Primarie a Milano
Un Patto Molotov-Ribbentrop all’amatriciana ?
*) aldo ferrara
Comunque siano andate le primarie di Milano le sorpresenon sono mancate. Già nel 2001 Albertini vinse a mani basse anche perchè già allora Dario Fo era stato dissuaso dai compagni della sinistra ad avanzare la candidatura. Ora la presenza di Fo ha galvanizzato la base della sinistra dei circoli e dai centri sociali, è appoggiata da professionisti, architetti, medici, urbanisti, insomma ha comunque coinvolto in modo inaspettato la società civile. Ma, c’è un ma!
In milanese si dice “ me veni en dubi”: non sembra cioè casuale che l’Unione si sia presentata alle primarie divisa tra Milly Moratti, Fo e Ferrante, dunque a ranghi non compatti mentre la candidatura della CdL è unica nella persona di Letizia Moratti. La situazione appare speculare a quella che si sta profilando per Roma. Nella capitale il Polo appare disunito con due candidati in competizione, entrambi ministri, Alemanno e Baccini mentre a sinistra Veltroni appare indiscusso candidato quasi vincente. ed allora ci si chiede:come mai Veronesi, ex Ministro, ha preferito rinunciare quando se presente nella scena politica avrebbe stracciato qualunque altro candidato a Milano, di cosa ha discusso ad Arcore con il Cavaliere, pochi mesi addietro? Come mai si è rifugiato dietro una sorta di lesa maestà da primarie?
Ci rode un tarlo: che vi sia un tacito, e forse neanche tale, patto di non aggressione per le due realtà urbane più importanti del paese. La Milano riformista di Turati, dei Sindaci socialisti da Greppi a Filippetti ad Aniasi, è diventata il centro della politica degli affari della CdL, della cementificazione inarrestabile e delle società di produzione Radiotelevisive, il core della politica iperliberista, appoggiata dalla Lega, il centro degli affari di Berlusconi. Roma, la capitale nella quale pure il 49% dei voti va alla destra, una destra sociale e di clientele ministeriali, deve quindi restare in salde mani della sinistra. Le rispettive divisioni dell’Unione a Milano e della CdL a Roma non sembrano causali ma rientrare in un patto di non aggressione così ben delineato da indicare una suggestione: che non si siano messi d’accordo magari con una telefonata a quattro voci? Come dice il titolo una sorta di casereccio patto di non aggressione.
In milanese si dice “ me veni en dubi”: non sembra cioè casuale che l’Unione si sia presentata alle primarie divisa tra Milly Moratti, Fo e Ferrante, dunque a ranghi non compatti mentre la candidatura della CdL è unica nella persona di Letizia Moratti. La situazione appare speculare a quella che si sta profilando per Roma. Nella capitale il Polo appare disunito con due candidati in competizione, entrambi ministri, Alemanno e Baccini mentre a sinistra Veltroni appare indiscusso candidato quasi vincente. ed allora ci si chiede:come mai Veronesi, ex Ministro, ha preferito rinunciare quando se presente nella scena politica avrebbe stracciato qualunque altro candidato a Milano, di cosa ha discusso ad Arcore con il Cavaliere, pochi mesi addietro? Come mai si è rifugiato dietro una sorta di lesa maestà da primarie?
Ci rode un tarlo: che vi sia un tacito, e forse neanche tale, patto di non aggressione per le due realtà urbane più importanti del paese. La Milano riformista di Turati, dei Sindaci socialisti da Greppi a Filippetti ad Aniasi, è diventata il centro della politica degli affari della CdL, della cementificazione inarrestabile e delle società di produzione Radiotelevisive, il core della politica iperliberista, appoggiata dalla Lega, il centro degli affari di Berlusconi. Roma, la capitale nella quale pure il 49% dei voti va alla destra, una destra sociale e di clientele ministeriali, deve quindi restare in salde mani della sinistra. Le rispettive divisioni dell’Unione a Milano e della CdL a Roma non sembrano causali ma rientrare in un patto di non aggressione così ben delineato da indicare una suggestione: che non si siano messi d’accordo magari con una telefonata a quattro voci? Come dice il titolo una sorta di casereccio patto di non aggressione.
Nessun commento:
Posta un commento