La Nuova Pesa Centro per l’Arte Contemporanea
Lunedì 22 Gennaio 2007
Marco Bolognesi – Federico Cavallini
A cura di Giacomo Zaza
Marco Bolognesi per le sue immagini, recupera alcuni stereotipi iconografici del mondo della moda, portati all’interno di una rielaborazione personale che ripropone superfici smaltate, tagli netti, utilizzo di modelle e di accessori.
Nelle sue foto c’è quasi sempre un carattere anomalo che fa perdere ogni certezza bio-morfologica della figura ritratta. Ogni confine tra il corpo delle ragazze e l’accessorio aggiunto, foglia, fiore, piercing che sia, è stravolto a tal punto da consegnare allo spettatore l’idea di un corpo ibrido che, per certi versi si ricollega alle inquietanti composizioni surrealiste di Meret Oppenheim. Palpebre cucite, bocche tappate da fiori, iridescenze all’interno delle cavità dei corpi dominano la scenna delle foto di Bolognesi. La sua composizione tenta la provocazione dei linguaggi della tendenza fashion. E’ resa più esplicita nella serie delle beauties. Qui i volti di donne orientali sono adornati da fiori variopinti insieme solcati da conturbanti cerniere zip.
Il gioco di collisioni di significato e la contaminazione perentoria dei codici, spinge l’artista a praticare un progetto di identità artificiosa e conturbanti.
Dagli ultimi scatti realizzati in occasione della mostra a La Nuova Pesa emergono con più evidenza corpi dagli accenti barocchi pervasi da petali e da bottoni automatici da tinte verdi e rosa da capelli alterati nella forma e nel colore, ed altro ancora. L’osmosi degli elementi rintracciabile in autori come Inez van Lamsweerde, segue una ricerca non sociologica o moralistica ma affronta attraverso la sperimentazione degli stili, una provocazione estetica.
Federico Cavallini ha elaborato un'installazione spaziale composta da un velo di foglie, circa 2320 raccolte da un albero di pero e catalogate tra l'agosto del 2003 e l'ottobre del 2006. In oltre, presenta una serie di lavori eseguiti su carta Fabriano utilizzando un'antica tecnica di scolorimento.
Le foglie dell’istallazione, colpite da un parassita che ne riduce la consistenza alla sola nervatura legnosa, sono state attaccate una all'altra senza bisogno di ulteriori strutture di sostegno, formando un telo rettangolare del peso di 120 grammi che sarà installato sospeso in verticale al centro di una sala. L'estrema leggerezza dell'opera la renderà sensibile ai minimi spostamenti d'aria, ed il continuo movimento ne dilaterà il campo d'azione fino a prolungarne il suo respiro verso gli spettatori.
Un volume di catalogazione raccoglierà la riproduzione fotografica di ogni singola foglia: sembrerà una sorta di schedario, dai risvolti inquietanti, che testimonierà visivamente ciascuna conformazione e traccia organica di una natura prossima al ciclo biologico vita-morte.
I lavori cartacei fanno parte di un nucleo realizzato tra il 2002 e il 2005 e sono frutto di un'azione di sottrazione cromatica. L'artista ha utilizzato sostanze, come la varechina e l'olio di lino puro, che non si sovrappongono al supporto utilizzato ma si legano ad esso modificandolo, consegnandogli luce e trasparenza. Ne deriva l’ambito di un sentire misterioso e intrigante sempre in relazione ad una atmosfera tutta enigmatica e segreta.
Nelle sue foto c’è quasi sempre un carattere anomalo che fa perdere ogni certezza bio-morfologica della figura ritratta. Ogni confine tra il corpo delle ragazze e l’accessorio aggiunto, foglia, fiore, piercing che sia, è stravolto a tal punto da consegnare allo spettatore l’idea di un corpo ibrido che, per certi versi si ricollega alle inquietanti composizioni surrealiste di Meret Oppenheim. Palpebre cucite, bocche tappate da fiori, iridescenze all’interno delle cavità dei corpi dominano la scenna delle foto di Bolognesi. La sua composizione tenta la provocazione dei linguaggi della tendenza fashion. E’ resa più esplicita nella serie delle beauties. Qui i volti di donne orientali sono adornati da fiori variopinti insieme solcati da conturbanti cerniere zip.
Il gioco di collisioni di significato e la contaminazione perentoria dei codici, spinge l’artista a praticare un progetto di identità artificiosa e conturbanti.
Dagli ultimi scatti realizzati in occasione della mostra a La Nuova Pesa emergono con più evidenza corpi dagli accenti barocchi pervasi da petali e da bottoni automatici da tinte verdi e rosa da capelli alterati nella forma e nel colore, ed altro ancora. L’osmosi degli elementi rintracciabile in autori come Inez van Lamsweerde, segue una ricerca non sociologica o moralistica ma affronta attraverso la sperimentazione degli stili, una provocazione estetica.
Federico Cavallini ha elaborato un'installazione spaziale composta da un velo di foglie, circa 2320 raccolte da un albero di pero e catalogate tra l'agosto del 2003 e l'ottobre del 2006. In oltre, presenta una serie di lavori eseguiti su carta Fabriano utilizzando un'antica tecnica di scolorimento.
Le foglie dell’istallazione, colpite da un parassita che ne riduce la consistenza alla sola nervatura legnosa, sono state attaccate una all'altra senza bisogno di ulteriori strutture di sostegno, formando un telo rettangolare del peso di 120 grammi che sarà installato sospeso in verticale al centro di una sala. L'estrema leggerezza dell'opera la renderà sensibile ai minimi spostamenti d'aria, ed il continuo movimento ne dilaterà il campo d'azione fino a prolungarne il suo respiro verso gli spettatori.
Un volume di catalogazione raccoglierà la riproduzione fotografica di ogni singola foglia: sembrerà una sorta di schedario, dai risvolti inquietanti, che testimonierà visivamente ciascuna conformazione e traccia organica di una natura prossima al ciclo biologico vita-morte.
I lavori cartacei fanno parte di un nucleo realizzato tra il 2002 e il 2005 e sono frutto di un'azione di sottrazione cromatica. L'artista ha utilizzato sostanze, come la varechina e l'olio di lino puro, che non si sovrappongono al supporto utilizzato ma si legano ad esso modificandolo, consegnandogli luce e trasparenza. Ne deriva l’ambito di un sentire misterioso e intrigante sempre in relazione ad una atmosfera tutta enigmatica e segreta.
(G. Zaza)
Durata mostra: 22 gennaio - 15 marzo 2007
La Nuova Pesa, via del Corso n. 530 00186 Roma
Tel: 06 3610892 e-mail: nuovapesa@farm.it
Comunicazione: Michela Casavola e-mail: michelacasavola@yahoo.it
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