La Quibio.it in persona dei Sigg. Brau Giuseppe e Sanna Maria Grazia promuove una raccolta di firme per indurre Il Parlamento Europeo e tutti i Governi della Comunita' Europea ad intraprendere tutte le iniziative piu' opportune atte a tutelare la popolazione dalle emissioni di gas serra (anidride carbonica, gas metano, protossido di azoto, esafloruro di zolfo, idrofluorocarburi e perfluorocarburi).
Petizione a favore delle Bioplastiche nel campo degli Imballaggi e la defiscalizzazione degli stessi.
Incentivare la diffusione di imballaggi biodegradabili e compostabili al 100% (norma Uni en 13432*).
Diffondere l´impiego dei materiali biodegradabili al fine della riduzione dei rifiuti non biodegradabili o non compostabili:
Stimolare l´uso dei materiali biodegradabili da parte del settore primario della produzione e dei vari settori economici al fine di ridurre l´impatto ambientale delle varie attività.
Offrire strumenti concreti, affidabili ed applicabili al legislatore, al fine di introdurre e/o modificare regolamenti nazionali/regionali per ridurre la produzione e l´uso di materiali plastici non biodegradabili.
Stimolare un nuovo approccio di tipo culturale al problema della protezione dell´ambiente.
La bioplastica, oltre a consentire di risparmiare energia assicura una riduzione nella produzione dei gas ad effetto serra. Grazie all'uso di materie prime rinnovabili di origine agricola ( mais, barbabietola da zucchero etc...), alle proprietà di biodegradazione e compostabilità di diverse applicazioni, alle particolari prestazioni garantite rispetto ai materiali tradizionali.
Migliorano le prestazioni e le performance ambientali.
E' il caso dei sacchetti, piatti, bicchieri, posate etc... in Mater-Bi™ o in Pla™ . La produzione di questi a paragone con uno di plastica di pari peso, consente di ridurre l'emissione di anidride carbonica di almeno il 30%.
Nella gamma di prodotti ottenuti a vantaggio dell'agricoltura, ovvero, dal mais, barbabietola da zucchero etc... ci sono i tradizionali shopper per la spesa, sacchi e fodere per la raccolta differenziata, contenitori alimentari, stoviglie, pannolini, fino ad arrivare agli innovativi materiali completamente atossici destinati al divertimento di bambini.
Si ricorda inoltre che tutti i prodotti in bioplastica si trasformano alla fine del proprio ciclo vitale in fertile humus.
*LA NORMA EN 13432"
Attualmente i termini biodegradazione, materiali biodegradabili, compostabilità ecc. sono molto comuni ma frequentemente mal utilizzati e sorgente di equivoci. La norma europea EN 13432 "Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione - Schema di prova e criteri di valutazione per l'accettazione finale degli imballaggi", recentemente adottata anche in Italia con la denominazione EN 13432, risolve questo problema definendo le caratteristiche che un materiale deve possedere per poter essere definito "compostabile". Questa norma è un punto di riferimento per i produttori di materiali, le autorità pubbliche, i compostatori e i consumatori. Secondo la EN 13432, le caratteristiche che un materiale compostabile deve avere sono le seguenti:
Biodegradabilità, determinata misurando la effettiva conversione metabolica del materiale compostabile in anidride carbonica. Questa proprietà è valutata quantitativamente con un metodo di prova standard: EN 14046 (anche pubblicato come ISO 14855: biodegradabilità in condizioni di compostaggio controllato). Il livello di accettazione è pari al 90% da raggiungere in meno di 6 mesi.
Disintegrabilità, cioè la frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale (assenza di contaminazione visiva). Misurata con una prova di compostaggio su scala pilota (EN 14045). Il materiale in esame viene biodegradato insieme con rifiuti organici per 3 mesi. Alla fine il compost viene vagliato con un setaccio di 2 mm di luce. I residui del materiale di prova con dimensioni maggiori di 2 mm sono considerati non disintegrati. Questa frazione deve essere inferiore al 10% della massa iniziale.
Assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio. Requisito verificato con una prova di compostaggio su scala pilota.
Bassi livelli di metalli pesanti (al di sotto di valori massimi predefiniti) e assenza di effetti negativi sulla qualità del compost (esempio: riduzione del valore agronomico e presenza di effetti ecotossicologici sulla crescita delle piante). Una prova di crescita di piante (test OECD 208 modificato) è eseguita su campioni di compost dove è avvenuta la degradazione del materiale di prova. Non si deve evidenziare nessuna differenza con un compost di controllo.
Altri parametri chimico-fisici che non devono differire dal compost di controllo dopo la biodegradazione sono: pH; contenuto salino; solidi volatili; N; P; Mg; K.
Ciascuno di questi punti è necessario per la definizione della compostabilità ma da solo non è sufficiente. Ad esempio, un materiale biodegradabile non è necessariamente compostabile perché deve anche disintegrarsi durante un ciclo di compostaggio. D'altra parte, un materiale che si frantuma durante un ciclo di compostaggio in pezzi microscopici che non sono però poi totalmente biodegradabili non è compostabile.
La norma EN 13432 è una norma armonizzata, ossia è stata riportata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee e pertanto deve esser recepita in Europa a livello nazionale e fornisce presunzione di conformità con la Direttiva Europea 94/62 EC, sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio.
Per aderire all'iniziativa di Quibio.it e firmare la petizione basta cliccare sul titolo del presente articolo per la diretta connessione.
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