inaugura la 20a edizione di
SCULTORI A BRUFA, LA STRADA DEL VINO E DELL'ARTE
2006
Promossa ed organizzata dalla Pro Loco di Brufa, dal Comune di Torgiano e dall'Assessorato alle Attività Culturali della Provincia di Perugia, in collaborazione con la Regione dell'Umbria e l'Associazione Nazionale Città del Vino, mercoledì 23 Agosto 2006, alle 18.30, in Piazza Mancini del borgo medievale di Brufa (PG) si terrà la cerimonia d'inaugurazione dell'opera permanente "LA FONTANINA" dello scultore PIETRO CASCELLA, artista invitato in occasione della 20a edizione di "SCULTORI A BRUFA. LA STRADA DEL VINO E DELL'ARTE".
Il critico Massimo Duranti, curatore del catalogo afferma: "Per il traguardo dei quattro lustri di "Scultori a Brufa" è arrivato Pietro Cascella, un protagonista certo della scultura italiana del Novecento, sceso dal suo austero castello della Verrucola di Fivizzano per cogliere in questo antico borgo una suggestione da restituire scultoreamente.
Arrivato sulla collina più alta, vedendo Assisi sullo sfondo, ha sentito l'urgenza di pace e ha pensato di invocarla, a sua volta, complice quell'aura di San Francesco, ispiratore di concordia, aleggiante da quelle parti. Avrebbe voluto così gridare anche lui "Pace, pace, pace" - come Petrarca nella canzone Italia mia, benché 'l parlar sia indarno - con una scultura: un'Ara pacis, come fece del resto anche negli anni Settanta con l'Arco della Pace a Tel Aviv. Mancava però il tempo necessario per l'opera agostana della Strada del Vino e dell'Arte.
L'artista pescarese, guardando allora alla tradizionale fontanella collocata nella piazza, in un inconsapevole omaggio al Poverello del rivoluzionario e mai abusato Cantico delle creature che loda il Signore "per sor' aqua la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta", ed evocando inconsapevolmente i tanti fontanili che erano fuori delle mura, secondo la tradizione, ha pensato a una fontana: soggetto ricorrente nel suo repertorio, declinato sia nelle dimensioni della vocazione alla monumentalità, sia in quelle più "domestiche". La Fontanina di Brufa si rivela anche un eccellente esempio di arredo urbano d'autore.
Pietro Cascella è personaggio ben noto a un pubblico non solo di addetti ai lavori per la sua congenialità alla socialità dell'arte, con la quale ha coinvolto nel lungo itinerario espressivo la gente dei luoghi in cui ha progettato e realizzato le sue sculture.
La Fontanina di Brufa è un microcosmo monumentale costituito da un catino di travertino sormontato da una chiocciola dalla cui bocca esce l'acqua purificatrice, fonte di rinnovamento della vita, come la simbologia rappresentata dal mollusco che lo sovrasta. Una delle sue "situazioni urbane", dalla felice definizione di Carlo Pirovano, in cui la monumentalità si rapprende nelle dimensioni lasciando intatta l'eleganza plastica e l'invenzione costruttiva. Nella pietra, materia sensibile, l'artista conferma il senso dell'eternità archetipica sulla quale l'uomo imprime segni di una permanenza temporanea. Realizza forme che alludono alla sfera e al cerchio, dunque allo spazio e alla eternità incommensurabile.
Questa opera è anche un memoriale perché la fontana del paese, quando l'acqua non era privilegio domestico di tutti, era il luogo di incontro della gente, delle donne soprattutto, che vi attingevano il necessario per bere e cucinare, ma era soprattutto una sorta di "confessionale" dove si raccoglievano storie e pettegolezzi, anche maldicenze.
In venti anni di frequentazioni con artisti importanti i brufani hanno appreso qualcosa di più dei rudimenti dell'arte plastica. E sicuramente anche la Fontanina di Cascella, nuovo strumento di legame sociale, sarà oggetto di animate discussioni. Soprattutto molti disquisiranno sul significato della chiocciola che la sovrasta. Una simbologia dalle molte valenze, alcune della tradizione popolare, non codificate, che anche da queste parti avranno una loro declinazione. Quelle più ricorrenti ci riportano alla chiocciola simbolo lunare di rigenerazione ciclica, come il comparire-scomparire, come morire-rivivere. E' poi un evidente simbolo di fertilità e fecondità, ricordando l'umidità, essa stessa cultura naturale, appunto, della fecondità".