Trovare un aggettivo per qualificare Monica Guerritore sarebbe solamente riduttivo, per lei dovremmo inventarlo.Questo il pensiero all'uscita dal Teatro Traetta di Bitonto ieri sera, dopo aver assistito alla rappresentazione teatrale “Giovanna D’Arco” interpretato dalla Guerritore che ne ha curato anche la regia.Di Giovanna d’Arco non abbiamo un ritratto, ma è una figura così viva nei nostri pensieri perché il processo che voleva oscurarla al mondo ne ha fatto un simbolo e grazie anche a Papa Giovanni Paolo II le parole che l’hanno processata ora sono di dominio pubblico.La piéce teatrale ripropone per l’appunto il momento del processo che la pulzella d’Orléans ha subito all’età di 19 anni per eresia. Fa una insolita entrata l’attrice, con parrucca ossigenata dal taglio corto e con mezza armatura che le proteggono una gamba e un braccio, attraversa la platea e recitando inizia a salire sul palcoscenico ed è lei che dice :”Sipario” come il regista dà il ciak all’azione e si apre così il pesante tendaggio. Al centro della scena un palo ligneo, alto, squadrato e immobile, monito del futuro rogo ed emblema di passione, si lega a due ceppi e da inizio al processo farsa, mentre dietro di lei scorrono le immagini di vecchi film sull’inquisizione mentre le voci recitanti, di Pietro Biondi - Enrico Zaccheo - Stefano Artissunch - Raffaele Latagliata, (gli inquisitori) accusano la giovane e ascoltano come Giovanna con lucidità spiega la prima volta che ha udito “quelle voci” alla tenera età di 13 anni e come con forza e coraggio ha accettato quello che non comprendeva. Manifesta come tutto il suo operato su questa terra sta nelle mani del Signore e non nelle sue e tutto quello che ha affrontato l’ha fatto seguendo un disegno divino.Mentre racconta le battaglie dietro di lei vengono proiettate le immagini di altri personaggi, uomini che da soli hanno affrontato il “drago” in nome della “libertà”, come Martin Luther King, Che Guevara, ed il ragazzo cinese in Piazza Tien An Men ha voluto fermare con il suo corpo l’avanzare di un carrarmato, tutti personaggi che interagiscono con quella di Giovanna, mentre si alternano musiche sacre con quelle più contemporanee.Bello e toccante il momento del racconto di quando lei in battaglia viene colpita alla spalla da una freccia di balestra. Un insieme di immagini accompagnate dalla musica di Freddy Mercury in The show must go on,seguono le movenze dell’attrice tanto da sovrapporre le immagini della morte di San Sebastiano e la crocifissione di Gesù alle parole di Giordano Bruno tratte dal “De Immenso”Applausi e standing ovation da parte del pubblico hanno commosso sino alle lacrime la talentuosa attrice che si intrattiene a spiegare la forza del personaggio Giovanna D’arco e le scelte di autrice e regista. Ha voluto ringraziare e ricordare il suo maestro Giorgio Strehler ,il suo insegnamento: “ogni racconto è ispirato ad un essere umano … è una parola appassionata che racconta una breve e luminosa vita…, che tutti noi anche da soli possiamo cambiare il mondo”.Lo stile multimediale dello spettacolo come dice la Guerritore, "ha accostato al cuore la vocazione di Giovanna” e la conclusione è affidata di nuovo ai grandi autori e all'epigrafe della Dickinson "...L'anima sceglie i suoi compagni /e poi chiude la porta.."
Anna DeMarzo
Anna DeMarzo
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