11/11/2005
La Rai non percorra la strada della richiesta di aumento del canone per reperire maggiori risorse: trovi piuttosto soluzioni industriali come sta facendo il concorrente privato con gli accordi stretti con Telecom per il passaggio di contenuti televisivi sui telefonini tramite il sistema dvb-h.
Ad indicare all'azienda radiotelevisiva pubblica questo percorso e' il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi che, proprio su un eventuale aumento del canone, decidera' entro il 30 novembre.
Conversando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa, Landolfi ha risposto indirettamente ai vertici di viale Mazzini che, in seguito ad una simulazione di separazione contabile tra le attivita' di servizio pubblico e quelle commerciali, hanno sottolineato che per le prime manca all'appello una cifra di 300 milioni.
Di qui la richiesta di un aumento del canone di abbonamento. Che tuttavia il ministro, pur aspettando di vedere la documentazione che l'azienda produrra', si prepara a respingere. 'Ho gia' deciso che non mi pronuncero' per l'aumento del canone perche' non la ritengo l'unica strada percorribile'.
'Trovo singolare che un'azienda come la Rai -ragiona Landolfi- invece di immaginare, pensare, progettare soluzioni al proprio interno per il reperimento delle risorse, decida che la strada da seguire e' quella dell'aumento del canone. La Rai puo' fare molto tagliando gli sprechi che sono fortissimi -ha detto ancora il ministro- adottato soluzioni industriali e tenendo presente che rispetto al canone esiste una percentuale elevatissima di evasione. Troverei ingiusto aumentare il canone facendo pagare l'aumento a chi lo paga gia'.
Viceversa, secondo Landolfi, viale Mazzini deve mettere in cantiere 'interventi strutturali'. Un esempio che fa il ministro e' l'accordo che Mediaset ha chiuso con il gruppo Telecom, un'intesa 'non esclusiva', sottolinea Landolfi, per i contenuti televisivi sui telefonini con il dvb-h.
'Che cosa si aspetta -chiede il ministro- perche' invece di perdere tempo con interviste e contro-interviste non si mettono in atto strategie aziendali?'. Intanto al presidente della Rai Claudio Petruccioli, che ieri ha indicato la cifra di 300 milioni come necessaria per le attivita' di servizio pubblico, il ministro dice che attende di 'conoscere gli atti: vogliono vedere nella separazione contabile simulata dalla Rai cosa e' servizio pubblico e cosa no. Se per esempio 'L'isola dei famosi' e' considerata servizio pubblico avrei qualche dubbio...'.
Sempre in tema di evasione del canone, Landolfi ha ricordato che d'accordo con la Rai ha messo a punto una norma in base alla quale sia l'azienda a poter recuperare i crediti 'con procedure piu' stringenti'. Attualmente, infatti, e' il ministero dell'Economia e riscuotere il canone, tramite l'Urar e a riscuotere i crediti dell'evasione.
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