L’isola nel porto
Un progetto comune in difesa dell’ecosistema marino
Un progetto comune in difesa dell’ecosistema marino
Da sempre il COOU (Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati) e il COBAT (Consorzio Obbligatorio per le Batterie al Piombo Esauste) dedicano una particolare attenzione alla tutela dei mari. Tra i loro principali obiettivi, infatti, figura la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema della dispersione in mare degli oli lubrificanti usati e delle batterie esauste e sui relativi danni ambientali generati dal fenomeno del “fai da te”. La nautica costituisce, insieme all’agricoltura e al fai da te nell’autotrazione, uno dei segmenti critici della raccolta di olio lubrificante usato e di batterie al piombo esauste.
Il progetto “L’Isola nel Porto”, realizzata dal COOU e dal COBAT, è stato inaugurato ad Ancona nell’aprile del 1999, con l’obiettivo di fornire agli utenti della nautica, strutture funzionali e opportunamente collocate in punti strategici per agevolare il conferimento di rifiuti altamente inquinanti costituiti da oli lubrificanti usati, filtri olio e batterie esauste.
Oli e batterie esauste, infatti, se eliminati in modo scorretto, possono trasformarsi in potenti agenti di inquinamento; se raccolti con cura e riutilizzati forniscono un’importante contributo alla bilancia dei pagamenti del nostro Paese, consentendo di risparmiare sulle importazione sia di piombo che di petrolio.
L’iniziativa è ora considerata da altri porti italiani come un esempio da seguire. Con l’ultimo porto inaugurato a Venezia, salgono così a 59 le isole ecologiche installate in 31 porti italiani: Ancona, Viareggio (LU), Pescara, Castellammare di Stabia e Torre del Greco (NA), La Spezia, Trieste, Cagliari, Olbia, La Maddalena, Golfo Aranci, Palau e Santa Teresa di Gallura (SS), Savona, Trapani, Riposto (CT), Porto Empedocle (AG), Taranto, Marina di Carrara (MS), San Benedetto del Tronto (AP), Porto Viro (RO), Manfredonia (FG), Trani, Barletta e Mola di Bari (BA), Castiglion della Pescaia (GR), Sperlonga, Terracina e Gaeta (LT), Maratea (PZ). E attualmente sono in trattativa numerosi altri porti di interesse sia commerciale che turistico come Pesaro, Siracusa, Formia (LT), Rimini, Bari, ecc.
Le “isole nel porto” consistono in apposite strutture metalliche coperte (vedi foto), fornite gratuitamente, all’interno delle quali sono allocati una cisterna per gli oli usati e un contenitore per la raccolta delle batterie al piombo esauste. Le strutture vengono collocate in punti strategici e ben visibili dell’area portuale, in modo da incentivare la partecipazione dell’utenza della nautica ad un corretto comportamento volto alla tutela dell’ambiente marino.
In base a quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 182 del 2003 (attuazione della Direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui del carico), per giungere all’installazione delle isole ecologiche in ambito portuale ed al successivo avvio del servizio, i due Consorzi richiedono che vengano ad essere soddisfatte le due seguenti condizioni:
1. l’autorità marittima - o dove istituita l’Autorità Portuale – inserisca, nel piano di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi previsto dal Decreto, le isole ecologiche, dandone immediata comunicazione alla Regione competente per territorio affinché il piano venga approvato;
2. che come previsto dal Decreto, a seguito dell’approvazione del piano di gestione da parte della Regione competente, venga indetto un bando di gara affinché venga individuato un gestore delle isole ecologiche, il quale provveda anche agli adempimenti relativi alla comunicazione annuale ed alla tenuta dei registri previsti agli articoli 11 e 12 del Decreto Legislativo n. 22 del 1997.
Il progetto “isole nel porto” rende possibile all’utenza della nautica di disfarsi facilmente e nel pieno rispetto per l’ambiente di rifiuti altamente inquinanti. Ogni goccia di olio che raggiunge il mare crea, infatti, effetti devastanti causando la morte della flora e della fauna sottostanti. Basti pensare, infatti, che 4 litri di olio – il normale cambio d’olio di una autovettura – se versati incautamente in acqua, possono inquinare una superficie pari a quella di un campo di calcio.
L’iniziativa è rivolta in particolar modo all’utenza costituita da piccole imbarcazioni per le quali, essendo relativamente contenuti i volumi di rifiuto prodotti, può risultare relativamente “semplice” liberarsene scaricando oli e gettando le batterie direttamente in mare.
Le “isole nel porto” sono una risposta concreta alle esigenze di chi va per mare. Una risposta completa, ben segnalata e accessibile che permette di smaltire correttamente i residui in questione.
