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mercoledì 26 aprile 2006

Cartoni pericolosi nella pizza? Silenzi e ritardi come per l'Itx

Anna Bartolini, Membro italiano nel Gruppo consultivo Ue dei consumatori

Ci risiamo! Ancora una volta la tutela della salute dei consumatori è messa a dura prova da notizie allarmanti che non trovano però riscontri seri da parte delle autorità sanitarie che ancora tacciono.
Mi riferisco ai recenti casi delle vaschette in alluminio e delle confezioni in cartoncino che vengono utilizzate per la pizza d'asporto come ha denunciato la scorsa settimana "Il Salvagente". In base a prove realizzate dal professor Fernando Tateo dell'università di
Milano, attraverso il cartoncino su cui poggia la pizza calda trasmigrerebbero sul cibo sostanze tossiche. Nel corso della settimana abbiamo cercato di capire se la responsabilità è da attribuirsi a tutti o al alcuni produttori di cartoncino per alimenti o se si tratta dell'errore di un solo produttore (delinquente) che al posto della carta vergine ha usato carta riciclata (compresa carte copiativa) trattata con sbiancanti e collanti. Nel contatto della scatola con la pizza calda, attraverso il vapore che si forma nella scatola, anche per la consuetudine di molti di mangiare la pizza dalla stessa scatola di imballaggio, ingeriamo molte sostanze potenzialmente pericolose .
Una responsabilità ci pare evidente: quella degli organi preposti alla tutela della nostra salute che non si sono mossi. Ci ritroviamo come in un film già visto, nella situazione del caso Itx (l'inchiostro migrato nel latte e succhi). Risulta infatti che le autorità regionali abbiano informato delle vicenda "pizza" il ministero della Sanità circa un anno fa e che ancora una volta nel luglio scorso questi abbia fatto come Ponzio Pilato: se n'è lavato le mani scaricando sull'Istituto superiore di sanità la procedure di analisi, chiedendo di essere informato. Tutto bene dunque? Mica tanto. il dipartimento della prevenzione, in assenza di risposte, aveva il compito di sollecitare entrambi per ottenere un quadro esauriente a tutela della salute e di informare la gente. Tutto tace mentre a nostro avviso dal 23 maggio del 2005 ad oggi ci sarebbe stato tutto il tempo per potere dare ai consumatori risposte definitive. è il metodo all'italiana: si insabbia tutto in attesa del prossimo scandalo!

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Fonte: Il Salvagente

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