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domenica 7 gennaio 2007

Disabile sventa borseggio sul bus. Malmenato, nessuno interviene

Roma, l'episodio raccontato da uno dei passeggeri che, isolato, ha chiesto invano all'autista di chiamare le forze dell'ordine

ROMA - "Sporco down, malato di mente". Così Gianluca, un giovane gentile, timido, con un evidente ritardo mentale, si è sentito apostrofare da un borseggiatore che aveva sorpreso a frugare nella borsetta di un'anziana donna, su un bus dell'Atac a Roma. Insulti e poi giù un pugno assestato in pieno volto. Ma in favore del giovane, nell'affollato autobus, pieno di turisti e romani, che copre la tratta tra la stazione Termini ed il centro storico, nessuno pare abbia mosso un dito. Nessuno ha fiatato anzi, qualcuno, avrebbe addirittura censurato il suo comportamento che avrebbe messo a rischio l'incolumità dei passeggeri esposti alla reazione del malvivente, sorpreso con le mani nel sacco, in questo caso nella borsa, e dei suoi complici.

La vicenda viene raccontata da un testimone oculare: un giovane giornalista che lavora nell'ufficio stampa del Ministero delle Politiche agricole. L'unico a bordo della linea 40 che ieri, giorno della Befana, abbia in qualche modo cercato di difendere Gianluca.

"Ero su un autobus dell'Atac, la vettura 224 della linea 40 - racconta Cappeddu - che, partito dalla Stazione Termini, si muoveva in direzione del centro storico. Giunti in Corso Vittorio Emanuele, poco dopo Largo di Torre Argentina un ragazzo disabile, di circa 30 anni di età, con un evidente ritardo mentale ma lucido, dall'aspetto bonario e autonomo dal punto di vista motorio, ha cominciato a gridare indicando un borseggiatore straniero, forse di etnia nordafricana, con le mani nella borsa di una passeggera del mezzo seduta vicina al ragazzo".

Secondo Cappeddu il malvivente, con l'aiuto di due complici, appena si è reso conto di essere stato scoperto, si è scagliato contro il ragazzo. "Lo ha colpito con forza al viso e o lo ha insultato al grido di "sporco down, malato di mente".

"In quel momento sono intervenuto - aggiunge Cappeddu - chiedendo all'autista di fermare la vettura e chiamare i carabinieri. Il conducente mi ha però risposto che non poteva altrimenti sarebbe stato accusato di interruzione di pubblico servizio e così, appena è giunto alla fermata successiva, ha aperto le porte anteriori. I tre delinquenti sono scesi dal mezzo e scappati via".

"Nessun altro dei passeggeri presenti è intervenuto - conclude Cappeddu - anzi, uno di questi mi ha apostrofato in malo modo consigliandomi di farmi gli affari miei". Poi Cappeddu spiega di essere sceso dall'autobus per accompagnare Gianluca a piazza Navona dove doveva recarsi forse per un giro tra le bancarelle della Befana.

"Non gli ho chiesto altro, né le sue generalità. Ha aperto il portafogli, mi ha detto il suo nome e mi ha mostrato un tesserino che accertava la sua invalidità al 100 per 100. Tra le sue cose c'era anche una tessera dell'arma dei carabinieri e mi ha detto con orgoglio, prima di salutarmi, che il papà indossava la divisa".

E dopo la denuncia del giornalista, arriva la nota dell'Atac. In cui l'azienda di trasporto pubblico di Roma informa di aver già rintracciato l'autista che era ieri alla guida dell'autobus della linea 40; il conducente racconta la vicenda dal suo punto di vista, difendendo il suo operato: "Bisogna considerare che l'autobus è
uno di quelli snodabili e che tra l'altro era pieno, comunque io non ho visto nessun borseggio né nessuno menare le mani, ma solo un litigio tra questi ragazzi extracomunitari e il giovane disabile. Una volta alla fermata ho invitato tutti alla calma, cosa che è avvenuta. I giovani extracomunitari sono scesi e ho invitato il disabile a venire vicino alla cabina di guida. Ho suggerito poi al ragazzo di scendere alla fermata successiva, per evitare qualsiasi strascico".


Origine: Repubblica

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