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mercoledì 22 febbraio 2006

Josè Altafini, il “brasiliano di Legnano”

Dopo aver deciso di trasferirsi nella Città del Carroccio,
lega la sua immagine a Erif Real Estate: «Curano lo sport giovanile, è importante»
Un campione di calcio che ha fatto appassionare generazioni di sportivi. Un campione che ha scelto Legnano come «città ideale» dove trascorrere la sua vita privata. Un fuoriclasse che, tra le altre, ha indossato le maglie a strisce di Milan e Juventus e che, ai rossoneri, ha dato la possibilità di mettere in bacheca la prima Coppa dei Campioni della sua storia nel lontano 1963. Un nome e un cognome: Josè Altafini, da Piracicaba (San Paolo), classe 1938 che, dopo aver scelto la Città del Carroccio come «luogo ideale dove abitare» ha deciso di impegnarsi in prima persona per lo sviluppo dell’imprenditoria locale e dello sport.
Dal mese scorso, infatti, il campeao è diventato testimonial di Erif Real Estate, la società immobiliare di riferimento del Nordovest Lombardo: manifesti e slogan, già da alcuni giorni, hanno iniziato ad apparire un po’ ovunque sulle strade dell’Altomilanese, del Varesotto e del Novarese. Una figura di spicco, quella di Altafini, sia per Legnano sia per l’attività economica locale.
La presentazione del sodalizio tra Erif e Altafini è stata anche l’occasione per chiacchierare con il campione di calcio di tutto: della sua vita tra gli studi di Sky Sport e Legnano, della sua passione per lo sport giovanile fino, naturalmente, ai prossimi mondiali di calcio in Germania. Altafini, sorriso aperto e rassicurante, precisa immediatamente che ha «deciso di diventare testimonial di Erif» per questioni assolutamente legate «all’amicizia» che lo lega al presidente Luigi Barbato. «Legare la mia immagine a Erif – ha continuato Altafini – significa, anche, legare il mio essere calciatore a una realtà imprenditoriale che sta molto attenta allo sport. Erif, infatti, è anche sponsor principale della Rhodense Calcio che, tra l’altro, ha una scuola calcio di tutto prestigio. Posso vantarmi, senza superbia, di essere stato il primo in Italia a dare alla luce una scuola calcio, in Valle d’Aosta. Questo aspetto sociale e sportivo di Erif sono stati tra i fattori determinanti che mi hanno spinto ad accettare la proposta del presidente Barbato»
La scelta di Legnano è stata dettata dalla e «esigenze» dell’ex-calciatore: «Ho sempre abitato in grandi città – ha detto – dove tutto è impersonale e non rispecchia il mio modo di essere persona semplice. Appena ho potuto mi sono trasferito nella Provincia di Milano trovando, a Legnano, la congiunzione delle mie esigenze: dimensioni vivibili, movimento e divertimento e la comodità nel raggiungere il Capoluogo». Anche il rapporto con la città ha superato il gradimento di una persona abituata alla notorietà: «Il rapporto con le persone è molto differente tra le grandi città e le realtà più piccole – ha continuato -. Il rapporto con la gente è diretto e si costruiscono amicizie importanti. Spesso le persone mi fermano per strada e mi chiedono come mai sono a Legnano; quando dico loro che ci abito vedo nei loro occhi meraviglia». Sono bastati pochi mesi (Altafini vive a Legnano da due anni) perché si creasse una simbiosi radicale tra l’uomo e la città, tra il personaggio e le realtà sociali del territorio.
Ancora sport: Shevchenko ha da poco superato il record di gol segnati con la maglia del Milan balzando al secondo posto scavalcando proprio Altafini e Rivera. Per il campione brasiliano «tutti i record sono fatti per essere battuti» anche se, tiene a precisare con orgoglio, «posso vantare un record che non potrà mai più essere battuto: Nel 1963 (anno della prima Coppa dei Campioni del Milan, ndr), partecipavano alla competizione europea solo le prime squadre classificate per ogni campionato. In quell’occasione feci 14 gol in 9 partite». Gli annali ricordano. E ricorderanno, se si avvererà, la profezia su “Germania 2006”: chi vincerà i mondiali? «È presto per dirlo – dice il “brasiliano di Legnano” -, ma vedo favorite l’Italia, il Brasile, l’Argentina, la Germania e l’Inghilterra».

1 commento:

  1. Complimenti a Pierluigi Radice... e che nostalgia di campioni come Altafini.
    Joy

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