 
FiordiRisorse – Persone Maiuscole è una business community nata nel 2008 come Gruppo sulla piattaforma LinkedIn con l'intento di promuovere relazioni aggregando Persone e Imprese che operano nel Centro/Nord Italia. Riconosciuta come Best Practice italiana da LinkedIn, conta oggi più di 6.000 associati: una vera e propria Community, dove le aziende si aprono al pubblico condividendo progetti e processi in modo trasparente e costruttivo.

SENZAFILTRO è la testata giornalistica che tratta i temi del lavoro, cultura manageriale e libere professioni e che fa capo alla Business Community FiordiRisorse. 


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Welfare, con il rinnovo dei contratti collettivi aumentano i benefit, tra i preferiti shopping card e buoni benzina

WELFARE, CON IL RINNOVO DEI CONTRATTI COLLETTIVI AUMENTANO I BENEFIT PER I DIPENDENTI: TRA I PREFERITI SHOPPING CARD E BUONI BENZINA

Grazie all'ultima Legge di Bilancio milioni di lavoratori godranno nel 2019 di una maggiore quota welfare all'interno del contratto collettivo nazionale, che garantirà loro ancora più benefit oltre ai vantaggi fiscali per le aziende. Secondo gli esperti per migliorare la qualità della vita e la soddisfazione dei dipendenti è bene scegliere soluzioni molto apprezzate come buoni carburante (82%) e gift card (53%) come Pass Shopping.

 

Ben 200 euro in benefits per i dipendenti del settore Metalmeccanico Industria a partire dal 1° giugno 2019, 150 euro per i lavoratori del settore Metalmeccanico PMI a partire da gennaio 2020 e 150 per quelli del settore Orafi, Gioiellieri e Argentieri a partire da giugno 2019: sono queste le nuove quote maggiorate stabilite da alcuni dei rinnovi dei principali contratti collettivi nazionali del lavoro firmati dalle maggiori sigle sindacali. Ma quali sono i vantaggi per le aziende? Secondo gli studi l'attivazione di benefit welfare migliora notevolmente i livelli di retention, riduce i tassi di assenteismo, aumenta la capacità di attrarre talenti e il coinvolgimento dei collaboratori. Ma non è tutto, perché questi servizi hanno anche grandi vantaggi economici proprio per le aziende, essendo totalmente defiscalizzati. Ma quali sono i benefit più apprezzati dai lavoratori? Secondo una ricerca di Ipsos Marketing per Sodexo Benefit&Rewards Services su un target di 800 dipendenti di aziende private dai 25 ai 60 anni, ben l'82% è interessato a ricevere buoni per la benzina e il 53% ha espresso la sua preferenza per le gift card, mentre il fanalino di coda è rappresentato dai regali materiali, che interessano soltanto al 26% dei dipendenti. Un trend che ha spinto le più grandi aziende del settore welfare a creare prodotti ad hoc, in grado di unire tutti i migliori servizi legati all'acquisto con una rete capillare e ricca di partner e i vantaggi fiscali per l'impresa che li offre, e guide pratiche al welfare nel CCNL come l'ebook gratuito di Sodexo Benefit&Rewards Services.

 

Grazie alla Legge di Bilancio 2018, che ha permesso alle imprese di disporre di diversi premi di produttività e vantaggi fiscali, proprio il colosso francese ha posto l'attenzione sui bisogni extra lavorativi dei dipendenti, promuovendo il Pass Shopping, il buono acquisto cumulabile, integrabile in denaro e che offre la possibilità di essere utilizzato sia online sulle piattaforme eCommerce più prestigiose, sia in numerosi punti vendita in tutta Italia. "Grazie ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali del lavoro sono sempre di più le aziende interessate ad elargire un premio di produttività sotto forma di fringe benefit per incrementare la motivazione e la produttività dei dipendenti – spiega Sergio Satriano, Managing Director di Sodexo Benefit&Rewards Services – Per questo motivo in occasione del Festival del Lavoro a Genova abbiamo ribadito l'importanza dei benefits aziendali e il nostro impegno nel fornire servizi in grado di migliorare la qualità della vita con soluzioni ad hoc. Il Pass Shopping, ad esempio, è un metodo efficace, versatile e flessibile per adempiere alle disposizioni dei CCNL e avere la garanzia di rispettare le scadenze. E in più rappresenta il nostro plusvalore: se da un lato migliora la vita lavorativa dall'altro incontra le esigenze e coccola i dipendenti, mantenendo alto il loro livello di soddisfazione e performance".



