Le Partecipazioni statali viste da vicino
Il 3 febbraio ne parla Giuseppe De Rita al Cnr di Palermo
Il 3 febbraio ne parla Giuseppe De Rita al Cnr di Palermo
Carrozzoni mangiasoldi o formidabili aziende capaci di competere nel mercato mondiale? Cosa furono le Partecipazioni statali italiane, le grandi aziende pubbliche controllate dallo Stato? A raccontarne - e da vicino - la vicenda è il più grande sociologo italiano il 3 febbraio alle 1o e 30 nell'aula magna della sede del Cnr di Palermo in occasione della terza edizione del Seminario "Marcello Carapezza" organizzato da Mario Pagliaro.
Romano, nato a Roma nel '32, Giuseppe De Rita si laurea in giurisprudenza a 22 anni. Dotato di una grande ascendenza e intelligenza del sociale, viene cooptato da Pasquale Saraceno ministro del Mezzogiorno fra i pianificatori pubblici dello sviluppo di una zona del Paese dove ancora negli anni '50 erano diffusi la fame e l'analfabetismo.
De Rita lascia lo Svimez nel 1964 per fondare il Centro studi investimenti sociali (Censis) facendone rapidamente l'interprete più anticonformista e profondo della situazione sociale dell'Italia del dopo boom economico, coniando peraltro espressioni come "sommerso" che entreranno a far parte del linguaggio quotidiano.
Il clamoroso tracollo del grande partito popolare italiano -- la Democrazia Cristiana -- e la crisi italiana esplosa nel '92 rendono ancora più urgente la lettura del Rapporto annuale del Censis: un imperativo per chiunque voglia comprendere le vicende sociali in Italia dove lo straordinario sociologo cattolico non concede nulla agli argomenti di quello che chiama "nuovismo"
Trasforma il Censis in fondazione (riconosciuta dal presidente della Repubblica) e, nominato presidente del Comitato di valutazione delle Università, le fustiga rammentando che l'autonomia implicherà per le sonnacchiosa accademia italiana la capacità di competere a livello internazionale.
Per 11 anni è presidente del Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro). Congedandosi spiega intervistato da Repubblica come: «Abbiamo bisogno di psicopompi... che non sono strani animali, ma coloro che la psicologia identifica con uno dei suoi termini poco felici come "le persone capaci di infondere a tutti una forte energia psichica e creare intenzionalità"».
Editorialista del Corriere della Sera, i suoi articoli sono brevi ma richiedono al lettore un supplemento di attenzione. Pacato, spiega come «l’Italia è un paese che ha la sua vera ricchezza nella dimensione intermedia: è un paese del sindacato, dell’ associazionismo imprenditoriale, dell’associazionismo professionale, dei distretti industriali, della autonomie locali e funzionali».
Consapevole poi del fatto che per gli intellettuali il rischio è sempre quello di raccontare cose soltanto sognate, va e manda i suoi colleghi in giro per l'Italia per capirla prima ancora di provare ad interpretarla. Si fa, ad esempio, nominare ogni anno presidente di commissione agli esami di maturità dove legge i temi dei ragazzi. Fra questi ce n'è uno che lo colpisce e lo scrive:
«Recentemente ho fatto parte di una giuria di un concorso per l'ultimo anno di liceo. Abbiamo dato loro un tema da sviluppare. La traccia era: 'sviluppo della comunicazione e sviluppo della solitudine'.
«La cosa che mi ha colpito di più leggendo questi scritti era la netta distinzione che si creava. Da una parte gli acculturati che cominciavano con Quasimodo: 'Ognuno sta solo sul cuore della terra....'. Una malinconia molto raffinata, forse falsa in un diciottenne. Dall'altra, invece, una disperazione totale: io più vedo la televisione, più sto al computer e più mi sento solo.
«Devo dire che volevo premiare, e non me l'hanno consentito, il lavoro di un ragazzino che diceva: 'Di solito mia madre sta in una stanza a guardare la telenovela , mio padre in un'altra a vedere il calcio, e io sto qui nella mia camera di fronte al computer a giocare da solo. Ma che cazzo di vita è?».
Padre di 7 figli, parlando di educazione si richiama a Bonhoffer e invoca l'importanza del contatto fisico con i figli . Non perde occasione per mettere in guardia dal rischio alienazione legato all'informatica e in particolare al telelavoro ("sono l'unico qui al Censis a non avere un computer").
A Milano, in un recente convegno su economia e società, ha spiegato ancora come sia «preoccupante la riduzione di forza dei due grandi motori del nostro sviluppo: la soggettività individuale e l'energia sociale, due aspetti che hanno creato il modello italiano e che oggi stanno scemando».
Dopo Francesco Giavazzi (2004) e Andrea Granelli (2005), l'intervento del segretario generale del Censis si inserisce nel segno della tradizione intellettuale segnata da Marcello Carapezza: il chimico siciliano che a Palermo fonderà una scuola di geochimica di livello internazionale, fondandovi sia il corso di laurea in geologia che l'Istituto di geochimica dei fluidi del Cnr; morendo appena sessantenne nel 1987 dopo aver contribuito ad animare l'allora fiorente comunità intellettuale siciliana (amico fraterno di Guttuso, fine commentatore di Pirandello, editorialista e grande conferenziere).
Cartella stampa:
Il Gruppo di ricerca di Mario Pagliaro al Cnr (PDF)
Il Seminario "Carapezza"
Ulteriori informazioni:
Dr. Mario Pagliaro - Cnr
Tel: 328 628 03 99E-mail: mario.pagliaro@ismn.cnr.it
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