La collaborazione con le Autorità Portuali di tutta Italia, con le Capitanerie, con i responsabili della gestione di queste strutture è intensa e molto proficua. Ma occorre spingere sempre di più perché iniziative come queste trovino sempre maggiori adesioni e perché gli utenti del mare siano sempre più sensibili al problema ambientale.
Ciò permetterebbe di raggiungere un buon livello di servizio nei porti con un vantaggio duplice sia per gli utenti della nautica, che avrebbero un accesso agevole alle strutture di smaltimento e ovviamente per la qualità delle nostre acque.
I risultati finora ottenuti sono decisamente positivi a dimostrazione del fatto che, laddove esistono strutture dedicate, la risposta degli utenti non si fa attendere. Dal 2004 sono già stati recuperate centinaia di tonnellate di olio e batterie: dati alla mano, nelle 59 isole ecologiche sono state raccolte circa 550 tonnellate di olio lubrificante usato e oltre 4000 tonnellate di batterie esauste, altrimenti soggetti a rischio di dispersione in mare.
Altra interessante iniziativa nata al fine di arginare ulteriori danni ambientali all’ecosistema marino è il progetto “Porti turistici”. Il COOU, insieme al COBAT e al Gruppo Italia Navigando S.p.A., ha siglato un protocollo d’intesa per l’attivazione di un servizio di raccolta gratuita dei rifiuti costituiti da oli lubrificanti usati e batterie al piombo esauste anche attraverso l’installazione di isole ecologiche nei porti turistici.
Con questo accordo, i tre soggetti si impegnano, dunque, alla gestione dei punti di conferimento dei rifiuti pericolosi derivanti dall’attività di diporto, le già collaudate “isole nel porto”. Ciò contribuirà ad evitare la dispersione in mare aperto e nell’ambito portuale di sostanze altamente inquinanti che potrebbero provocare danni irreversibili all’ecosistema marino. Un passo avanti importante, quindi, nella difesa dell’ambiente.
Nel 2005 il COOU ha raccolto più di 213.000 tonnellate di oli usati stabilendo, per il terzo anno consecutivo, il record nella raccolta. La percentuale di oli raccolti inviati a rigenerazione si attesta all’83%, ponendo così l’Italia al 1° posto assoluto in Europa per il quantitativo di olio rigenerato.
In 22 anni di attività il Consorzio ha raccolto oltre 3,5 milioni di tonnellate di lubrificanti usati, facendo risparmiare circa 800 milioni di euro sulla bolletta energetica italiana.
Il COBAT, solo l’anno scorso, ha raccolto e avviato al riciclaggio oltre 200 mila tonnellate di batterie esauste (pari a circa 16,5 milioni di singoli di pezzi), raggiungendo un tasso ormai prossimo al 100 % rispetto all’immesso al consumo, un risultato che ha posto l’Italia al vertice mondiale nella raccolta di questi rifiuti pericolosi e ha fatto risparmiare 90 milioni di euro sull’importazione di metallo piombo.
Solo grazie allo sforzo comune e al contributo di tutti – cittadini, istituzioni e operatori del settore – e ad una corretta informazione può essere evitata la dispersione in mare degli oli lubrificanti usati e il gravissimo danno ambientale che ne potrebbe conseguire. Ciò consentirà il duplice vantaggio di migliorare la raccolta e di tutelare maggiormente il patrimonio ambientale marino del nostro Paese.
CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’ISOLA NEL PORTO
Ciascuna isola ecologica è costituita da un gazebo zincato a caldo e verniciato in verde a base esagonale.
Sul basamento esagonale in lamiera è posizionata una pavimentazione in ferro grigliato calpestabile.
La cavità tra basamento e pavimentazione costituisce un bacino per la raccolta di quantità di olio usato. Ai sei spigoli del basamento sono collegati sei pali per la tenuta del tetto realizzato in lamiera.
La struttura è inoltre chiusa da 6 pannelli in grigliato zincato a caldo e verniciato a tutta altezza, di cui due apribili.
All’interno dell’isola ecologica sono posti n° 4 contenitori di colore azzurro:
n° 1 serbatoio per la raccolta dell’olio usato;
n° 1 contenitore in PVC per la raccolta delle batterie al piombo esauste
n° 1 fusto per la raccolta i filtri olio usati
n° 1 fusto per la raccolta delle lattine di olio
Ingombro massimo: 3 m x 3 m x h. 3.2 m circa
Peso a vuoto (stima): 850 kg
Ufficio stampa COBAT: Hill &Knowlton Gaia
Fabio Belfiori 06.441640316 belfiorif@hkgaia.com
Andrea Pietrarota 335.5640825 pietrarotaa@hkgaia.com
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