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CNR: nuova luce sull’evoluzione recente del la Rift valley africana

Nuova luce sull'evoluzione recente della Rift valley africana

Un gruppo di ricerca coordinato dall'Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igg), ha ottenuto nuovi dati sullo sviluppo dei sistemi di rift continentali. In particolare, i ricercatori hanno studiato una porzione quasi sconosciuta della rift valley africana, il rift del Ririba (Sud dell'Etiopia), permettendo di ricostruirne la storia geologica. I nuovi dati hanno dimostrato come la sua nascita sia dovuta alla propagazione verso sud della Rift valley etiopica intorno a 3.7 milioni di anni fa, sia stata di breve durata e si sia interrotta da circa 2.5 milioni di anni. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications, nel quadro di un progetto finanziato dalla National Geographic Society

Le rift valley continentali sono processi geodinamici che si manifestano con grandi fratture nella superficie terrestre (rift in inglese significa spaccatura, rottura). La loro espansione, nel tempo, provoca la rottura delle placche continentali e la formazione di nuovi bacini oceanici. La Rift valley africana è un esempio classico di questi processi geodinamici, il cui sviluppo risulta fondamentale per controllare morfologia, clima e biosfera in Africa orientale e comprendere le relative implicazioni per l'evoluzione della nostra specie nella 'culla dell'umanità'. Un gruppo di ricercatori, coordinato da Giacomo Corti dell'Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igg), provenienti da università ed enti di ricerca di diversi paesi (Etiopia, Francia, Germania, Italia, Nuova Zelanda e Regno Unito), ha ottenuto nuovi dati sullo sviluppo recente della Rift valley africana. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications, nel quadro di un progetto finanziato dalla National Geographic Society. "Siamo partiti da dati raccolti durante una campagna di lavoro in un'area remota al confine tra Etiopia e Kenya e abbiamo integrato i risultati del nostro lavoro con analisi di laboratorio su campioni di rocce vulcaniche, uno studio della sismicità e della morfologia dell'area e sofisticati modelli numerici", afferma Giacomo Corti del Cnr-Igg. "Ciò ha permesso di ricostruire la storia geologica del Rift del Ririba, un settore precedentemente quasi sconosciuta della Rift valley africana". I risultati hanno mostrato come il Rift del Ririba sia nato dalla propagazione verso sud della Rift valley etiopica intorno a 3.7 milioni di anni fa; tuttavia, in contrasto con precedenti teorie sull'evoluzione del processo di rifting nella regione, i nuovi dati mostrano come questa propagazione sia stata di breve durata e si sia interrotta da circa 2.5 milioni di anni. In questo periodo l'attività tettonica nel Ririba rift è cessata e la deformazione è migrata ad ovest nella regione del lago Turkana, dove i sistemi di rift del Kenya e dell'Etiopia sono attualmente direttamente connessi. Una fase tardiva di vulcanismo che ha dato luogo a numerose colate di lave basaltiche e impressionanti crateri vulcanici esplosivi (maars), ha successivamente interessato l'area del Ririba. "Questa attività vulcanica, non direttamente collegata a significativi eventi tettonici, apre nuove domande su come vulcanismo e fratturazione della crosta terrestre interagiscano durante il processo di 'rifting' continentale" conclude il ricercatore del Cnr-Igg. "In generale, questi nuovi risultati suggeriscono come il processo di connessione dei maggiori settori della Rift valley, in questo caso del Kenya e dell'Etiopia, sia legato a fasi di propagazione e abbandono che causano variazioni geologicamente rapide della posizione e caratteristiche dell'attività vulcanica e tettonica. Ciò può essere stato all'origine di importanti cambiamenti nella morfologia e negli ambienti naturali nel sud dell'Etiopia che possono, a loro volta, aver condizionato i pattern di migrazione dei nostri antenati in Africa orientale".

Roma, 22 marzo 2019

La scheda

Chi: Cnr-Igg

Che cosa: Corti G., Cioni R., Franceschini Z., Sani F., Scaillet S., Molin P., Isola I., Mazzarini F., Brune S., Keir D., Erbello A., Muluneh A., Illsley-Kemp F., Glerum A. (2019). Aborted propagation of the Ethiopian rift caused by linkage with the Kenyan rift. Nature Communications, 10, Article number: 1309 (2019)  




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