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E spunta un regista messicano che accusa Gibson: "Mi ha copiato"
E spunta un regista messicano che accusa Gibson: "Mi ha copiato"
ROMA - Accade spesso, a libri o film celebri, di essere accusati di plagio: solo negli ultimi mesi, tanto per fare un paio di esempi, è capitato a bestseller letterari-cinematografici come Il Codice da Vinci, e a scrittori di successo come Ian McEwan. Stavolta però, nel mirino, è finita un'opera già al centro di una bufera: Apocalyto di Mel Gibson. Già al centro di polemiche, negli Stati Uniti, per aver dato una visione folle e raccapricciante della cultura Maya; in tutto il mondo, per il suo tasso eccessivo di violenza visiva; e infine, qui in Italia, perché sta per sbarcare nelle sale senza alcun divieto.
E allora, in questo clima già surriscaldato, anche il presunto plagio non può non fare notizia. A mettere Gibson sul banco degli imputati è un regista messicano, Juan Catlett. Che ha fatto causa al collega americano sostenendo che molte scene-clou del kolossal dell'ex Braveheart sono copiate pari pari da una sua precedente opera centrata sulla civiltà Maya. Titolo: Return to Aztlan. Anno di produzione: 1991. Storia epica ambientata più o meno nello stesso periodo.
E in effetti, come indizio di un eventuale plagio (comunque tutto da dimostrare), c'è una circostanza, citata nella denuncia di Catlett: mentre girava Apocalypto, Gibson lo chiamò. Chiedendo in visione una copia di Return to Aztlan. Che gli fu puntualmente recapitata.
Basta questo episodio, per accusare l'autore americano di aver copiato a man bassa? Ovviamente no. Anche perché nel cinema, così come nella letteratura - e forse, ancora di più, nella musica, visto che le note sono solo sette - il confine tra ispirazione, omaggio, e plagio, è davvero labile. E, soprattutto, soggettivo.
Vedremo in seguito l'esito di quest'ennesima causa. Nel frattempo, il pubblico italiano - forse invogliato, più che dissuaso, dalle polemiche sulla mancanza di divieto ai minori - sta per vedere il film nelle sale. Giudicando se è brutto o se è bello, se eccessivamente voyeur nel mostrare la violenza o se appassionante, senza pregiudici. Senza pensare a se Gibson abbia plagiato, o meno, il suo collega messicano.
Origine: Repubblica
E allora, in questo clima già surriscaldato, anche il presunto plagio non può non fare notizia. A mettere Gibson sul banco degli imputati è un regista messicano, Juan Catlett. Che ha fatto causa al collega americano sostenendo che molte scene-clou del kolossal dell'ex Braveheart sono copiate pari pari da una sua precedente opera centrata sulla civiltà Maya. Titolo: Return to Aztlan. Anno di produzione: 1991. Storia epica ambientata più o meno nello stesso periodo.
E in effetti, come indizio di un eventuale plagio (comunque tutto da dimostrare), c'è una circostanza, citata nella denuncia di Catlett: mentre girava Apocalypto, Gibson lo chiamò. Chiedendo in visione una copia di Return to Aztlan. Che gli fu puntualmente recapitata.
Basta questo episodio, per accusare l'autore americano di aver copiato a man bassa? Ovviamente no. Anche perché nel cinema, così come nella letteratura - e forse, ancora di più, nella musica, visto che le note sono solo sette - il confine tra ispirazione, omaggio, e plagio, è davvero labile. E, soprattutto, soggettivo.
Vedremo in seguito l'esito di quest'ennesima causa. Nel frattempo, il pubblico italiano - forse invogliato, più che dissuaso, dalle polemiche sulla mancanza di divieto ai minori - sta per vedere il film nelle sale. Giudicando se è brutto o se è bello, se eccessivamente voyeur nel mostrare la violenza o se appassionante, senza pregiudici. Senza pensare a se Gibson abbia plagiato, o meno, il suo collega messicano.
Origine: Repubblica
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