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mercoledì 5 luglio 2006

Crescono i ricicloni

Crescono i ricicloni


850 comuni partecipano all'indagine di Legambiente sulle amministrazioni più virtuose nella raccolta differenziata. Poggio, vice direttore di Legambiente: "Un dato in netta crescita, il governo non dimentichi le potenzialità industriali e di abbattimento dei gas serra del riciclo dei rifiuti". Premiazione dei Comuni Ricicloni il 12 luglio a Roma - da EcosportelloNews

"20 milioni. Tanti sono i cittadini che fanno parte del popolo dei Comuni Ricicloni, distribuiti tra le 850 realtà che hanno superato l'esame per essere compresi nella classifica stilata come ogni anno da Legambiente".

Lo scrive Andrea Poggio, vice direttore generale dell'associazione nell'introduzione al dossier sui Comuni Ricicloni che viene illustrato, insieme alla premiazione dei comuni italiani più virtuosi sul versante della raccolta differenziata (leggi in Appuntamenti), il 12 luglio a Roma.

Poggio nel suo intervento sottolinea l'importanza del dato in netta crescita di partecipazione degli enti locali all'indagine condotta ogni anno da Legambiente con il contributo di Conai, il consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi.

"Nonostante la definizione di soglie più severe per ricevere il prestigioso riconoscimento, nonostante l'incombere della legge delega e di politiche votate all'indebolimento del sistema pubblico di gestione, i Comuni Ricicloni sono cento in più rispetto allo scorso anno".

"Davanti a questi numeri - scrive Poggio - serve una seria riflessione da parte del legislatore e occorre fornire indicazioni per correggere l'orientamento del precedente governo che, lo ricordiamo, prevedeva la collocazione di un inceneritore in ogni provincia nel tentativo di mettere sullo stesso piano recupero di materia e recupero energetico. Le esperienze dei Comuni Ricicloni continuano a testimoniare la capacità delle pubbliche amministrazioni di gestire bene i rifiuti prodotti, di valorizzarli in quanto materia recuperabile e di creare un mercato delle materie prime secondarie, di costruire nuove professionalità e nuovi posti di lavoro".

"Un vero e proprio sistema industriale quindi - aggiunge il vice direttore di Legambiente -, che necessita di adeguate politiche di sostegno alla realizzazione di impianti per il trattamento, il recupero e il riciclaggio dei rifiuti, lasciando come penultima opzione il recupero energetico e, in ultimo, la messa in discarica della parte inerte residua".

Poggio si appella al governo, chiedendo al nuovo esecutivo di non dimenticare il contributo del riciclaggio nella contabilità economica delle politiche per il contenimento dei gas serra. Lo studio condotto da AEA technology per conto della Commissione Europea, ricorda Poggio, conclude che "la strategia della raccolta differenziata dei RSU seguita dal riciclaggio (per carta, metalli, tessili e plastica) e il compostaggio o digestione anaerobica (per scarti biodegradabili) produce il minor flusso di gas serra, in confronto con altre opzioni per il trattamento del rifiuto solido urbano tal quale".

Inoltre, continua Poggio, il recente studio condotto da Ambiente Italia per i principali consorzi di riciclaggio italiani, ha dimostrato che "la riduzione di emissioni climalteranti associate al riciclo è stimabile nell'intervallo tra 51 e 72 milioni di tonnellate di CO2 equivalente", a fronte di un totale nazionale di 33 milioni di tonnellate. "Un modesto incremento del 10% del riciclo industriale interno equivale al 15% dell'obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni climalteranti".

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