ROMA, venerdì 8 dicembre 2005 - L’Immacolata Concezione della Vergine Maria, la solennità che la Chiesa celebra l’8 dicembre, è una festa vissuta dai cattolici con grande partecipazione e raccoglimento nella preghiera, ed è anche molto attuale.
“Oggi più che mai, la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione risulta essere di grande attualità”, ha infatti affermato la Professoressa Emanuela Riccardi, docente dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell'Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma.
All'uomo contemporaneo, “non di rado tormentato dai piccoli problemi della vita, turbato da eventi tremendi quali guerre, catastrofi naturali e povertà che cerca però profondamente e sinceramente di tornare a quelli che sono i valori fondamentali”, la Vergine Maria offre “una visione serena e una parola rassicurante”.
Secondo la professoressa Riccardi, “per comprendere l’Immacolata Concezione, nella sua profonda origine, dobbiamo considerare il progetto di Dio Padre e Creatore che voleva che l'uomo fosse santo e immacolato al suo cospetto, partecipe della sua stessa vita divina”.
“Il peccato dell'uomo ha distrutto questo piano, ma Maria ha realizzato in pienezza questo primordiale disegno di Dio – ha aggiunto la docente –. Ella è dalla sua creazione senza peccato originale, il capolavoro del Creatore, la più bella di tutte le creature".
“Per il credente di oggi – ha proseguito la Riccardi – contemplare l’Immacolata significa cogliere nella Vergine la donna che senza timore, senza alcun dubbio risponde alla chiamata di Dio”.
Maria, inoltre, “è la prima a credere che Gesù sia il figlio di Dio” e “l'unica a rimanere ai piedi della croce, nel dolore straziante, ma forte nella fede”.
“In Lei si rende viva e concreta la speranza dell'umanità che cerca un futuro di pace e di giustizia, di armonia e di fraternità”.
La Madre di Dio rappresenta infatti “la vittoria della speranza sull’angoscia, della comunione sulla solitudine, della pace sul turbamento, della gioia e della bellezza sul tedio e la nausea, delle prospettive eterne su quelle temporali della vita sulla morte”.
"Invocando Maria nella nostra vita – ha constatato la professoressa Riccardi – allo stesso tempo invochiamo lo Spirito Santo che è in Lei e che ci fa santi a Sua immagine. Il nostro abbandonarci a Maria, in realtà, è un abbandono allo Spirito Santo e alla sua azione trasformatrice”.
“E’ Lei che ci aiuta a sopportare con pazienza le sofferenze, le contraddizioni della nostra vita e a lodare Dio anche fra le tribolazioni”.
“Maria, nonostante sia stata preservata dal peccato originale, è solidale con noi nelle nostre sofferenze e nelle nostre lotte contro il male. Costituisce cioè, per tutti i credenti, un'utile occasione per meditare sul senso vero e sul valore dell’esistenza umana nella prospettiva dell’eternità”, ha concluso.
Il dogma dell'Immacolata Concezione è stato proclamato l’8 dicembre 1854 nella bolla “Ineffabilis Deus” di Pio IX, ma la devozione per Maria Immacolata risale a molto tempo prima.
La proclamazione del dogma, quindi, non ha introdotto novità, coronando soltanto una tradizione antichissima.
I Padri della Chiesa d’Oriente, infatti, riconoscevano l’Immacolata Concezione di Maria, mentre in Occidente il concetto incontrò qualche resistenza da parte di chi temeva che potesse indebolire la dottrina della Redenzione, per la quale la salvezza è frutto soltanto del sacrificio di Cristo.
La mattina dell’8 dicembre 1854, al momento della lettura della bolla nella Basilica di San Pietro, c’è stata una sorta di “approvazione celeste” al dogma: Pio IX fu investito da un fascio di luce proveniente dall’alto, fenomeno sorprendente perché in nessun periodo dell’anno, e tanto meno alla vigilia della stagione invernale, da nessuna finestra della Basilica vaticana un raggio di luce poteva raggiungere l’abside in cui si trovava il Pontefice.
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