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martedì 23 gennaio 2007

Documentario di scena al Sundance: sesso uomo-animale, tabù e scandalo

Sesso uomo-animale, tabù e scandalo per

il documentario di scena al Sundance

"Zoo", diretto da Robinson Devor, squarcia il velo sul fenomeno. Prendendo spunto
da un fatto di cronaca del 2005: un uomo morì durante un rapporto con un cavallo

La pellicola viene definita "strana e stranamente bella" dal Los Angeles Times
Il regista: "Sono cose che accadono, e tutto ciò che è umano non mi è estraneo"
di CLAUDIA MORGOGLIONE

 Sesso uomo-animale, tabù e scandalo Un documentario di scena al Sundance E' uno dei pochi tabù che resistono ai tempi. Forse l'ultimo. Almeno al di fuori della ristretta cerchia degli iniziati, o degli amanti del porno estremo. Ma adesso, a squarciare il velo sul fenomeno dei rapporti sessuali uomo-animale, arriva un serissimo documentario presentato, in anteprima, al Sundance Festival targato Robert Redford.

Alla rassegna di cinema indipendente di Park City - sicuramente la più interessante nel suo genere, e forse anche la più snob, del panorama internazionale - va in scena "Zoo", per la direzione di Robinson Devor. Un nome che deriva dall'appellativo con cui si autodefinisce la comunità web degli amanti di questo genere di sessualità: zoos, appunto.

Giudicato dall'autorevole Los Angeles Times "notevole, elegante, lirico", e ancora "strano e stranamente bello", il film prende spunto da un fatto di cronaca avvenuto a Seattle, e di cui il regista venne a sapere dai giornali: nel 2005, un residente in quella città morì durante un rapporto sessuale con uno stallone arabo. Da qui la curiosità dell'autore verso un fenomeno così nascosto, così oscuro. Non illegale, nello Stato di Washington (non esiste un articolo del codice che punisce la cosiddetta bestiality); ma comunque assai poco conosciuto.

Un'inchiesta filmata da cui è nato il documentario di scena al Sundance. In cui si mescolano interviste solo audio - due dei tre uomini che hanno fornito testimonianza sulla loro vita sessuale con gli animali non si sono fatti riprendere - con ricostruzioni grafiche per rendere in qualche modo (più concettuale che realistico) l'idea delle atmosfere, degli impulsi che agitano la comunità degli zoos.

Certo, Devor - definito da Variety, nel 2000, uno dei dieci registi da tenere d'occhio per il futuro - non ignora che un film con un simile argomento solletichi la curiosità da tabloid, verso quello che lui stesso ha definito "uno spettacolo pruriginoso". Ma, malgrado i rischi, l'operazione artistica da lui compiuta è, a suo giudizio, totalmente legittima: "Anzi - ha proseguito - sono rimasto scioccato dal fatto che finora nessuno aveva approfondito un tema del genere. Non esiste nemmeno un rapporto investigativo, che faccia un po' di luce. E allora ho capito che questo vuoto, per me, costituiva un'opportunità".

Questo non toglie che, come il suo autore ha ammesso presentando la sua fatica al pubblico del Sundance, si tratti di "un film difficile, e difficile da realizzare. Molte persone mi hanno chiesto se lo facevo per motivi ignobili, o per guadagnare denaro. O, semplicemente, mi hanno domandato: 'Perché hai fatto questo film?'".

Quesito effettivamente ovvio, vista la materia esplosiva maneggiata nella pellicola. Ma Devor ha difeso con forza l'importanza del suo lavoro: "Io considero che nulla di umano sia alieno da me - ha concluso - e questa cosa (il sesso uomo-animale, ndr), accade davvero. E dunque, è parte di ciò che siamo".

Origine: Repubblica

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